ECCO COME RIENTRANO I RIBASSI sulle gare d’appalto della Provincia di Palmieri e Magliocca. Maxi variante a pochi euro dal limite massimo ai D’Alterio, sfiorati da sospetti di camorra

20 Marzo 2024 - 12:54

Sono presenti oltre 32 mila euro perizia di variante legata al bitume e alla segnaletica a favore della Clei, sulla cui genesi riportiamo alcuni cenni presenti anche su Il Mattino

CASERTA – Come spesso avviene negli appalti dell’amministrazione provinciale di Caserta, le spese aggiuntive portano a nuovi costi per l’ente guidato dal presidente Giorgio Magliocca.

Questa volta a richiedere una variante sul quadro economico è la società cooperativa Clei di Napoli, con sede a Piazza Vanvitelli.

Si tratta della società che si sta occupando dei lavori su tre strade provinciali, la numero 16 Trentola Ponte Accinito, La 33, Aversa Qualiano Villa Literno e la 109 Parete Tre Ponti.

La Clei si era aggiudicata i lavori in cantiere nell’aprile del 2023, grazie un ribasso del 38%, percentuale che sembra essere quella vincente quando si tratta delle procedure di gara bandite dalla Provincia di Caserta, e per un totale di importo per lavori pari a 222 mila euro.

Va tenuta da parte questa cifra perché è l’importo contrattuale iniziale, quello su cui si calcola la perizia di variante che, come prevede il Codice degli appalti, non può superare il 15 per cento.

Secondo quanto scrive il dirigente Giovanni Palmieri e l’architetto della provincia che segue i lavori, Michele Annunziata,

è stata necessaria un ulteriore spesa, causata dall’utilizzo di maggiore quantità del conglomerato bituminoso da utilizzare sulla sede stradale e per implementare la segnaletica. Questi costi avrebbero un valore pari a 32 mila e 343 euro.

Ovvero, il 14,57% dell’importo contrattuale iniziale, cifra che, evidentemente, sfiora quel 15 per cento, limite massimo dell’importo originario di contratto da poter attivare nelle perizie di variante.

Tutto legittimo, quindi, con la stipula di questo costo aggiuntivo per la provincia che andrà utilizzato dalla Clei tecnicamente solo per questo tipo di spesa, cioè il bitume e la segnaletica.

Ma di questa società cooperativa non è la prima volta che parliamo.

La Clei, ad esempio, si è aggiudicata i lavori per le infrastrutture di mobilità tra Marcianise e Maddaloni da 17 milioni di euro, gestiti dalla ZES della Campania, guidata dal presidente dell’asi Giosy Romano.

Sede a Napoli, ma cuore ed origine in provincia, a Quarto, per questa impresa.

Paolo D’Alterio, presidente del CdA, coadiuvato dalla moglie nel Consiglio, lei è la vicepresidente, e dal fratello Carlo, come responsabile dell’area Tecnica, guidano la Clei, una società che, però, si sviluppa tramite un’altra impresa: la Teknosud Costruzioni che prima affitta e poi vende alla cooperativa suoi asset, non meglio specificati nella visura di Clei, la cui suddivisione tra i proprietari, tra l’altro, non è segnalata.

Ma su Teknosud, rispetto a Clei, abbiamo trovato un interessante passaggio in un articolo datato 2016 e pubblicato da Il Mattino.

Secondo quanto è scritto nell’ordinanza sul clan Polverino, segnala la giornalista Daniela De Crescenzo, Salvatore D’Alterio, socio con il padre Francesco ed i fratelli Carlo, Paolo e Davide della Teknosud, avrebbe fornito “in posizione di asseverimento e sottomissione” informazioni al boss del clan Polverino Salvatore Liccardi, detto Pataniello, su alcuni lavori da compiere nella città di Quarto, “agevolando così il compito di Pataniello di esattore di tangenti ai danni dei costruttori del paese“.

Secondo gli inquirenti della procura Antimafia di Napoli, D’Alterio, ex socio nella Teknosud e fratello dell’attuale presidente della Clei, avrebbe dato indicazioni a Liccardi per le attività di racket. Inoltre, la giornalista segnala anche un incontro, sempre citando l’ordinanza di arresto di Pataniello datata 2011, tra Davide D’Alterio, il padre Francesco e un esponente di spicco dei Polverino.

Liccardi è accusato – assieme a Giuseppe Ruggiero e Raffaele D’Alterio – dell’omicidio di Tammaro Solli, freddato 25 anni fa nei pressi della rotonda Maradona, a ridosso dei comuni di Marano, Villaricca e Quarto.

Non sappiamo se Salvatore D’Alterio ha vissuto lo status di indagato, imputato, sia stato condannato, oppure abbia potuto dimostrare la sua estraneità rispetto a tali vicende che, comunque, fanno parte di un’ordinanza storica nella lotta alla criminalità organizzata nell’area nord di Napoli.

Chiaramente, restiamo a disposizione di Salvatore D’Alterio e della governance Clei qualora vogliano partecipare attivamente a questo approfondimento, integrando o rettificando quanto avete letto.

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