118 di CASERTA. 50 lavoratori senza stipendio da due mesi. La Croce Bianca attacca l’Asl: “Abbiamo speso già un milione senza avere un solo euro da voi”

8 Dicembre 2024 - 19:26

Ieri i dipendenti dell’associazione, aggiudicataria del secondo dei quattro lotti in cui è suddiviso il servizio del 118, sono usciti, per la prima volta, allo scoperto. Ma la reazione della Croce Bianca di Salerno è stata sorprendente, almeno secondo noi per l’esperienza che abbiamo maturato negli anni su vicende del genere. IN CALCE ALL’ARTICOLO LA NOTA DELLA CROCE BIANCA

CASERTA (g. g.) – Quando leggi e poi approfondisci, anche solo un pelino, questioni come quella levatasi con un certo fragore da un paio di giorni a questa parte, cioè da quando i dipendenti della Croce Bianca di Salerno, affidataria di uno dei quattro lotti del servizio di emergenza 118 dell’Asl di Caserta – 7 postazioni, 50 unità di personale impegnate – rimani interdetto. In passato saremmo partiti, come abbiamo fatto più volte, lancia in testa contro questa grande ipocrisia, tutta italiana, tutta campana, tutta casertana, che traveste da associazioni no profit quelle che sono aziende a tutti gli effetti, con l’obiettivo vile di ridurre le garanzie dei lavoratori, garantendo a chi governa le pseudo associazioni una sostanziale preservazione dagli obblighi che gravano su un qualsiasi imprenditore in base alle norme del codice civile.

Ne abbiamo viste e raccontate tante di porcherie nel 118 di Caserta e abbiamo setacciato in lungo e in largo l’ordinanza che, non molto tempo fa, condusse all’arresto dei responsabili della famigerata Misericordia, un po’ la madre di tutte le associazioni – a nostro avviso farlocche – che definire, conseguentemente, no profit ha rappresentato, per decenni, una delle ipocrisie più ignobili e farisaiche di un sistema in cui la cattiva fede dei protagonisti ha ricevuto sempre il via libera, una sorta di licenza di uccidere da parte delle Regioni, di cui le Asl sono emissione diretta. Imposteremmo, insomma, l’ennesimo articolo solo sotto forma di intemerata, ma il nostro costituirebbe l’ennesimo esercizio di sterile raccolta di un platonico consenso, non riuscendo, però, a modificare le norme che, a monte, tengono in vita il sistema delle cosiddette associazioni no profit. Meglio accontentarci, dunque, di affrontare il fatto specifico, sperando che possa arrivare la proverbiale pezza, ormai bisogna accontentarsi, che possa consentire quanto meno di superare la crisi nel rapporto tra Croce Bianca di Salerno e Asl di Caserta, le cui conseguenze gravano, in questi giorni, sulle spalle dei 50 lavoratori, tra infermieri e autisti, che, da due mesi, non percepiscono lo stipendio, con conseguenze facilmente e dolorosamente immaginabili per le loro famiglie, oggetto, per di più, di questo sopruso in un periodo dell’anno, quello delle feste di Natale, che, da secoli e secoli, costituisce la più grande festa collettiva del genere umano nel cinquanta per cento del globo, immancabilmente connotato da compere, che sono l’essenza di una gratificazione di vita, di vitalità.

Per la mancata corresponsione degli stipendi è partito, naturalmente, il solito palleggio delle responsabilità: i lavoratori della Croce Bianca di Salerno, infatti, se la prendono con l’associazione, ma questa, e ciò rappresenta un dato di novità rispetto alle solite ritualità, non usa il linguaggio della diplomazia, come in passato, in circostanze simili, hanno fatto altri fornitori di servizi dell’Asl di Caserta. Insomma, la Croce Bianca non ritiene di avere scheletri negli armadi, ritiene, quindi, di poter esprimersi “pane al pane e vino al vino” e pensa di essere stata fin troppo paziente fino ad oggi, avendo tentato un confronto e una mediazione silenziosi, riservati con l’azienda sanitaria diretta da Amedeo Blasotti.

In una nota di replica alla pubblica lamentela dei lavoratori, la Croce Bianca di Salerno ha vuotato il sacco, presentando, come si può leggere dal testo integrale del comunicato, che pubblichiamo in calce a questo articolo, sulle spese che, mensilmente, sta affrontando. per garantire il servizio, circa 200mila euro che moltiplicati per i cinque mesi di attività svolti, fanno un milione di euro. A fronte di ciò, l’Asl di Caserta, stando a quello che si legge nella nota della Croce Bianca, non avrebbe ancora trasferito un solo euro nelle casse dell’associazione e solo da poco, all’indomani di una riunione in prefettura, avrebbe dedicato un funzionario, si avete letto bene, un solo funzionario, all’esame della veridicità di queste spese, partendo dall’analisi certosina delle fatture e dalla valutazione di ogni prezzo pagato per forniture fitti compensi ai lavoratori eccetera. In poche parole, per cinque mesi, l’Asl di Caserta se ne sarebbe strasbattuta gli zebedei dell’attività svolta dalla Croce Bianca con la conseguenza che questa, a un certo punto, non sarebbe riuscita più a sostenere le anticipazioni nel finanziamento dei costi. Se fosse andata così sarebbe gravissimo.

Ma anche questa affermazione, da noi formulata centinaia e centinaia di volte nei nostri articoli sullo stato della sanità in provincia di Casera, serve a poco, perché noi sappiamo da anni e sappiamo che, purtroppo, i nostri articoli non riusciranno a cambiare lo stato delle cose di una sanità, gestita solo e solamente dalla politica, dalle sue necessità individuali o di casta, garantite da un granitico sistema lottizzatorio. Sappiamo che non uno, cento, mille articoli serviranno a sgretolare questo sistema tecnicamente criminale, che non prevede, anzi non deve prevedere realmente, al di là delle formule di circostanza, tra i requisiti richiesti a chi la politica dovrà rappresentare nelle aziende sanitarie e ospedaliere, la preparazione, la meritocrazia, tanto meno il rispetto umano per il prossimo.

A capo delle Asl e degli ospedali dovrà sempre essere messo chi è maggiormente in grado di utilizzare la sanità, ossia la vita o la morte delle persone, la vita dignitosa o oltraggiata dalla sofferenza di ognuno di noi, per produrre voti elettorali, attraverso assunzioni tout court o assunzioni in posizioni direttive e di responsabilità, di medici incapaci, di infermieri scadenti, di Oss scorbutici e fannulloni, di personale amministrativo inattivo e inadempiente, in una sorta di corsa del gambero al grido di tanto peggio (per voi cittadini e pazienti), tanto meglio per noi mandarini di corte, che portiamo a casa stipendi sontuoso pur essendo ignoranti e semi analfabeti, magari coperti da qualche laurea in stile Pegaso Niccolò Cusano ecc, ma che abbiamo ricevuto il dono di Dio o della natura di esser stati creati cinici, ambiziosi, disonesti, ma, soprattutto, ineguagliabili servi di ogni tipo di corte.

LA NOTA:

Buongiorno a tutti, a seguito del post relativo ai ritardi dei pagamenti delle retribuzioni dei lavoratori della nostra Associazione, e che operano stabilmente nel servizio delicatissimo di emergenza 118 per conto della Asl Caserta, bisogna necessariamente fare delle precisazioni in merito alla vicenda:

La Croce Bianca Salerno è un’associazione di Volontariato, e come tale eroga le proprie attività senza scopo di lucro.

Il servizio di emergenza 118 della Asl Caserta è stato affidato alle Organizzazioni di Volontariato mediante procedura comparativa ai sensi dell’art 57 del D.Lgs 117/2017, con un convenzionamento basato sul mero rimborso delle spese effettivamente sostenute e rendicontate dall’Associazione.

Diverse Asl sul territorio della Regione Campania hanno adottato tale sistema di affidamento di questi servizi di Sanità di Pubblica utilità, al mondo del volontariato, riservandosi di verificare la veridicità, la correttezza e la conferenza delle spese sostenute dall’associazione, inserite nei rendiconti presentati alle Asl, le quali si riservano di verificarne il contenuto e provvedere successivamente al Rimborso di tali costi.

L’Associazione Croce Bianca Salerno, risultata aggiudicataria del Lotto n. 2 della procedura comparativa, gestisce n. 7 postazioni 118, mediante l’impiego di circa 50 lavoratori, sostenendo costi per:

  1. Gestione amministrativa e canoni di locazione sede, utenze e quant’altro necessario per la struttura organizzativa dell’associazione
  2. Automezzi, leasing ambulanze, assicurazione rca, carburante etc..
  3. Personale, retribuzioni, contributi, f24 etc…
  4. Attrezzature, dotazioni interne del mezzo
  5. Materiale di consumo e presidi non forniti dalla Asl
    Per un impegno economico mensile di circa 200.000,00 euro.

Orbene, la nostra associazione ha iniziato il servizio a Luglio 2024, e ad oggi siamo a dicembre 2024 (5 mensilità di servizio) per un impegno economico di circa 1 Milione di Euro, anticipati dalla nostra Associazione per garantire un servizio di pubblica utilità, e ancora mai rimborsati da parte di un Ente Pubblico quale la Asl.

La colpa non deve ricadere sui lavoratori, ne tantomeno sulle Associazioni, e neanche sui funzionari della Asl.

Pensate che la Asl Caserta solo circa 1 mese e mezzo fa a seguito di incontri in Prefettura ha designato una struttura dedita al controllo di queste spese sostenute. La struttura è composta da n. 1 componente!!!
1 solo funzionario che deve controllare, fatture, buste paga, f24, bonifici, scontrini, etc… per ben 30 postazioni 118 per svariate associazioni di volontariato.