Imprenditori casertani truffati dal poliziotto della pen drive rubata dal covo di Michele Zagaria. Arriva la prescrizione, ma…

8 Ottobre 2024 - 10:48

CASAPESENNA – Sconto di pena in corte di Appello per Oscar Vesevo, il poliziotto accusato di aver fatto sparire una pen drive dopo l’arresto del capoclan dei Casalesi Michele Zagaria, dal covo di via Mascagni a Casapesenna.

Se quattro anni e sei mesi per peculato ed un anno e 8 mesi per truffa fu la condanna ricevuta dai giudici del tribunale di Aversa Napoli Nord, con l’esclusione dell’aggravante mafiosa, praticamente dimezzata la pena per il poliziotto.

La corte di Appello di Napoli ha infatti derubricato il reato di peculato in furto aggravato, trasformando la condanna a 3 anni e tre mesi.

Passiamo ai casi di truffa. È caduta la condanna a un anno e otto mesi per intervenuta prescrizione.

Vesevo, difeso dall’avvocato Giovanni Cantelli, ha truffato alcuni imprenditori casertani e dell’agro Aversano in particolare, tra cui anche l’ex sindaco di Teverola, da qualche giorno a rischio arresto, Biagio Lusini, facendosi dare decine di migliaia di euro come anticipi per la gestione di pratiche di acquisto di lussuose case al mare tra il litorale di Formia, Gaeta e non solo.

Resteranno, però, per Vesevo il pagamento dei risarcimenti, da quantificare – come sempre – in separata sede e anche le spese processuali.

Nonostante l’intervenuta prescrizione, i giudici dell’Appello hanno riconosciuto la responsabilità di aver compiuto il reato di truffa anche ai danni di Michele Laiso, supportato dall’avvocato Mario Griffo.

In primo grado il caso di Laiso era stato stralciato, con l’assoluzione di Vesevo a causa della querela tardiva presentata dall’imprenditore di Aversa. La corte di secondo grado, invece, ha ribaltato questa decisione.

La prescrizione eviterà la condanna all’ex poliziotto della Squadra Mobile di Napoli, al tempo guidata dall’attuale capo della Polizia, Vittorio Pisani, di cui Vesevo era uomo di fiducia, evidentemente mal riposta, tanto da essere uno degli agenti da entrare nel covo del superboss Michele Zagaria.

Vesevo dovrà comunque pagare, come detto, un risarcimento da quantificare agli imprenditori truffati, tra cui anche Laiso.