OMICIDIO NELLA FAIDA DI CAMORRA. La Dda invoca 110 anni di carcere per il fratello di Sandokan e altri quattro

10 Ottobre 2024 - 17:13

Il movente dell’omicidio fu quello dell’affermazione della supremazia dei Casalesi sul clan rivale.

SAN CIPRIANO D’AVERSA – Dinanzi al gup Marco Discepolo del tribunale di Napoli il sostituto procuratore Simona Belluccio della Dda di Napoli ha richiesto nella sua requisitoria 30 anni di carcere ciascuno per Walter Schiavone fratello di Sandokan, Raffaele Rafilotto Diana, Vincenzo Zagaria; 10 anni di reclusione per i collaboratori di giustizia Nicola Panaro e Giuseppe Misso. 

Secondo la ricostruzione della Dda gli imputati insieme a Oreste Caterino (deceduto) avrebbero teso un agguato a Domenico Cioffo, a San Cipriano d’Aversa il primo febbraio 1995 durante la faida di camorra tra il clan dei Casalesi e quello di Giuseppe Quadrano, del quale era un affiliato, provocandone la morte. Il movente dell’omicidio fu quello dell’affermazione della supremazia dei Casalesi sul clan rivale.

Per la DDA di Napoli, Walter Schiavone e Vincenzo Zagaria diedero l’ordine di assassinare Cioffo, mentre Giuseppe Misso, Nicola Panaro e Oreste Caterino, quest’ultimo deceduto, sarebbero stati gli esecutori, partecipando sin dalle fasi relative alla ricerca delle armi e dell’auto. Raffaele Diana, secondo la procura, avrebbe avuto il ruolo di specchiettista.

Francesco Compagnone, invece, avrebbe messo a disposizione per almeno due giorni la sua casa di San Cipriano d’Aversa così da consentire agli esecutori di parcheggiare la macchina utilizzata per l’omicidio, depositare le armi usate per l’esecuzione, ma occupandosi anche di far sparire la macchina usata.

Nel collegio difensivo gli avvocati Pasquale Diana, Pasquale Davide De Marco, Maurizio Balzano, Maria Di Cesare, Antonio Di Micco.