S.MARIA C.V. Ops, Rosida Baia esiste. Grazie a Israele e Palestina, ricorda la kefiah e la bandiera arcobaleno e va dalla compagna ristoratrice

7 Maggio 2025 - 18:53

Effettivamente ci eravamo dimenticati che fosse il vicesindaco e che da dieci anni intasca l’indennità senza dare notizie della sua esistenza

S.MARIA C.V. (G.G.) – Rosida Baia è vicesindaca di Santa Maria Capua Vetere da un numero considerevole di anni. Lo è, con ogni probabilità, perché non rappresenta un ostacolo per il sindaco Antonio Mirra né per i suoi futuri piani di successione. In termini politici, infatti, i dieci anni di vicesindacatura della Baia hanno evidenziato la debolezza di una carica rimasta ai margini.

È plausibile pensare che le due cose siano collegate: Antonio Mirra avrebbe compreso, a un certo punto, che Rosida Baia si sarebbe accontentata dell’indennità, cioè dello stipendio, che percepisce da anni e che viene corrisposto dai cittadini-contribuenti di Santa Maria Capua Vetere.

Il sindaco ha probabilmente capito che la Baia non aveva né il carattere né la determinazione per assumere iniziative capaci di metterla in luce. Ecco perché oggi, quasi come fosse una notizia clamorosa, pubblichiamo una fotografia che la “libera” dalla sua latitanza pubblica e politica.

Lo scatto è stato realizzato a Napoli, davanti all’ingresso della Taverna Santa Chiara, ristorante recentemente accusato di antisemitismo da due clienti israeliani per aver contestato una loro affermazione sulla presunta condizione di pace garantita dallo Stato di Israele. La ristoratrice, evidentemente vicina a posizioni della sinistra, avrebbe espresso solidarietà alla popolazione di Gaza, dimenticando però – come spesso accade in certi ambienti – che oltre duemila israeliani sono stati uccisi brutalmente, senza contare i feriti e gli ostaggi.

In linea con questa visione, Rosida Baia ha voluto manifestare il proprio sostegno alla ristoratrice, ricordando i tempi in cui sventolava la bandiera arcobaleno. Fin qui, nulla da eccepire: ognuno è libero di manifestare le proprie opinioni politiche.

Il problema, però, non riguarda le sue idee, bensì l’estrema inconsistenza con cui ha esercitato la funzione di assessora. Una presenza politica flebile, se non del tutto impalpabile, che solleva interrogativi sull’effettiva utilità della sua lunga permanenza in carica.