CASERTA. Ex-Macrico alle battute finali e la disputa sui volumi dei ruderi interni, priva di senso nell’ottica della foresta urbana, indispensabile alla città alla luce dell’indice del clima e dell’inquinamento

15 Aprile 2025 - 17:44

Caserta (pm) – Il Comitato Macrico Verde, la storica associazione che da ventiquattro anni riunisce movimenti e gruppi cittadini per la destinazione a foresta urbana  dell’ex campo dell’esercito ora in proprietà della curia casertana la quale all’opposto ne vorrebbe fare un parco sociale urbanizzato, ha diramato il comunicato stampa che pubblichiamo sulla controversia circa l’entità effettiva dei volumi delle costruzioni logistiche militari residuate all’interno dell’area e consistenti in grossolani e diruti depositi e magazzini . Per intendere il documento è necessario fare qualche passo indietro e riandare all’ultimo convegno del sodalizio dello scorso 21 marzo dal titolo “Non di solo cemento vive l’uomo- Macrico: una foresta per Caserta”.

Nel corso dell’incontro, a cui prese parte anche la proprietà della vasta superficie nelle persone di don Antonello Giannotti e del vice presidente della Fondazione Casa Fratelli Tutti il prefetto in ritiro Carmine Esposito, si disputava anche di tali cubature. All’indomani, a fronte del comunicato stampa del Comitato Macrico Verde sull’incontro, secondo il quale la curia avrebbe convenuto che le strutture militari di depositi e magazzini presenti sarebbero pari a 230mila m3 e non a 500mila, la proprietà, attraverso un annuncio pubblico, replicava smentendo un tale consenso. In proposito invocava ed allegava “… il documento della Soprintendenza che appone il vincolo all’immobile ex-Macrico riportante la relazione a firma dell’arch. Francesco Canestrini …nella quale si riporta in maniera esplicita che i metri cubi presenti nell’area sono di oltre 500.000 mc”.

Questa la ragione della controreplica di questi giorni, con la quale il Comitato Macrico Verde puntualizza che: “… in riferimento alla nota stampa congiunta della Fondazione Casa Fratelli Tutti ETS e dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero…, nella quale si fa riferimento alla cifra di 500.000 mc. di costruzioni che sarebbero presenti nell’area ex Macrico, ancora una volta rende nota la documentazione, risalente a 25 anni addietro, prodotta all’epoca del contenzioso fra proprietà e Ministero della Difesa, nella quale si chiarisce quanti sono i volumi del costruito in muratura esistente, pari a 229.484,85 mc. La nota stampa di Fondazione e IDSC fa riferimento a una relazione allegata al Decreto n.436 del 2008 al quale risulta allegato l’elenco delle particelle catastali vincolate, relativo esclusivamente alle costruzioni presenti in CATASTO FABBRICATI, cioè quelle in muratura, con esclusione dei capannoni in lamiera. Anche il successivo vincolo, di cui al Decreto n.1865 del 2013, che integra il precedente, si riferisce a particelle catastali presenti in CATASTO FABBRICATI e quindi relative alle sole costruzioni in muratura”.

Questa, in termini di fatto, la questione. E, per capire come stiano realmente le cose, errori o non errori, basterà mettersi carte e metro alla mano e se ne uscirà. Ma prima ancora di accertare se si tratti di 250mila m3 o del loro doppio bisogna capire se vi sia coscienza che nell’uno come nell’altro caso parliamo di valori abnormi, spropositati. Che se tradotti in costruzioni ristrutturate, riqualificate e recuperate che siano inficerebbero, con il loro impatto ed il loro carico urbanistico, completamente l’idea di foresta urbana nei propositi del Comitato Macrico Verde e anche di parco verde urbano nelle intenzioni diocesane, almeno di quelle nominalistiche dacché ha progettato una vera e propria cittadella, un parco polifunzionale con imprese sociali e non e di servizi e con il verde per quel che avanza.

Così stando le cose, siamo ad un punto cruciale della vicenda Macrico. Realisticamente, se questa amministrazione comunale non sarà sciolta per condizionamento camorristico, l’area sarà lottizzata come meglio essa crederà di fare ed al danno alla vivibilità della città si unirà la beffa della propaganda. Che già ci pare di sentire, con Marino, Rendina assessore all’Urbanistica e relativo coté i quali diranno che le nuove e disparate strutture saranno pensate al servizio della città e che le daranno un chiaro beneficio in termini di sviluppo, di crescita del territorio e di accoglienza turistica. Un trinomio comunicativo incantatorio, una melassa che si trova appiccicata ad ognuna delle nuove opere che, senza visione se non quella dell’incetta degli stanziamenti pubblici, si vanno facendo per effetto di quella vera e propria vincita alla lotteria che sono stati i fondi PNRR, attribuiti a pioggia e al di là del merito.

Questa vignetta virtuale illustra icasticamente la concezione del verde pubblico di questi amministratori comunali: qualche sparuta pianta circondata da palazzi ovunque. Come è emerso dalle relazioni tecnico scientifiche prodotte sul tema dall’agronomo e ricercatore Francesco Angelone, dal dr. Gaetano Rivezzi presidente regionale di Medici per l’Ambiente e dall’anatomopatologa Carmela Buonanno, nel corso dei recenti convegni del Comitato Macrico Verde, i gravi dati che si registrano sull’inquinamento ambientale ed il clima di Caserta rendono indispensabile dare vita ad una foresta urbana nell’ex Macrico. Solo gli alberi, le piante e la vegetazione sono in grado di intercettare gli elementi inquinanti atmosferici e mitigare grandemente il surriscaldamento urbano. La flora cittadina va dunque accresciuta in tutti i modi possibili, ad iniziare dalla vasta area militare dismessa attraverso un’apposita progettazione arboristica per specie e distribuzione di alberi, che sarebbe capace, ricreando l’ambiente naturale, di attirare nuova fauna selvatica e rigenerare biodiversità. E con costi irrisori e benefici collettivi enormi rispetto agli spropositati 180 milioni di euro che la curia casertana intenderebbe impegnare attraverso finanziamenti pubblici per il suo ipotizzato e certamente non prioritario parco polifunzionale, per il quale si prospetterebbe una nuova ed ingente colata di cemento nel cuore della città. La foresta urbana non esclude affatto la sua fruibilità compatibile con l’ambiente, con ritorni economici da coltivazione del verde e dalla fruizione ecologicamente orientata
Estratto dal sole 24 Ore

Questa classe politica, a cui non interessa che la città sia in pessima posizione per indice nazionale del clima e dell’inquinamento ambientale e nella peggiore posizione possibile per indice di calore ed ondate di calore (106^ sulle 107 città capoluogo di provincia), è in realtà in cerca di continui appigli per costruire. Siamo convinti che questa cerchia pensi cinicamente, in cuor proprio, che realizzare la foresta urbana nell’area dell’ex- Macrico, non importa quanto necessaria alla città, anzi indispensabile stando alle evidenze scientifiche e della realtà, sarebbe per lei una grave perdita di chance di relazioni, di influenze, di potere, che sono lì servite sul piatto d’argento della dabbenaggine dei casertani.

Se, invece, la consiliatura sarà sciolta, ogni decisione sarà rimessa al prossimo sindaco e su questo forse converrà impegnarsi sin da ora.

LA DOCUMENTAZIONE GRAFICA ED ANALITICA ALLEGATA AL COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO MACRICO VERDE SULLA REALE ENTITA’ DEI VOLUMI DEI FABBRICATI ESISTENTI NELL’AREA DELL’EX MACRICO