Parte del tesoro di Dante Passarelli resta allo Stato. Rigettato il ricorso dei figli

27 Febbraio 2024 - 11:34

VILLA LITERNO – La seconda sezione penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai figli di Dante Passarelli (Gianluca Passarelli, Biagio Passarelli, Franco Passarelli, Davide Passarelli) e dalla moglie dell’imprenditore, deceduto nel 2004 contro la sentenza della Corte di Appello di Napoli con la quale era stata confermata la confisca di alcune delle proprietà del capo famiglia.

Ricordiamo che, in un’altra procedura di confisca, questa era stati restituiti agli eredi (CLICCA E LEGGI).

I beni di cui si è trattato in udienza riguardavano immobili a Castel Volturno e Villa Literno, acquistati prima del 1988, anno in cui è stata segnalata la pericolosità sociale di Dante Passarelli, considerato vicino alla fazione Schiavone del clan dei Casalesi.

Secondo quanto accertato da un ingegnere nominato dagli eredi di Passarelli, i beni non avevano subito modifiche e attività edilizia e, quindi, sarebbero dovuti restare nelle disponibilità della famiglia, non essendo in alcun modo legati al rapporto tra Dante Passarelli e la criminalità.

Per quanto riguarda, invece, tre società di famiglia confiscate, la Ipam, la tenuta agricola La Balzana e la srl Immobiliare Bellavista, gli eredi di Dante Passarelli avevano riportato nel ricorso le dichiarazioni del custode giudiziario, il quale avrebbe segnalato che le società erano controllate

dai figli e che, quindi, si trattava di aziende di origine lecita.

Il primo motivo, quello sugli immobili. stato ritenuto inammissibile perché riguarda il merito della vicenda e non la legittimità, unica circostanza in cui può intervenire la Cassazione. Questa prova della mancata attività edilizia, infatti, scrivono i giudici dell’ultima istanza, doveva essere dedotta precedentemente.

Per quanto riguarda, invece le società, nella sentenza si legge, che trovate per intero in calce all’articolo, “sono state create con denaro posseduto esclusivamente da Dante Passarelli, soggetto pericoloso e nel periodo di pericolosità qualificata“.

Non è stata ritenuta illogica, quindi, la decisione del tribunale Santa Maria Capua Vetere prima della Corte di Appello di Napoli, poi relativamente alla confisca delle società.

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