CAMORRA AL COMUNE DI CASERTA. Prove inconfutabili dalle informative della Mobile dell’infiltrazione del clan dei casalesi nei servizi sociali. Lagravanese, la Flauto, l’assessora Sparago e l’àut-àut sulle assunzioni di Carlo Marino

5 Settembre 2024 - 13:59

Strappa poi un sorriso la frase che lo stesso Lagravanese indicato come il referente del clan da diversi collaboratori di giustizia a partire da Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan, dice alla ex moglie aspettandola sotto al Comune di Caserta. “Attenta a Carlo Marino, quello è pericoloso”

CASERTA (g.g.) Noi abbiamo il problema, che affrontiamo anche con piacere, di dover presentare, ogni volta che ce ne occupiamo, dei personaggi di cui abbiamo scritto in centinaia di occasioni e che sonno dunque largamente conosciuti ai lettori più abituali di CasertaCe

Però, proprio in questo particolare momento è importante ribadire il profilo di queste persone che hanno avuto a che fare con l’amministrazione comunale di Caserta e dunque da chi la rappresenta  ossia a Carlo

Marino peraltro  inopinatamente confermato alla guida della sezione regionale dell’associazione nazionale comuni d’Italia nonostante i pesanti problemi giudiziari che lo affliggono, nonostante ciò che la magistratura inquirente e un coraggiosissimo gip Vecchiarelli, una che ha dimostrato di avere gli attributi a differenza di altri nel momento in cui ha firmato l’arresto dell’assessore ai lavori pubblici Massimiliano Marzo, del dirigente Franco Biondi e di tanti altri ancora.  Provvedimenti – ci riferiamo soprattutto a quello di Marzo – inopinatamente e a nostro avviso ingiustamente revocati da un tribunale del Riesame che evidentemente ha preso il garantismo per impunità permanente della politica casertana ladrona.

Carlo Marino sta ancora li con il supporto di un partito democratico che a Gennaro Oliviero ha fatto le pulci considerandolo alla stregua di un mercante di tessere e facendo pesare il micro avviso di garanzia per traffico di influenze, subito dalla Procura della Repubblica di Aversa- Napoli Nord. Potremmo dire che il Pd abbia inaugurato lo storico istituto politico che ne ha contraddistinto la storia, almeno quella che riguarda la parte diessina, pidiessina e comunista, di una doppia morale, figlia dell’autoproclamazione della “diversità” di un comunista rispetto a chi comunista non era, ma stavolta ad uso interno, una doppia morale delle correnti

Il nome che va di nuovo presentato è quello di Luigi Lagravanese. Più pentiti, a partire da Nicola Schiavone, figlio del fondatore del clan dei casalesi, il “quasipentito” Francesco Schiavone Sandokan, indicano in decine e decine di pagine di verbali presenti anche all’interno di ordinanze, come un esponente della imprenditoria dei servizi sociali a loro completa disposizione. A dire il vero più di un imprenditore a disposizione, ma un esponente del clan o quasi.

A Luigi Lagravanese è legato uno degli articoli in cui abbiamo potuto mettere insieme due registri classici della narrazione: quello drammatico, attinente alla denuncia di fenomeni criminali, e quello comico sviluppatosi attraverso delle scene, una in particolare, grottesche in grado di trattare un sorriso pieno e non solo sardonico.

Lo abbiamo appreso dalla lettura attenta di una delle informative, trasmesse dalla prima sezione della squadra mobile di Caserta, ai magistrati della Dda di Napoli.

Luigi Lagravanese attende sotto alle scale del comune di Caserta la sua bella ex moglie Sofia Flauto ai piedi delle scale del Comune di Caserta dopo che la donna era reduce da uno dei diversi incontri avuti con l’allora assessore ai servizi sociali, la morronese Maria Giovanna Sparago.

Luigi Lagravanese, abituato a parlare con Nicola Schiavone, con tutti i camorristi del clan dei casalesi in prima fila, avverte Sonia Flauto, donna di lunga e provata esperienza nei meccanismi relazionali quando c’era da conquistare spazi imprenditoriali nei settori dei welfare comunali sulle caratteristiche di Carlo Marino. Più o meno gli dice così magari più tardi troveremo nei documenti e nei nostri articoli la frase precisa: “attenta a Carlo Marino” quello è uno pericoloso”. Embè quando Guarino e CasertaCe hanno letto questa frase essendo in loro la goliardia prevalente sul moralismo hanno riso per almeno 5 minuti. Immaginatevi la scena: un camorrista di serie A dice alla ex mogli di stare attenta a Carlo Marino in quanto questi era pericoloso.

La posizione plastica, materiale di Luigi Lagravanese che attenda Sonia Flauto sotto al Comune indica che non solo una persona indagata e sospettata di aver fatto gli interessi della camorra sia andata al cospetto dell’assessore ai servizi sociali Maria Giovanni Sparago ma che il marito, che secondo i pentiti era in pratica un camorrista come loro, uno nato cresciuto e pasciuto a Casal di Principe nel brodo di coltura dentro al quale proliferava prima la mentalità e poi ogni prassi della criminalità organizzata, stava li ad aspettare Sonia Flauto da lui stesso invita a trattare con l’amministrazione comunale. Non si accontentava di una telefonata e dell’esposizione di un rapporto sull’esito di quegli incontri. Ne voleva essere messo a conoscenza immediatamente

Il clan dei casalesi, insomma, insisteva per assumere il controllo del piano di zona dell’Ambito territoriale C1 di cui era capofila proprio il Comune di Caserta, con quelli di San Nicola la Strada, Casagiove e Castel Morrone associati perché attraverso il piano di zona Lagravanese, direttamente collegato al clan dei casalesi avrebbe assunto il controllo di quelli che sono i fili conduttori dell’intera organizzazione e i progetti, finanziati per decine e decine di milioni di euro soprattutto dalla legge regionale n 328

Queste non sono deduzioni ma è ciò che è scritto dalla pagina 19 in poi dell’informativa protocollata con il numero 2591/2021/Sq. Mob. Ce. Sez 1^3° Sett. Che la squadra mobile di Caserta, Sezione Criminalità Organizzata ossia al già citata 1° sez, insieme alla Direzione centrale anticrimine e alla questura di Napoli Sezione Anticorruzione

Questo ruolo fondamentale di Lagravanese è messo nero su bianco nell’informativa che così recita “La necessità di FLAUTO Sofia di instaurare rapporti illeciti con i funzionari del Comune di Caserta e il concorso in tale dinamica delittuosa di Luigi Lagravanese, emergono dalla conversazione tra gli ex coniugi registrata, tra presenti, negli uffici della ECO di Aversa, il giorno 22.11.2019”

A questo punto non potendole pubblicare tutte, ma nell’archivio di CasertaCe le troverete, vi ripresentiamo qualche estratto delle conversazioni intercettate tra Lagravenese e l’ex moglie Sonia Flauto “una volta che lo prendo fuori dal Comune, dico…non voglio entrare nelle cose tue, pero dobbiamo approvare il piano di zona perché poi ci sta da mangiare per tutti quanti” . Ciò riferiva la Flauto riferendosi a un colloquio con l’assessora Maria Giovanna Sparago.

Attenzione qualcuno potrebbe dire, non certo quelli che hanno letto i nostri articoli a suo tempo, che questo non prova che ci siano state conversazioni tra l’ex moglie del presunto camorrista e l’assessora Sparago.

E invece no. Ci sono state eccome e sono state anche intercettate.

Pagina 18 della stessa informativa. La premessa dell’informativa è chiara: “Maria Giovanna Sparago ha, più volte, compulsato FLAUTO Sofia affinché quest’ultima assumesse – tra le figure professionali previste in determina – due soggetti poi identificati in Luana Picazio e Stanislao Natale”

“In particolare, è stato riscontrato che la stipula di un contratto di lavoro con gli stessi risultava concordata a monte (“.. .se non ci fai uno straccio di contratto a questi cristiani, anche di poche ore… ed ancora ‘ …questa cosa, l’ho detta dall’inizio che si doveva fare…” ) quale condizione imprescindibile per l’assegnazione della gestione di ulteriori servizi ad opera del Comune di Caserta in favore della Società Cooperativa ECO di FLAUTO Sofia.

Emerge, altresì, che tali condizioni sarebbero state dettate o, quantomeno, concordate con il Sindaco di Caserta, MARINO Carlo difatti, durante la predetta conversazione, le interlocutrici affermano difatti, durante la predetta conversazione, le interlocutrici affermano:

SPARAGO Maria Giovanna: “...quello… quello lo so come fa Carlo… allora… un paio di volte mi ha fatto le cazziate. però mi ha fatto proprio sa. che teneva pure ragione!

FLAUTO Sofia: . “e tu vacci a parlare con il contratto…

SPARAGO Maria Giovanna: “e per questo ti sto a dire… facci tutto e poi dici… quando mi pagheranno vi darò. capisci… capisci.. .è anche un fatto per sollecitare il tutto!’

“Sul punto, giova precisare che all’esito degli accertamenti svolti sui dati di traffico delle utenze dei due soggetti assunti, è emerso che gli stessi non hanno mai avuto alcun contatto telefonico con Maria Giovanna Sparago, ma di averne intrattenuti, nel periodo d’interesse, direttamente con il Sindaco Carlo Marino”

Amen