TUTTI I NOMI. Imprenditori edili al centro di un giro di fatture false da 100 milioni. CONDANNATI IN OTTO
3 Dicembre 2024 - 11:58
AVERSA – Le imprese che usufruivano di fatture false hanno beneficiato di vantaggi fiscali indebiti, come la contabilizzazione di costi fittizi e l’Iva a credito, mentre i promotori delle frodi trattenevano una percentuale dei fondi per il “servizio” reso, restituendo il resto agli imprenditori coinvolti.
E’ questa, in sintesi, la parte fondamentale del processo, nato da un’inchiesta della Guardia di Finanza di Aversa, che ha scoperto frodi per circa 100 milioni di euro tramite fatturazioni false. Le operazioni sono state effettuate da sei società cartiere appartenenti a due gruppi attivi in tutta Italia, che hanno beneficiato 643 imprese edili.
Ieri sono state emesse le condanne dal tribunale di Napoli Nord con sede ad Aversa: 2 anni e 6 mesi di carcere per Vincenzo Carbone e Nicola Venditto, 2 anni per Enrico Laudante, 1 anno e 8 mesi per Francesco Torrombacco, 1 anno e 4 mesi per Ferdinando Venditto, e 1 anno ciascuno per Francesco Tornincasa, Bruno Tornincasa e Maurizio Galeone.
Durante l’operazione, sono stati sequestrati beni per circa 35 milioni di euro, tra cui immobili, auto di lusso (Ferrari, Porsche Cayenne e Range Rover), rapporti bancari e quote societarie. Le due bande criminali si occupavano rispettivamente di emettere fatture false per materiali edili inesistenti e di riciclare i proventi attraverso società fittizie intestate a prestanome.
Le indagini hanno rivelato che tra il 2009 e il 2016, sei società “cartiere” con sede a Roma, Lucca e Caserta hanno emesso fatture per oltre 100 milioni di euro a favore di 643 imprese edili, che avevano effettivamente operato in vari settori in tutta Italia. Le società edili, per simulare operazioni reali, pagavano via bonifico alle “cartiere”, che a loro volta trasferivano i fondi su conti di altre società, riciclando così il denaro tramite vari passaggi, tra cui ricariche su carte postepay.