L’OMICIDIO DI CAPODANNO. Gli zii di Emanuele Nebbia apprezzati commercianti. Nella tripletta dei Diamante Nebbia, uno è pescivendolo, l’altro titolare di supermercato per surgelati tra Casal di Principe, Lusciano, Trentola ed Aversa
11 Gennaio 2024 - 17:30
Il nostro sforzo per perimetrare l’ambito familiare. Non perchè questo possa necessariamente essere utile per risolvere questo caso di cronaca nera, ma perchè la storia dei nostri territori invita a mettere sul piatto tutti i contesti territoriali
SANTA MARIA CAPUA VETERE – Non vogliamo certo speculare su quelli che sono i dati territoriali di origine della famiglia di Emanuele Nebbia. Men che meno vogliamo dare particolare significato all’esistenza di parenti strettissimi del giovane 26enne ammazzato in un agguato di chiara modalità camorristica, la notte di Capodanno.
Può darsi benissimo, infatti – ma può darsi non significa esserne sicuri – che Emanuele Nebbia non abbia mai avuto contatti con l’area territoriale in cui vivono ed operano i suoi zii di secondo grado che si chiamano entrambi Diamante Nebbia e che recano, cioè, lo stesso nome di un terzo Diamante Nebbia il 39enne arrestato nell’ormai arcinota vicenda della droga e dei telefonini, da calare nel carcere di Santa Maria Capua Vetere con un drone,.
Può darsi anche che nessun tipo di suggestione territoriale possa essere determinato dal fatto che l’ultimo dei Diamante Nebbia da noi citato, cioè il fratello, non sia residente a Santa Maria Capua Vetere, bensì a Casaluce, dettaglio da noi appreso leggendo, a suo tempo, il comunicato stampa ufficiale della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, relativo agli arresti di cui sopra. Il format criminale di Emanuele Nebbia si poggia su fatti che lo qualificano come una persona titolare di una scelta molto chiara. Lui, infatti, non ha esitato con ogni probabilità lo scorso 5 ottobre a prendere a pistolettate un balcone o una finestra in via Giotto nel cuore delle palazzine popolari di Santa Maria Capua Vetere e non ha esitato, con diversi colpi di pistola, a rispondere al tentativo di lapidazione posto in essere dai suoi rivali criminali che colpirono ripetutamente con un grosso sasso dietro l’altro, le sue di finestre, quelle della propria casa, del proprio appartamento di via Raffaello altra arteria contigua a via Giotto e parimenti inserita nel labirinto di fuoco delle case popolari.
Tutto ciò, questa matrice comportamentale che ha connotato lui, ma ha connotato anche il suo fratello maggiore Diamante e il suo fratello minore Luigi Nebbia, può essersi sviluppata tranquillamente nella palestra criminale di Santa Maria Capua Vetere dove i criminali nati, cresciuti e pasciuti nella cosiddetta città del foro non sono mai mancati negli ultimi 40 anni.
Detto questo, possediamo oggi, qualche ulteriore elemento per affermare, per il momento in maniera neutra, senza incorrere in alcuna tentazione di legare un effetto ad una causa , per rafforzare la constatazione delle radici parentali, identitarie della famiglia Nebbia nel cuore del territorio dell’agro aversano. In passato ha sicuramente vissuto un Diamante Nebbia che ha lascito il suo imprinting molto forte su questa famiglia. Diamante Nebbia si chiama il 39enne arretato per il drone che ah lavorato per un periodo, sicuramente fino all’estate scorsa, non si sa se come dipendente o come socio con l’idraulico F.M. direttissimo consanguineo di don Gennaro Fusco, di cui molto i giornali hanno parlato, a partire dal nostro, quando si è dimesso dall’incarico di parroco della chiesa di San Paolino a causa di un repentino e piuttosto sorprendente, al punto da aver lasciato più di una perplessità, nuova funzione all’interno del Vaticano.
Diamante Nebbia si chiama, come abbiamo già scritto nei giorni scorsi, anche lo zio. Uno zio che ha espresso il suo dolore e il suo cordoglio per la morte del nipote Emanuele dal proprio profilo Facebook. Diamante Nebbia è l’apprezzato titolare di una pescheria, la “Mare Nostro” sita a Casal di Principe in via Vaticale.
Poi c’è addirittura un terzo Diamante Nebbia, anche lui molto ben posizionato e apprezzato nel mondo del commercio in quanto titolare di un supermercato , imperniato sulla vendita dei surgelati, la “Oasi gel” di Lusciano che può contare su due sedi distaccate, su due negozi autonomi, uno sito a Trentola Ducenta, l’altro ad Aversa.
Questo è per oggi. Dal prossimo articolo in poi cercheremo di capirci qualcosa sull’andamento delle indagini, su un delitto di chiara matrice camorristica, come da tempo non ne succedevano in provincia di Caserta.