CASERTA. Messo in sicurezza il palazzo abbandonato di via Acquaviva…e se diventasse un’area verde per un quartiere di solo cemento?
25 Giugno 2025 - 12:15

Caserta (pm) – Da alcuni segnali che si colgono in città, si capisce che la commissione straordinaria del comune di Caserta inizia a produrre i suoi primi effetti sulla efficienza della macchina amministrativa. Anche se, come si sa, ci sarà da fare moltissimo dopo il disastro del quasi decennio “carlomariniano”.
Stamattina, di buon’ora, una squadra di operai ha iniziato la tompagnatura degli accessi del palazzo abbandonato di via Acquaviva ad angolo con viale della Resistenza ed i lavori dovrebbero continuare anche nella giornata di domani per essere completati. Dopo anni che l’edificio è stato occupato abusivamente e ha dato ospitalità a diseredati di tutti i tipi e dopo che negli ultimi periodi ha costituito la base per le malefatte di alcune bande di giovani immigrati sciolti da ogni forma di controllo, finalmente qualcosa si muove.
NELLE DUE IMMAGINI, UN PARTICOLARE DELL’EDIFICIO ABBANDONATO E LE OPERAZIONI DI TOMPAGNATURA IN CORSO


Sul destino dell’edificio cadente, da tempo lasciato andare in totale rovina dalla proprietà, si vedrà in seguito sulla scorta della nuova politica urbanistica che la nuova amministrazione cittadina, che tra poco più o poco meno di due anni risulterà eletta, definirà.
Intanto, una cosa è certa. Le norme di governo del territorio più aggiornate, proprio in questi giorni significativamente innovate con la delibera di Giunta regionale n. 377 del 16 giugno 2025, per la modifica della pianificazione territoriale e urbanistica e l’elaborazione dei c.d. piani strutturali urbanistici in senso ecostostenibile, rendono carta straccia il vigente piano regolatore generale del comune e mandano nel cestino tutto il lavoro ventennale fatto attorno al PUC.
Ad esser seri, tenuto conto dell’indice climatico deteriore della città e della sua carenza di verde, quello vero e non le villette pubbliche di qualche decina di metri quadrati – con poche piante e molti laterizi tra pavimenti e panchine e giostrine per bambini infuocate d’estate – l’unica cosa sensata da fare dell’immobile sarebbe il suo esproprio e la conversione dell’area a parco totalmente alberato, peraltro in un punto del quartiere caratterizzato da una estrema densità e continuità edilizia. Ed è già una fortuna che non c’è più la calamitosa giunta comunale sciolta, che prima o poi, si può starne certi, avrebbe autorizzato la costruzione di un nuovo condominio con volumi più che aumentati. Come ha fatto finanche nel centro storico.
A riguardo dei lavori in corso in città e volti a ripristinare un minimo di decoro urbano abbiamo notato, nello stesso viale della Resistenza, il rifacimento dell’intonaco del muro perimetrale delle ferrovie e, in piazza Dante, l’avvio dell’intervento di ripristino della facciata di uno dei palazzi dell’ellisse. E questo è di buono auspicio per il capoluogo.
Perdura, invece, il buio del sottopassaggio ferroviario di via De Martino perché non funzionano i neon dell’impianto di illuminazione del corridoio, ad eccezione di uno che, con la sua luce flebile, orienta i pedoni, altrimenti all’oscuro totale. Segnalammo il fatto già il 10 giugno scorso (qui l’articolo) e dopo 15 giorni buoni le cose sono ancora così com’erano. L’inconveniente è grave per il quartiere, perché si ripercuote sugli oltre 20mila residenti. Ma non sembra essere preso seriamente in considerazione dal responsabile dell’intervento, perché siamo sicuri che si farebbe afferrare per pazzo se a casa sua venisse a mancare la luce per così tanto tempo.
UNO DEGLI ACCESSI DEL SOTTOPASSO FERROVIARIO AL BUIO DI VIA DE MARTINO. PER IRONIA DELLA SORTE, LA SCRITTA INFERNO CHE DA TEMPO CAMPEGGIA SULLA PARETE E’ DIVENTATA ANCORA PIU’ ATTUALE DA QUANDO MANCA LA LUCE LUNGO IL CORRIDOIO
