OSPEDALE DI CASERTA. Liste d’attesa monstre, reparti al collasso, ma Gubitosa e il suo amico Nicola Cristiani pensano alle posizioni organizzative
6 Dicembre 2024 - 16:24
Il Dg tira dritto e spavaldamente va dicendo che lui rimarrà altri 5 anni. Intanto c’è chi valuta l’ipotesi di denunciarlo per comportamento antisindacale
CASERTA – Ogni tanto è bene ribadire che le condizioni in cui versa l’offerta sanitaria all’interno dei reparti dell’pspedale civile di Caserta, in attività attraverso la sgangheratissima azione dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano che, sulla carta, è anche di rilievo nazionale – ma questa cosa veramente ci fa ridere – è pessima.
Il direttore generale Gaetano Gubitosa è un soggetto emblematico della politica di oggi. Nel rispetto della sua persona, noi abbiamo sempre affermato, con tanto di motivazioni e argomentazioni, che si tratta di un soggetto elevato al rango di manager pubblico della sanità solo e solamente in quanto gli elementi costitutivi delle nomine apicali della sanità campana e casertana sono frutto di fedeltà cieca, supina, prostrata, genuflessa, nei confronti del governatore De Luca e degli uomini a lui più vicini, cioè i vari Cascone e Postiglione, per i quali la pacchia sem
bra finita viste le indagini a cui sono sottoposti, ma non certo dalla preparazione e da uno straccio di meritocrazia.
Il sistema, perché di sistema tra virgolette si tratta, consente ad un ex sottufficiale della Giardia di Finanza, un onesto lavoratore per carità, ma nulla più, allevato nella piazzetta del paese di Montemiletto in provincia di Avellino, di scorrazzare in lungo e in largo, di intascare uno stipendio di 7-8-10mila euro al mese, irridendo anche tutti quelli che ne contestano, il più delle volte con piena ragione, i metodi, dicendo loro che siccome lui ha attivato dei cantieri per la costruzione di nuovi padiglioni dell’ospedale, cosa per la quale non occorreva una speciale attività, dato che si tratta di finanziamenti del Pnrr che qualsiasi Dg avrebbe incrociato facilmente, non rimarrà al timone dell’ospedale civile di Caserta per un altro anno, ossia fino alla scadenza del triennio, anzi del secondo triennio garantitogli dal suo capo Vincenzo De Luca, ma addirittura starà altri 5 anni, perché questi toccherebbero a quei direttori che devono completare dei lavori strategici.
Ora noi non sappiamo se è veramente così e se dunque l’ospedale di Caserta subirà una sorta di piano quinquennale della sua distruzione materiale e morale. Fatto sta che oggi si tratta di un nosocomio che soffre di gravissime carenze, partendo da quella cruciale del sottodimensionamento enorme del personale sanitario.
Da anni Gubitosa, che con questo fantomatico quinquennio arriverebbe ad una quindicina d’anni di servizio nella Direzione Strategica, aggiungendo a quelli di direttore generale anche quelli di direttore amministrativo, nominato a suo tempo da Mario Ferrante, non riesce ad affrontare la questione.
I numeri sono numeri e in un paese appena civile, probabilmente già in regioni diverse da questo autentico cesso che è la Campania, un allenatore che non raggiunge i risultati verrebbe esonerato.
E invece qui Gubitosa passeggia trionfante su un cumulo di macerie che lui ha determinato o ha contribuito pesantemente a determinare.
Andatevi a leggere i nostri articoli dei mesi e degli anni scorsi, dove abbiamo pubblicato i numeri di queste carenze, dove abbiamo scritto del come i vari capisala stiano letteralmente impazzendo per far quadrare i turni e i numeri che non ci sono, su come viene chiesto ancora oggi al personale del comparto sanitario (infermieri, oss, ostetriche, tecnici) di lavorare al di là degli orari previsti senza incassare lo straordinario.
Ci si deve vivere per saggiare la frustrazione, i disagi. Qualche lettore venga con noi un giorno qualsiasi. Entreremo in incognito, senza dire che siamo di Casertace e vedrete come sta combinato l’ospedale. Semmai ci mettiamo anche una microtelecamera addosso e dunque Gubitosa stia in campana, perché da un giorno all’altro lo facciamo sul serio.
Lui continua a colpire i sindacati che fanno i sindacati, cioè quello che la costituzione italiana prevede, ovvero la difesa dei diritti di tutti i lavoratori. Continua naturalmente a flirtare con la Cisl di Nicola Cristiani, con la Uil, che umiliano la loro storia tradendo la missione di un vero sindacato, dato che le loro ore trascorse negli uffici della direzione sono dedicate alla raccomandazione dell’uno o dell’altro soggetto, affinché ottenga una promozione.
Sono gli stessi sindacalisti che negli anni hanno ottenuto all’Asl oppure all’ospedale l’assunzione di figli, di nuore, di generi. Sono quelli che piacciono a Gubitosa e al modello di potere targato De Luca, Zannini, Graziano, Oliviero, ecc., che sta abbassando giorno per giorno il livello dei servizi sanitari di Caserta, con i primari più bravi, quelli veramente capaci, sempre più sfiduciati in quanto non in grado di portare avanti i loro progetti di qualità proprio a causa delle carenze del comparto.
Tutto questo accade con sale operatorie sempre più pericolose. Non perché i chirurghi e gli anestesisti non siano bravi, ma perché la loro consistenza, le loro legittime ambizioni di crescita professionale vengono misurate solo ed esclusivamente in base al numero degli interventi chirurgici effettuati. Va da sé che dopo 8-10 ore di sala operatoria, la percentuale di rischio di un errore potenzialmente in grado di rivelarsi letale, aumenta esponenzialmente.
Questo è l’ospedale di Caserta, questo è l’ospedale di Gaetano Gubitosa, questo è l’ospedale di Vincenzo De Luca.
Connotato da meccanismi che a nostro avviso lambiscono ogni giorno il comportamento anti-sindacale nei confronti di chi sta lì per difendere tutti i dipendenti e che deve anche assistere alla pagliacciata di una Cisl che dopo aver raccontato a tutti per anni e anni che la battaglia dura, pervicace, matta e disperatissima compiuta da Nursing Up affinché tutti i lavoratori del comparto potessero evitare il sopruso di dover rimborsare i soldi introitati ai sensi dell’ex art.9 del Ccnl, ora va anche dicendo che il merito degli esiti positivi è proprio della Cisl, quando tutti sanno che la Cisl era contro all’articolo 9 e che solo il sacrificio di tempo ed economico, la cocciutaggine che ha consentito a questa battaglia di arrivare fino alla Cassazione, ha dato giustizia ai lavoratori del comparto.
Cavolo, neanche l’onestà intellettuale di ammetterlo. Noi continueremo a tenere d’occhio l’azienda ospedaliera d Caserta che, ripetiamo, rischia di perdere o di vedere fortemente ridimensionate quelle poche eccellenze possedute dal malgoverno, da un’interpretazione della potestà mai concentrata sugli standard di qualità del servizio ma sempre attivissima sulle ragioni della conservazione del potere.
Ci piacerà tra qualche giorno consultare, al riguardo, un bando con certe caratteristiche che non ci convincono. Se conosciamo bene Gubitosa e Nicola Cristiani già sappiamo, molto più che a occhio e croce, come sono andare le cose