PREFERENZE & INCARICHI. La filiera Zannini. L’assessore del sindaco Gino Pellegrino, strafedelissimo del consigliere regionale, fa il pieno di incarichi e di quattrini al Comune di Mondragone
4 Marzo 2024 - 18:20
Nel 2018 è entrato nell’Ufficio di piano per il Puc del Comune rivierasco. Poi 15 giorni fa gli è stata liquidata una fattura di 46mila e passa euro per la direzione dei lavori e non solo, tutto messo nero su bianco in una determina del dirigente Catanzano, che pubblichiamo in calce all’articolo.
MONDRAGONE (g.g.). Nessuno, vi giuro nessuno, può consentirsi di mettere minimamente in discussione, fino ad una prova contraria, che al momento non esiste assolutamente, le qualità professionali dell’architetto Pietro Feliciello. Come nessuno può consentirsi di porre in discussione le qualità professionali di ogni altro architetto d’Italia, della Campania e di questa provincia, né di ognuno degli ingegneri, né di ognuno dei geometri, né di ognuno dei geologi, ossia di tutti quei professionisti che operano dentro alla filiera dell’edilizia ed in quella della pianificazione territoriale.
Premesso ciò, non è campata in aria la polemica in atto a Mondragone sugli incarichi professionali, erogati dal Comune che, francamente, si fa fatica, oggi con Francesco Lavanga, ieri con Virgilio Pacifico, a non considerare un ente in realtà diretto e dominato in tutto e per tutto da un sindaco di fatto, che si chiama Giovanni Zannini.
Nell’anno 2018, quando già il rapporto personale e politico tra Giovanni Zannini ed il sindaco di Parete, l’imprenditore Gino
La questione si esaurì rapidamente, perché, tutto sommato, non è capitato solo a Mondragone che sia stato dato un incarico ad un professionista proveniente da un altro territorio. Oddio, il più delle volte, sono stati individuati prestigiosi studi professionali specializzati nella pianificazione territoriale, gestiti e diretti da grandi urbanisti. Il Feliciello, ripetiamo, con tutto il rispetto per la sua professionalità, non sembrò già al tempo una scelta collegabile a questa logica, offendo, invece, il fianco ad un’idea lottizzatoria collegata alla filiera, costruita da Giovanni Zannini con tanti sindaci di questa provincia e, puntualmente, alimentata, vivificata da soldi provenienti dal pubblico danaro.
E ciò, fino al 2018. Poco meno di sei anni dopo, precisamente il 15 febbraio scorso, ossia due settimane fa, allo stesso architetto Pietro Feliciello da Parete, assessore all’Urbanistica fino al 2 febbraio scorso quando ha lasciato la delega (ma il suo nome è ancora compreso nell’elenco degli assessori sul sito del Comune dell’agro aversano) ed oggi, sicuramente ancor più di prima, pupillo del sindaco Gino Pellegrino, è stata liquidata una fattura, formalmente inviata dalla società Mf Progetti sas di Pietro Feliciello, attraverso determina n.451 a firma del dirigente Salvatore Catanzano (uno che al tempo in cui c’era Schiappa era il male assoluto per Zannini, per quanto ne raccontava, a scopo di vederle pubblicate su CasertaCE, al sottoscritto, un giorno sì e l’altro pure), di 46.269 euro e, per essere proprio precisi, di 46.269 euro e 1 centesimo, per la direzione dei lavori e per il coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione del cantiere, relativi alla riqualificazione funzionale del campo sportivo comunale “G. Conte” in via Padule.
Ora, è vero e ci siamo anche resi conto di quanto sia importante, per Zannini, il campo sportivo, alla luce dell’evento organizzato qualche mese fa e al quale ha partecipato il governatore Vincenzo De Luca, scortato dal camorrista Pasquale Razzino, detto Scarola, ma un professionista, inserito a suo tempo in un Ufficio di Piano, incaricato di disegnare la Mondragone del 21esimo secolo, del terzo millennio, non si va a nominare direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza per il campo sportivo. Queste sono cose che si danno a giovani architetti, a giovani ingegneri, geometri, con determinate caratteristiche e non a persone considerate tanto preparate, tanto autorevoli come pianificatori territoriali, da affidargli la redazione, di cruciale importanza, di un Puc.
Ecco perché ed esclusivamente per questa ragione, il rapporto tra Giovanni Zannini e l’architetto Pietro Feliciello rafforza, almeno ai nostri occhi e per effetto dell’argomentazione appena esposta, il suo connotato clientelare. Si tolgono possibilità di lavoro a professionisti del posto, per far quadrare i conti complicati di tutta l’impalcatura politico-clientelare che ha consentito a Zannini, grazie all’apporto di Gino Pellegrino, messo, non a caso, anche a capo dell’Ente d’ambito dei rifiuti, e di tanti sindaci come lui, di conquistare la mega cifra di preferenze elettorali su cui lo Zannini può contare e che è stata messa completamente a disposizione di Vincenzo De Luca, già alle elezioni 2020 di una lista il cui brend si fondava esclusivamente sul nome e il cognome del governatore De Luca, il quale, ormai totalmente obnubilato da un’overdose da potere e da irreversibile delirio di onnipotenza, non ha alcuna difficoltà a star zitto e a fregarsene, dopo aver saputo di essere stato scortato, a Mondragone, da un camorrista che poche settimane prima era uscito dal carcere, dopo avere scontato una quindicina d’anni di galera. Poi, magari, qualche professionista fedelissimo di Mondragone viene riciclato altrove. Ma questo non è il metodo giusto, mentre più accettabile è l’idea che un’amministrazione comunale, fermo restando le norme che regolano la materia degli affidamenti di incarichi, in pratica violate da tutti i 104 comuni di questa provincia, può guardare con maggiore attenzione alle ragioni di professionisti del luogo.