MONDRAGONE. Incontri tra politici, imprenditori e faccendieri nel cimitero per pilotare gli appalti. Saltano fuori i “telefonini puliti”
23 Settembre 2024 - 10:10
Ormai se ne parla da tempo e forse oggi è arrivato il momento di cominciare a scrivere almeno qualcosa di quello che questo giornale sta mettendo pazientemente insieme sopportando la vergogna degli attacchi della calunnia. Attenzione, in questa vicenda abita anche la lucida follia del narcisismo di un’impostura che non gode solamente del potere acquisito ma anche dell’idea di essere talmente geniali da poterla fare a chiunque e. Poi ci sarebbe in punto fondamentale di falsi buoni e delle false guardie che sono diventati i maggiori alleati della creazione di un sistema senza nessun precedente nella storia, non di Caserta, ma forse addirittura del nostro paese
MONDRAGONE (g.g.) Spesso c’è qualcosa in più rispetto alla semplice necessità di disputare l’antropologica, escatologica guerra tra guardie e ladri. Le guardie, quando sono messe in condizione di fare pienamente il loro lavoro, inseguono i ladri, mentre i ladri cercano di non farsi acchiappare.
Solitamente tutto ciò avviene nello schema di una finalizzazione sobria, asciutta, priva di altre finalità e di un qualsiasi tipo di sovrastruttura. Ci sono delle occasioni, invece, dei contesti, in cui i ladri realizzano dei sistemi molto complicati che magari all’inizio possono dare il vantaggio dell’imprevedibilità ma che alla fine vi si ripercuotono contro. Perché se il ladro scappa e lo fa concentrandosi solo sulle sue gambe, allora ciò accade in un sistema che l’impostore ha già regolato in partenza, sapendo ciò che può fare e ciò che non può fare, ma soprattutto fino a dove può arrivare, osare. Se, invece, va al di là, se l’equilibrio tra il possibile e l’illegale, anzi, tra il possibilmente illegale si rompe, allora vuol dire che c’è qualcosa in più che va al di la dell’atavica battaglia tra guardie e ladri, concentrati ognuno solo e solamente sulla variabile principale ossia i ladri che scappano, le guardie che inseguono e possibilmente acchiappano. C’è una sorta di rischio supplementare, eccedente rispetto a quello fisiologico affrontato nella vita da chi ha deciso di fare il rapinatore, lo scippatore, il killer, il politico ladro etc.
La storia della criminologia contiene, infatti, casi in cui si crea una sorta di narcisismo del delinquente. Questi non si accontenta di raggiungere l’obiettivo, ma gode di una sorta di derivata seconda che con gli anni diventa sempre più invadente: l’aver fatta sotto al naso a chi lo vuole acchiappare. E allora rischia di più, si muove a volte come se stesse in un film sui servizi segreti. Perché ha bisogno di dire prima a se stesso per poi mostrarlo agli altri, ai tanti che ammirano l’intelligenza e la scaltrezza di un impostore, che lui è il migliore di tutti
Ma un gioco pericoloso diventa complesso e tante volte si avvita su se stesso. E più diventa complicato più aumenta la possibilità di compiere un errore
Da quanti anni si parla a Caserta di uno o più politici appassionati di comunicazioni telefoniche? Guardandoli operare, a volte ci siamo chiesti perché condissero certe loro attività di azioni evitabili. Tutto sommato un imbroglio, una gara d’appalto da truccare o un affidamento diretto, un concorso da taroccare avrebbero potuti essere definiti, rischiando di meno, facendo, magari, qualche chilometro in più in auto, qualche incontro fisico magari in aperta campagna limitandosi solamente a “dimenticare” lo smartphone
E invece no, il telefonino diventa volutamente il filo dell’equilibrista, diventa lo strumento centrale di un gioco di abilità e di trasgressione patologica. E allora lo metti in auto e lo fai partire col tuo autista, poi gli togli le batterie, poi studi tutte i meccanismi per trasmettere messaggi in codice, poi ti arrestano Durov e anche Telegram diventa uno strumento pericoloso.
Un eccesso di utilizzo in questa nostra analisi della materia antropologico criminale? Non crediamo. Quale luogo più iconico di un cimitero ci può essere per organizzare incontri furtivi, che evochino sequenze romanzate di grandi criminali, passati anche alla storia? Il cimitero è un luogo molto più versatile di quanto la gente comune possa lontanamente immaginare. E’ il luogo del ricordo, della morte, dell’identità familiare, della pietas ma i libri gialli ci raccontano spesso che è anche il luogo in cui si organizzano gli incontri più decisivi, pericolosi, furtivi. In un cimitero ci si va per fare il proprio dovere di persona umana ed è complicato sulla carta dimostrare che ci si vada per altri motivi
E allora il narcisista dell’impostura lo utilizza perché il cimitero diventa l’ennesima trovata, l’ennesima idea geniale che nutre un ego malato. Ed è nel cimitero di Mondragone che questi incontri si sarebbero svolti per truccare delle gare d’appalto, per stipulare degli accordi corruttivi, per istruire persone apparentemente terze, ovviamente non per noi di CasertaCe che queste cose le conosciamo da anni, affinchè diventino gli apparenti protagonisti di una procedura amministrativa illegale che si vuol fare apparire lecita e legale
E i telefonini? Alla post impostura non basta più lasciarli in un’auto o fuori da una stanza. Bisogna andare oltre: occorrono telefonini puliti, cioè sicuramente non intercettati e che non accolgono sistemi di trojan etc.
Beh, a dirla tutta questa non è un’invenzione, ma un sistema che la criminalità organizzata, la camorra soprattutto quella del clan dei casalesi in special modo con i suoi riciclatori di danaro sporco, i grandi trafficanti di stupefacenti hanno utilizzato e utilizzano da una vita. Insomma, sui telefonini “puliti” non c’è, ci scusi, per dirla alla Pino Daniele, il “narcisista in azione” se lo deludiamo, nessun inventore nel presente. Solo un imitatore che vuol sentirsi più ladro dei ladri, sentirsi più figo di un camorrista. E’ questione di atavismo criminale. Chi è nato così, chi rubava i motorini nell’adolescenza, chi si è sentito sempre a suo agio a contatto con i boss, semi boss, chi non ha ricevuto la cura da parte di quelli che certi segni avrebbero dovuto cogliere, asseconda giorno per giorno il suo destino, il suo modo di essere perché non sa e non potrà mai essere diverso da quello che è.
Ma non è detto che alla fine vincano sempre i buoni e perdano i cattivi. Soprattutto quando i buoni, le guardie, com’è successo nei casi di questi politici, hanno marcato colpevolmente visita di fronte a un sistema che era ed è sotto gli occhi di tutti, per anni e anni. Anche se, a pensarci bene, ciò è avvenuto perché, oltre ai buoni e ai cattivi il mondo, l’Europa, l’Italia, la Campania e la provincia di Caserta sono pieni di falsi buoni, di farisei, di false guardie, di sepolcri imbiancati dimostratisi i migliori alleati degli impostori mattutini, pomeridiani, serali e notturni.