L’OMICIDIO DEL SINDACO, il microscopio di CasertaCe. L’ora del delitto, il ritrovamento, l’arrivo dei cc speciali e quella Lucky Strike gettata dal colonnello Fabio Cagnazzo

18 Novembre 2024 - 15:17

Mettiamo la nostra esperienza in funzione per ragionare attorno a gli elementi raccolti dai pubblici ministeri e dall’ampio contributo di polizia giudiziaria da essi ricevuto ad opera di reparti scientifici specializzati dei carabinieri e autorevoli periti, attinti dai migliori professori universitari di medicina legale

AVERSA (Gianluigi Guarino) Sull’ordinanza Vassallo-Cagnazzo-Cioffi, stiamo cercando di ripercorrere in maniera pedissequa, non trascurando nulla e, soprattutto evitando di svolgere quelle attività veloci, più sbrigative, tipiche di un giornale di piccole dimensioni che non ha il tempo materiale di leggere lunghe ordinanze in maniera analitica. Però, nel caso dell’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, che ha portato all’arresto tra gli altri del colonnello dei carabinieri, originario di Aversa, l’ultra conosciuto Fabio Cagnazzo, e dell’ex brigadiere dell’arma, il maddalonese Lazzaro Cioffi, stiamo facendo uno strappo a questa regola tornando a una nostra antica tradizione che ci portava a trascorrere giornate intere sulla lettura di atti giudiziari complessi. Lo facciamo perché questa storia lo merita.

Non tanto per l’identità e per la cifra di notorietà del colonnello Cagnazzo, ma perché la vicenda si configura con i connotati tipici del super giallo che si offre, di per sé, anche ad una percezione di romanzo, ma purtroppo stavolta romanzo non è, nel senso che attira molti appassionati del genere

In alcuni articoli non leggerete delle novità rispetto a quelle emerse soprattutto nell’ambito di trasmissioni televisive come lo speciale de Le Iene che a questo omicidio hanno dedicato uomini mezzi e produzioni. Però, siccome noi non siamo più fessi de Le Iene, riteniamo di avere esperienza e intelligenza per farci un’idea personale su quelle che sono le ragioni, soprattutto quelle contenute nei dettagli dell’inchiesta, che hanno indotto la Dda di Salerno, attraverso la Procura della Repubblica di cui fa parte, a chiedere e ad ottenere l’arresto di Fabio Cagnazzo.

IL CADAVERE, I TEMPI DELLA SUA SCOPERTA E DELL’ARRIVO SUL POSTO DEI CC SPECIALIZZATI

Focalizziamo due elementi temporali: il cadavere di Angelo Vassallo, ucciso tra le 21.10 e le 21.15 del 05/09/2010 orario stabilito mettendo insieme minuziosamente elementi d’indagine che qui non vi stiamo a specificare per non allungarci più di tanto, viene rinvenuto dal fratello Claudio alle ore 01.47 del 6 settembre dunque circa 4 ore e mezza dopo la realizzazione del delitto. L’arrivo sul posto dei reparti specializzati dei carabinieri, in grado di operare nell’analisi scientifica della scena del delitto, avviene, invece, alle ore 5.00

Per essere più precisi, sulla strada della morte, giungono i carabinieri delle sezioni investigative scientifiche del Reparto Operativo Nucleo Investigativo di Salerno. Questi due scarti di tempo rappresentano, a nostro avviso, un vantaggio per l’assassino/i di Angelo Vassallo. I primi militari in grado di visitare la scena del delitto con cognizione di causa scientifica arrivano infatti 7 ore e tre quarti dopo la commissione dell’omicidio e 3 ore e 13 minuti dopo la scoperta del cadavere da parte di Claudio Vassallo. Per cui, c’è da ritenere che siccome il fratello chiama per primi il medico della guardia medica e il medico di base di famiglia i carabinieri della radiomobile della compagnia di Agropoli, di cui non si parla nella ricostruzione del delitto all’interno dell’ordinanza, siano arrivati dopo le 2.00

Quando alle 5:00 giungono i cc ”scientifici” la scena del delitto è stata sicuramente recintata ma probabilmente ciò non ha impedito che essa fosse più o meno contaminata dal fatto che a Pollica, nella sua frazione di Acciaroli e dintorni la notizia si è già propagata. Per cui sul posto, come viene invece scritto nell’ordinanza, arrivano circa 60 persone tra parenti, curiosi e affini. E arrivano largamente prima dell’ingresso sulla scena dei carabinieri della scientifica

Questo non è un particolare irrilevante in un procedimento complesso nel quale elementi indiziari chiamati a convergere, dall’attività dei pubblici ministeri, verso una discriminante logica per la creazione di un’accusa in grado di reggere in un processo fino ad ottenere la condanna di quelli che i pm ritengono i rei.

Sul posto, sempre dopo le 5:00 del mattino in un orario non specificato nell’ordinanza, quindi non sappiamo se insieme ai loro colleghi del R.O.N. o separatamente, convergono anche i carabinieri di un altro reparto speciale, il S.I.S. dotati di una specializzazione scientifica ancor più mirata sulle sostanze stupefacenti e sono questi militari che rinvengono un filtro semi bruciato di una sigaretta Lucky Strike, dunque, non una sigaretta fumata normalmente e finita con l’abbandono del mozzicone. I fumatori sanno che bruciare un filtro può anche essere un’attività specifica che esula dal consumo semplice della sigaretta in quanto tale. Quindi chi brucia il filtro lo può fare casualmente ma anche volontariamente, a voler pensar male per cancellare ogni traccia del proprio DNA. Questa considerazione sulle possibilità legate all’origine della combustione del filtro le aggiungiamo noi.

LA SALIVA DI CAGNAZZO SULLA LUCKY STRIKE E LA SUA PRESENZA, MAI NEGATA, SUL LUOGO DEL DELITTO

Ma ora andiamo oltre con gli altri elementi d’indagine raccolti dagli inquirenti. Le analisi genotipiche stabiliranno poi che la traccia biologica rinvenuta su questo mozzicone combusto è totalmente sovrapponibile a quella estratta dal campione salivare di Fabio Cagnazzo

Il mozzicone di Lucky Strike è ritrovato in un terreno che insiste nella parte destra dell’auto di Angelo Vassallo a circa 4metri e 50 centimetri, cioè a 4 metri e mezzo, dalla stessa. Ricordiamo che l’assassino ha colpito il sindaco, secondo la ricostruzione ufficiale dei corpi specializzati dei carabinieri, dietro all’orecchio attingendo il cervelletto, al collo, al petto e al fegato, con il corpo ritrovato seduto sul sedile del conducente con la testa reclinata a destra e con il finestrino del guidatore aperto che, per gli inquirenti rappresenta una prova del fatto che Vassallo lo avesse abbassato in quanto conosceva il suo killer circostanza rafforzata dalla posizione dei due piedi uno posizionato sulla frizione e l’altro, quello destro sul freno. Quello che si è poi rivelato il suo carnefice si è, dunque, posizionato mentre esplodeva 9 colpi di una pistola calibro 9×21 mai ritrovata, proprio dal lato del conducente.

Fabio Cagnazzo non ha negato di essere stato uno tra i 60 recatosi sul posto del delitto. Una circostanza, una scelta che non può rappresentare di per se una stranezza in quanto Cagnazzo era letteralmente di casa ad Acciaroli dove trascorreva da decenni le sue vacanze sin dai tempi in cui, da giovane capitano partecipava al codazzo serale di un famoso generale dell’epoca che, a piedi, riusciva a fendere l’enorme folla che brulicava allora, come del resto oggi, nelle splendide stradine della frazione di Pollica, nel meraviglioso centro storico di Acciaroli. Fabio Cagnazzo conosceva tutti; Fabio Cagnazzo si era incrociato con il sindaco Angelo Vassallo in un locale del porto di Acciaroli, porgendogli anche il saluto, verso le 21:00 ossia pochi istanti prima che Vassallo si dirigesse verso la propria abitazione dove non sarebbe mai arrivato

Ricapitolando, sempre aggiungendo in maniera cauta l’espressione “di per se” la presenza successiva di Fabio Cagnazzo sul luogo del delitto insieme a tante altre persone del posto non può rappresentare per tutti questi motivi un elemento strano, anomalo, che per definizione, per l’appunto, lo ribadiamo forte e chiaro, di per se, si vada a configurare come indizio di colpevolezza o come ausilio alla costruzione di un indizio di colpevolezza.

Ma questo è solo l’inizio della storia narrata nell’ordinanza. Vedremo nella ricostruzione successiva, operata dagli inquirenti della Procura di Salerno, se il fatto di questa Lucky Strike fumata da Cagnazzo e ritrovata, in quel posto preciso, a 4.50 centimetri dallo sportello di destra ossia lato passeggero dell’auto di Angelo Vassallo, andrà a rappresentare o meno, al di la della nostra valutazione fondata sul “di per se” ampiamente suscettibile di emendamento, un elemento fondante o complementare dell’accusa formulata ai suoi danni.

Ovviamente l’idea che quel mozzicone sia stato rilasciato nella fase successiva al delitto, quando Cagnazzo si era recato sul posto parimenti a tante altre persone, è una supposizione mentre è certezza che Cagnazzo l’abbia gettata in quel preciso centimetro quadrato in cui è stata ritrovata. Chi è stato infatti fumatore o è fumatore sa che capita spesso che la sigaretta fumata non sia gettata ai propri piedi ma lanciata, il più delle volte, creando una sorta di piccola fionda con il dito pollice e con il dito medio. Ovviamente le potenzialità della misura del lancio sono variabili ma riteniamo non superiori al metro e mezzo. Per chiudere questa piccola querelle occorrerebbe sapere se quel filtro bruciato fosse accompagnato o meno da una traccia della testa della sigaretta e se questo risultasse o meno schiacciato da un piede. Schiacciato significherebbe sigaretta fumata in quel posto in cui è stata ritrovato, non schiacciato probabilmente no. 

Alla prossima puntata