LA NOTA. Altro che Robespierre, è solo questione di dignità: L’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE VA “ARRESTATA” TUTTA e il palazzo murato. Il caso della società del 19enne è da vomito

3 Dicembre 2024 - 11:47

Ritorniamo oggi sulla notizia dei due affidamenti diretti, con richiesta di presentazione di offerta ad un’impresa letteralmente neonata compiuta il 23 ottobre, ovvero il giorno prima delle perquisizioni al palazzo provinciale e agli uffici di Giorgio Magliocca, indagato per corruzione. La verità è che lo stesso Magliocca e compagnia hanno goduto, chissà perché, ma proprio chissà, di un’impunità totale e di una licenza di uccidere la legge e il diritto un giorno sì e l’altro pure

VILLA LITERNO (g.g.) – Mo’ qualcuno dirà che siamo fissati con gli appalti alla Provincia? E su che dovremmo essere fissati visto che, a nostro avviso, tra assunzioni immeritate, forse pagate, e gare per lavori e servizi, l’amministrazione provinciale di Caserta ha usato in maniera criminale almeno 150/200 milioni di euro?

Avrebbe detto il Beppe Grillo di una volta che piaceva a tanti, anche al sottoscritto, quello delle denunce esplicite ed impietose: “qui

c’è da impazzire“.

Da Villa Literno ci dicono che è Gabriele Di Fraia è un figlio d’arte, almeno in parte.

Il papà è un imprenditore edile, il figliolo, invece, no. A lui non piacciono i mattoni, ma è l’enfant prodige della Coca-Cola e del Chinotto

Come scritto ieri (CLICCA E LEGGI), il giovane Di Fraia, a 19 anni appena compiuti, ha costituito un’impresa a fine settembre.

Un’impresa che il 16 ottobre non risultava ancora attivata dalla Camera di commercio e che dunque non poteva emettere fatture, ma che, non appena ha avuto questa autorizzazione formale, già il 23 ottobre, avete letto bene, una settimana dopo in pratica, è stata chiamata dalla Provincia per presentare due offerte fotocopia dal valore complessivo di 106 mila euro per installare distributori automatici di bevande e merendine e gestirli per tre anni nella provincia di Caserta, precisamente al liceo Jommelli di Aversa e al Galilei di Mondragone (mannaggia Mondragone).

Ed ecco il Beppe Grillo della prima ora. Avrebbe detto mi fa impazzire questa cosa. E allora, per non impazzire, dobbiamo almeno sfogarci.

Ma volete chiuderla, volete arrestarla tutta quanta questa amministrazione provinciale? Compresi gli attendenti, i sottoattendenti, ma anche le sedie e le scrivanie? Cos’altro deve succedere per sancire il malaffare imperante, spavaldo?

Ma come si fa a restare inermi dinanzi ad un ente pubblico che prende 106 mila euro e li consegna, anzi, li regala ad una società che è nata una settimana prima della richiesta, di cui la provincia vergognosamente e colpevolmente non pubblica la partita IVA; ad una società nata ad hoc, ovvero costituita per avere questo appalto, com’è lapalissianamente evidente e incontestabile.

Guardate, la legge non dice che un ente pubblico può essere commissariato solamente per infiltrazioni della criminalità organizzata. Vi segnaliamo al riguardo che il Tuel considera prima di tutto i casi di scioglimento legati a fatti di criminalità ordinaria e lo fa nella prima parte dell’articolo 141.

Poi, nell’articolo 143 si occupa della particolare fattispecie degli organi di un ente, la provincia, il comune, un’azienda ospedaliera eccetera, nei cui processi amministrativi si è infiltrata la malavita organizzata.

L’articolo 141, comma 1, lettera A, così recita: “I consigli comunali e provinciali vengono sciolti con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’interno: a) quando compiano atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonché per gravi motivi di ordine pubblico;“.

Già immaginiamo l’obiezione. Il governo ha innalzato le procedure per gli affidamenti diretti fino a 150 mila euro. Okay, ma alla provincia di Caserta siamo al terzo, quarto caso di società fantoccio costituite ad hoc per ottenere una marea di soldi pubblici. È uno sconcio.