Non si chiamerà più AVERSA, ma MONDRAGONE. Guardate cosa scrive Innocenti su Mastronardi, furbetto acchiappa candidati per Zannini

30 Gennaio 2024 - 18:52

Ultimi spunti sulla scandalosa ordinanza. Mastronardi impegnato in piena persona a comporre la lista dell’ex assessore e allo stesso tempi servizievole marca cartellini falsi dei due potenti dirigenti, manco a dirlo, dei Servizi sociali e Paolo Ruscigno se ne va al bar …

AVERSA (g.g.) Non sappiamo se sia l’ultimo o il penultimo articolo che dedicheremo all’ordinanza sui furbetti del cartellino in servizio (si fa per dire) al Comune di Aversa. Leggeremo le ultime pagine in questi giorni ed eventualmente qualche altra cosa riporteremo.

Oggi, però, ci soffermeremo sicuramente su un paio di punti da noi considerati importanti, su uno in particolare. Intanto velocemente accenniamo all’altro punto, ossia a quello meno importante, ma non per l’attività a dir poco riprovevole, realizzata dall’indagato in questione, ma per il peso specifico del medesimo indagato nettamente inferiore a quello degli altri tre di cui ci occuperemo tra pochissimo.

Paolo Ruscigno, impiegato dell’ufficio acquedotto del Comune di Aversa, è stato l’unico ad essere colpito da un’ordinanza di arresto. A quanto ci risulta si è difeso asserendo che il tempo non lavorato durante l’orario di servizio lui le recuperava di pomeriggio. In effetti, stando a ciò che scrivono i magistrati, sulla scorta dell’informativa della guardia di finanza della compagnia di Aversa, è difficile credere a ciò. Le ore non trascorse a lavoro da Ruscigno gli erano infatti ascritte come servizio realizzato e gli venivano regolarmente (anche in questo caso si fa per dire) pagate.

Anzi, tutto il sistema messo a punto dall’ impiegato era finalizzato a registrare, come orario di lavoro effettivamente prestato, quel tempo che lui trascorreva tra un bar che si trova nei pressi di casa sua, oppure nelle stanza della sua abitazione di residenza oppure ancora del circolo privato Iommelli, che si trova nel piazzale antistante al palazzo municipale. I suoi movimenti sono stati osservati dettagliatamente nelle giornate del 5-6 luglio 2022 e poi del 29 settembre sempre del 2022. In una di queste giornate Ruscigno raggiungeva gli uffici del comune alle 12,30 dopo essere uscito di casa alle 11, per recarsi al bar Marconi, salvo poi rientrare di nuovo a casa, uscire di nuovo dopo 55 minuti arrivando al comune dopo 10 minuti. Nel caso suo non c’era un sistema fondato su un collega pronto a timbrargli il cartellino registrandone una presenza in realtà non effettiva com’ è successo per gli altri 21 indagati.

Il meccanismo era un altro: siccome Ruscigno era impiegato all’ufficio acquedotto era plausibile un suo impegno esterno, in realtà non adempiuto. Per altro, questo impiegato aveva reso sistematiche le sue assenze ingiustificate. Sistematiche e coperte da uno stratagemma: aveva manipolato il dispositivo marcatempo in quella parte in cui questo va a registrare le uscite esterne ricadenti comunque negli orari di servizio.

Poi, può darsi anche che Ruscigno registrasse l’uscita ordinaria dal lavoro alle due o alle tre di pomeriggio e che vi rientrasse di sua spontanea volontà, pentito e desideroso di compensare con un supplemento di lavoro non dichiarato le malefatte legate alla manipolazione della macchinetta. Ma dall’ordinanza questo non risulta. L’approdo negli uffici a mezzo giorno e mezza accadeva il 5 luglio 2022 ma, seppur con orari diversi, la stessa cosa i finanzieri registravano il 6 luglio e il 29 settembre.

Il caso Mastronardi, la sua militanza con Zannini e la fratellanza con Innocenti

L’elemento più importante è anche quello più breve in quanto lo abbiamo già raccontato nei primi due approfondimenti dedicati a questa ordinanza. Il funzionario Tommaso Mastronardi era letteralmente a disposizione di due dirigenti di un settore ben preciso, quello dei servizi sociali dove si registrano bisogni, necessità che storicamente, ad Aversa ma anche in tanti altri posti della provincia di Caserta, del capoluogo stesso e, in generale, di tutta l’Italia meridionale, rappresentato un terreno fertilissimo per la realizzazione del cosiddetto voto di scambio.

I due dirigenti, per chi si fosse perso le puntate precedenti, sono la signora Cristina Accardo, coordinatrice dell’ufficio di piano dell’ambito intercomunale C6, in pratica il capo dei servizi sociali, nella parte in cui questi sono finanziati da importanti fondi regionali quelli della 328, e il signor Giovanni Gangi, dirigente del settore servizi sociali del Comune di Aversa, capofila di quell’ambito C6 di cui fanno parte anche diversi altri comuni limitrofi, coordinato dalla summenzionata Cristina Accardo.

Sin dal primo articolo di approfondimento su questa ordinanza abbiamo riconosciuto in Tommaso Mastronardi, colpito anche lui da divieto di dimora nella città di Aversa, (provvedimento fondato su seri indizi di colpevolezza se è vero come è vero che il tribunale del Riesame lo ha confermato in pieno) quella persona, di cui tanti ci parlavano, già attiva per contribuire alla costruzione e alla messa a punto di una delle liste principali riferibili “al solito” consigliere regionale Giovanni Zannini in vista delle prossime elezioni comunali dell’ 8 e del 9 giugno.

Mastronardi non ha smentito. E d’altronde neppure l’avrebbe potuto fare. Noi ci siamo cautelati conservando qualche fotografia probatoria, che oggi, stante il “silenzio assenso” del Mastronardi, andiamo a pubblicare.

Con il mio grandissimo amico“: questo scrive di lui Giovanni Innocenti, assessore targato Zannini durante l’amministrazione comunale di Alfonso Golia e assunto al Consorzio Idrico con una procedura da noi denunciata più volte come a dir poco discutibile.

Questo ancora scrive “Mio fratellone” : Giovanni Innocenti, uomo di punta di Zannini ad Aversa, colui al quale Zannini ha affidato la realizzazione di almeno una lista; uomo che alla luce di ciò che scrive in questi post pubblicati in Facebook, aveva presumibilmente già affidato a Tommaso Mastronardi, messosi a disposizione dei due dirigenti dei servizi sociali, le operazioni di reclutamento di candidati su cui far affluire più preferenze possibili alle prossime elezioni provenienti dal mondo su cui, in qualche modo, Mastronardi era in grado di incidere.

Aversa, città “mondragonizzata”

Ecco perchè noi stiamo provando a mettere in guardia gli aversani da quello che si configura come un imbarbarimento, come un precipizio della volgarità, come una sorta di assalto coatto alla diligenza dei voti facili; ecco perchè noi stiamo cercando di porre la questione della “mondragonizzazione” della città di Aversa.

E se l’analisi di questa ordinanza a partire dalla sezione cruciale della stessa, rappresentata a nostro avviso proprio dalla relazione tra il Mastronardi e i due massimi dirigenti dei servizi sociali la prima dell’ambito intercomunale, il secondo del Comune di Aversa, termina oggi non terminerà certo la trattazione di questo tema che riguarda un elemento di civiltà.

Aversa ha una media borghesia, o meglio aveva una media borghesia, di buona qualità. Qui non è questione di Giovanni Innocenti, di Luciano Sagliocco, di Olga Diana o di Federica Turco in quanto tali. Il punto è un altro: si tratta a nostro avviso di figure del tutto irrilevanti e incapaci biologicamente e anche per quello che hanno già avuto da Zannini, di rappresentarsi come interlocutori politicamente pensanti del consigliere regionale di Mondragone che rischia di diventare il re di Aversa. E francamente, da quella media borghesia che ha sempre avuto una forte identità, frutto anche della storia importante di questa città, un tracollo del genere, una resa incondizionata a queste orde barbariche non ce l’aspettavamo proprio visto che l’aria che tira, purtroppo, è proprio questa.