FRIGNANO. Una voce clamorosa. La Soprintendenza avrebbe ordinato il ripristino dello stato dei luoghi nel centro storico. Rischiano di andare in fumo lavori da più di un milione e mezzo di euro
14 Maggio 2025 - 21:16

Abbiamo deciso di scrivere l’articolo alla luce della crescente insistenza dei rumors locali. Naturalmente auspichiamo un chiarimento e una spiegazione da parte dell’amministrazione comunale. Se fosse così, il rischio di danno erariale sarebbe altissimo, così come la possibilità che a rimetterci siano le tasche di amministratori e dirigenti del Comune
FRIGNANO (f.b.) – In paese non si parlerebbe d’altro: negli ultimi giorni si fa sempre più insistente la notizia di un documento emesso dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento con cui, l’ente ministeriale, avrebbe ordinato ufficialmente il ripristino dello stato dei luoghi delle strade interessate dalla sostituzione del vecchio basolato, fatta eccezione per un tratto di Corso Europa.
Si tratta di una vicenda complessa, su cui noi di CasertaCe
Ma, cercando di tralasciare in questo caso la sfumatura penale della vicenda, che potrete tranquillamente recuperare leggendo l’articolo messo in evidenza poc’anzi, ritorniamo a parlare della presunta decisione emessa dall’organo sulla tutela dei beni culturali, con un focus più centrato verso quelle che potrebbero essere le responsabilità amministrative e politiche dell’ente comunale. Se la notizia trovasse conferma, si aprirebbe infatti uno scenario non privo di conseguenze.
Già la mancata richiesta di autorizzazione alla Soprintendenza, prima dell’inizio dei lavori, aveva determinato un brusco stop del cantiere nell’ottobre 2024. Ora, non è chiaro se il Comune di Frignano potrà impugnare il provvedimento, ma qualora non fosse possibile, i risvolti economici sarebbero pesantissimi.
In prima battuta, bisognerebbe far fronte alla cifra evaporata di circa 1milione e 600mila euro, spesa per l’affidamento di incarichi a pioggia tra tecnici e relazioni geologiche. Una somma che, presumiamo, sia poi lievitata nel tempo con l’avanzamento dei lavori.
A quel punto, entrerebbe in gioco la Corte dei Conti che potrebbe chiedere ai responsabili la restituzione dei soldi erogati, trattandosi di un finanziamento pubblico per la messa in sicurezza da rischio idrogeologico. Si ravviserebbe così, a tutti gli effetti, un caso di danno erariale.
Entrando invece nel merito di quello che sarebbe stato materialmente richiesto dalla Soprintendenza, la vicenda non si risolverebbe rimuovendo unicamente il basolato di nuova posa, ma anche procedendo con il ripristino del basolato originario, sempre a carico di chi ha commesso l’errore e quindi la previsione di ulteriori spese.
Ma è ancora un altro l’interrogativo: dove si trova oggi il basolato storico precedentemente rimosso? Ricordiamo un avviso di manifestazione d’interesse, pubblicato sull’albo pretorio del Comune, in cui si annunciava la vendita delle suddette basole del centro storico. Questa operazione, è stata poi portata a termine e gestita secondo una procedura di gara trasparente?
Per tutte queste ragioni, appare fondamentale che il Comune e, in particolar modo, nella persona dell’assessore ai lavori pubblici e in quella del responsabile del settore tecnico, chiariscano pubblicamente ogni passaggio.
Come sempre, questo giornale si riserva l’obbligo di pubblicare un eventuale replica da parte dell’amministrazione comunale, qualora questa ci fosse inoltrata.