LA NOTA. Le accuse circostanziate del boss Antonio Iovine o ninn, il sonno della magistratura Antimafia e per Biagio Lusini è stato come vincere alla lotteria

29 Settembre 2024 - 11:21

Prima le dichiarazioni del super pentito, che parlava da capo del clan dei Casalesi, poi la vicenda della scuola privata. Il feudo teverolese sembrava inespugnabile Fino a venerdì scorso….. forse

TEVEROLA (giaguar) – Il malaffare ha fatto il paio con l’impunita’ per anni e anni a Teverola, che, in un clima di apparente fragilità dell’azione penale, ha visto, mano.mano, Biagio Lusini, dominus di ieri e di oggi della politica locale, ringalluzzirsi, assumere nuovo coraggio, nuova linfa da quando, forse incredulo lui stesso, nulla, incredibilmente nulla gli era era successo e in nulla era incorso nonostante ciò che Antonio Iovine, detto o ninn, uno dei capi storici del clan dei Casalesi, che su Lusini non aveva certo avuto peli sulla lingua, quando, da neo collaboratore di giustizia e godendo di un credibile marchio dop, riconosciutogli da ogni magistrato antimafia, definendolo uno stabile punto di riferimento per gli interessi del clan sulla piazza di Teverola.

Lusini se l’aspettava qualcosa altrimenti non si sarebbe mai dimesso dalla carica di consigliere comunale, sulla carta di opposizione, in realtà già in pieno controllo dell’allora sindaco Tommaso Barbato, uscito a sua volta dal cilindro di Stefano Graziano, quando temette che qualcosa di grosso potesse saltare fuori, a seguito delle denunce di questo giornale, a cui si era aggiunta anche quella di Striscia la Notizia, dalla scuola privata aversana, di cui Lusini era socio di fatto del suo amico Sasso dimessosi a sua volta e in contemporanea dalla carica di consigliere comunale.

Qualcosa si potrebbe dire sullo scarso appeal riscosso proprio dall’indagine sulla lottizzazione Schiavone, sulla lottizzazione Schiavone, aperta in ambito Dda, ma a cui, sostanzialmente, la Dda non ha creduto granché dal momento che ha trasmesso gli atti alla procura ordinaria di Aversa, salvo accorgersi dopo qualche tempo che la camorra è scesa in campo pesantemente, direttamente e sfrontatamente in campo nell’ultima campagna elettorale a favore di Lusini e Caserta, schierano in lista e facendo naturalmente eleggere la nipote diretta del capo zona di Teverola del clan dei Casalesi e piazzando l’attuale reggente del capozona, più o meno temporaneamente impegnato nelle patri galere, davanti si seggi elettorali, come la Dda stessa ha messo nero su bianco nella recente ordinanza che ha condotto all arresto 42 persone della consorte tua criminale carinarese – teverolese Picca – De Martino e contraddicendo un po’ se stessa e quel frangente in cui, pigramente, aveva trasmesso gli atti della lottizzazione Schiavone, imperniata sulla figura di Biagio Lusini così come sulla figura di Biagio Lusini ruotano tutti gli eventi drll’appena citata campagna elettorale delle Comunali dello scorso giugno.

E invece, nulla. Dagli uffici della Dda calma piatta. E allora, per Lusini, è stato come vincere alla lotteria. A quel punto, dopo averla, senza alcun senso logico, scampata bella, doveva trovare solo.un nuovo prestanome politico, tenendolo sotto stretto controllo attraverso l’elezione di un numero più alto. possibile di consiglieri comunali devoti solo a lui, all’inossidabile, immarcescibile Biagio Lusini.

Detto, fatto: Gennaro Caserta, sindaco apparente e Lusini a controllare tutte le partite che contano, quelle in cui si sviluppa il potere vero, quello dei soldi e degli interessi.