GELO IN AULA. L’avvocato Esposito Fariello, difensore di Mister Brioni Nicola “Monaciello” imbarazzato sulle domande all’ex cliente Nicola Schiavone jr.: richiamato dal giudice e dal pm

15 Luglio 2024 - 18:54

Raramente ci era successo di leggere, in un verbale di udienza, dei passaggi così strani, anomali. Addirittura il legale parte affermando coram populo di aver difeso il figlio di Sandokan, sua madre e ad altri esponenti di famiglia, lasciando quasi di stucco il collegio e il suo presidente. L’impressione che ne viene fuori, sicuramente diversa dal suo pensiero, è quella di una persona che quasi quasi vuol difendere se stesso ancor più del suo cliente

CASAL DI PRINCIPE (g.g.) – Nel leggere con attenzione le sessanta pagine del lungo interrogatorio a cui è stato sottoposto lo scorso 3 luglio il collaboratore di giustizia Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan, nell’ambito del processo che vede alla sbarra presunti membri del clan dei Casalesi, tra cui Nicola Schiavone detto Monaciello, l’uomo che era diventato un dandy con abiti da 10 mila euro marchiati Brioni, la stessa sartoria che rifornisce Carlo d’Inghilterra, e che, secondo alcune parole dette da Sandokan in colloqui privati, era divenuto grande a Roma negli appalti di RFI grazie a lui, abbiamo anche incrociato, precisamente a pagina 49, il controesame, ossia l’interrogatorio dell’avvocato difensore di Monaciello allo stesso Nicola Schiavone junior.

Mai ci era capitato di leggere un incipit delle domande così irrituale. Eppure, l’avvocato

Giovanni Esposito Fariello è considerato – noi non lo conosciamo quindi ci asteniamo da ogni definizione – un principe del Foro, titolare di uno studio qualificatissimo nel quale hanno fatto pratica o fanno pratica figlioli di eminenti magistrati.

Insomma, uno che non si fa condizionare o percorrere da emozione destabilizzanti. Eppure, la sua particolarissima condizione di avvocato difensore di Mister Brioni, al secolo Nicola Schiavone Monaciello, dopo esserlo stato di tutta la famiglia Schiavone, lo induce a specificare irritualmente una sorta di biografia professionale.

Ne rimaniamo stupiti noi, che non siamo degli addetti ai lavori, ma ci fa piacere vedere che anche il giudice, il presidente del collegio giudicante, la considera una roba strana.

Dice, in quella che doveva essere la sua prima domanda, l’avvocato Esposito Fariello, rivolgendosi a Schiavone Jr.: “signor Schiavone Nicola, sono l’Avvocato Esposito Fariello, suo ex difensore e difensore di sua madre, dei suoi fratelli, di sua zia“. Insomma, il legale avverte la necessità di presentarsi al testimone, pur sapendo bene che il testimone lo conosce benissimo e pur sapendo bene che la circostanza sia nota al pubblico ministero della DDA e allo stesso presidente del collegio.

Ma allora, perché questo grande avvocato esordisce in questa maniera? L’idea che ci siamo fatti è quella di una persona che vuole esorcizzare un qualcosa che potrebbe rendere poco credibile il suo ruolo. Come dire, io sono io, sono quello là che ha difeso tutti quando nessuno di voi era collaboratore di giustizia o disponibile a rispondere con ampia dovizia di particolare a qualsiasi interrogatorio – questa è la condizione di Giuseppina Nappa, moglie di Sandokan – ma questa situazione non inficia, non altera la mia piena potenzialità di essere l’avvocato di Nicola Schiavone senior e di essere un avvocato che oggi vi fa domande in grado di smontare le vostre affermazioni.

Insomma, un bell’arzigogolo che, tra le altre cose, non è neppure fine a se stesso. Perché quando Giovanni Esposito Fariello dà l’impressione di partire con una domanda, in realtà non parte. Leggete un po’:

Dif.: (Avvocato Esposito Fariello) no, gli voglio dire chi sono, mi voglio qualificare. Detto questo in premessa biografica, vorrei tornare sul tema degli anni ’70, “mio padre e Rafilotto – l’avvocato si riferisce ad un’affermazione fatta da Nicola Schiavone jr. – gestivano in prima questa società”, io le contesto che lei a pagina 8 del verbale del 30 luglio 2018 dice ancora testualmente: “non sono in grado di dire se nelle attività che sono seguite (sempre riferimento a questa società di fatto) mio padre abbia in qualche modo investito ovvero ci sia stata necessità di corrispondere somme di denaro per la crescita delle stesse”, è così?
P.M.: il contrasto dove sta?
Dif.: (Avvocato Esposito Fariello) il contrasto è fondante.
Presidente: è anomalo un po’ partire con la contestazione invece della domanda.

Il presidente del collegio giudicante – ci riferiamo sempre all’udienza del 3 luglio scorso – che ormai ha capito l’antifona, parla stavolta di “anomalia”, perché mai (aggiungiamo noi) il numero due può venire prima del numero 1. In effetti, l’avvocato fa prima la domanda e sulla risposta formula la contestazione.

Invece, in questo caso, facendo riferimento a dichiarazioni di Schiavone Junior, l’avvocato Esposito Fariello prima le contesta e poi, in una sorta di rovesciamento della logica dibattimentale, domanda se sulla sua contestazione assertiva il testimone sia d’accordo, quasi volesse intavolare un dibattito con il suo ex cliente Nicola Schiavone junior.

L’impressione è che il legale si incarti un po’ da solo e la sua spiegazione non migliora: “Non volevo ripetere quello che è stato già detto“. Che uno potrebbe pensare “e allora non lo dica proprio”.

Insomma, c’è la sensazione che l’ingresso in questo controesame dell’avvocato Esposito Fariello sia del tutto anomalo e risenta del ruolo pervasivo e fondamentale che il professionista ha avuto nelle difese full della famiglia Schiavone.

Il presidente, compresa la difficoltà e la confusione in cui versa l’avvocato Esposito Fariello, interviene come si fa per aiutare un giovane legale alle prime armi, ponendo la domanda nella forma in cui questa solitamente viene rivolta a un teste, in questo caso a Nicola Schiavone junior.