L’OMICIDIO DI ANGELO VASSALLO E L’ARRESTO DI FABIO CAGNAZZO. Quelle registrazioni portate via a Castello di Cisterna, i depistaggi, la trasmissione de Le Iene e la camorra scafatese
7 Novembre 2024 - 15:07
Nulla di nuovo sta emergendo in queste ore rispetto a ciò che si sapeva già, soprattutto dopo la puntata speciale del programma di Italia Uno dedicata al delitto, pure relativamente al depistaggio che Cagnazzo tentò per cercare – a detta di chi non si è mai fidato di lui – di incastrare un uomo italobrasiliano, poi scarcerato. Ma sicuramente nell’ordinanza odierna dev’esserci qualcosa di inedito per spingere il giudice a compiere un’iniziativa mai assunta in precedenza. A quattordici anni di distanza sono scattate le manette anche per il brigadiere Lazzaro Cioffi, per Romolo Ridosso, ora pentito, ma in passato esponente del clan scafatese Loreto-Ridosso, e l’imprenditore Giuseppe Cipriano
AVERSA – Secondo i magistrati della procura di Salerno che hanno ottenuto, per l’omicidio del sindaco Angelo Vassallo, l’arresto del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, originario di Aversa, dell’ex brigadiere dell’Arma, Lazzaro Cioffi, residente a Casagiove ma originario di Maddaloni, passato alla storia come il carabiniere infedele, dopo la sua condanna per traffico di droga, del figlio del boss nonché collaboratore di giustizia, Romolo Ridosso, del clan di Scafati Loreto-Ridosso e dell’imprenditore Giuseppe Cipriano, l’ufficiale normanno dei carabinieri avrebbe organizzato insieme agli altri indagati l’uccisione del primo cittadino di Pollica, avvenuto dieci anni fa, durante il periodo estivo che Cagnazzo era abituale trascorrere nel Cilento.
Occorrerà leggere l’ordinanza perchè al momento non è emerso nulla di nuovo rispetto a quanto si sapesse già, soprattutto grazie ad una puntata speciale de Le Iene andata in onda un paio di anni fa e che ricostruì alcuni passaggi non chiari e sicuramente sospetti, primo tra tutti la rimozione delle registrazioni di alcune telecamere di sorveglianza che sarebbero potute essere utili ai carabinieri cilentani e che il colonnello Cagnazzo, con un’operazione strana e illegale, come lui non poteva non sapere, portate via dal militare e portate alla caserma di Castello di Cisterna che guidava.
L’idea di immagini rubate o manipolate è stata sempre un’ipotesi viva per gli inquirenti e apparse sempre debole la tesi, portata avanti da Cagnazzo, che dichiarò – manco fosse una recluta entrata da due mesi – di essersi impossessato di quelle immagini per supportare le indagini, anche se non era minimamente di sua competenza territoriale, essendo attivo in un luogo lontano da Pollica.
Era un periodo difficile per Vassallo, come raccontato sempre dal programma di Italia Uno e così riportato dalle agenzie che hanno raccontato dell’arresto stamattina compiuto dai Ros a Roma, dove Vassallo abita, e al quale si è legata anche una perquisizione.
I giorni difficili erano quelli di un sindaco che, secondo la ricostruzione de Le Iene, si era opposto con tutte le sue forze ad un traffico di stupefacenti e agli sbarchi di droga nel porto di Acciaroli.
Vassallo si era dichiarato pronto a denunciare esponenti delle forze dell’ordine locali che lui riteneva collusi con gli interessi dei clan malavitosi gestori del traffico degli stupefacenti.
Ma, ripetiamo, queste sono informazioni già uscite più volte in passato e che fino ad ora non avevano indotto il tribunale di Salerno ad autorizzare l’arresto di Cagnazzo e degli altri.
Non è improbabile dunque che sia emerso qualche fatto nuovo, qualche testimonianza che fino a poco tempo fa gli inquirenti, che solo un anno fa avevano ascoltato l’ufficiale in un lungo interrogatorio nel quale Cagnazzo respinse ogni accusa, non avevano a disposizione.
Ma, ripetiamo, questa era solo una supposizione. Bisognerà analizzare l’ordinanza in modo da capire perché un gip ha ritenuto che questa volta ci fossero le condizioni per arrestare Cagnazzo, Cioffi, Ridosso e Cipriano.