COMINCIAMO MALISSIMO. L’Hotel Cavalieri dovrà scucire i quattrini per il parcheggio della notte di Ligabue, che sale da 12 euro a 40. La pensata delicatissima di mister Franco Sparaco coniugato Pascarella M.Car

21 Agosto 2025 - 19:29

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CASERTA – Dubitiamo che un soggetto variopinto qual è Franco Sparaco, più appassionato di Codice Penale che di contratti atipici di diritto civile o commerciale, sappia cos’è un contratto d’albergo. Ma, tutto sommato, può anche continuare a ignorarlo. Ha infatti deciso, da gestore di fatto del noto parcheggio “La Reggia Parking” di Piazza Vanvitelli — situato proprio nei pressi dell’immobile che ha ospitato lo storico ristorante La Leccese — che un posto macchina, in alcuni giorni di settembre, avrà la tariffa giornaliera di 40 euro.

Lo può fare. A quanto pare, gestisce quel parcheggio anche in una sorta di partnership (dovrebbe essere un fitto) con quel “prezzemolino” che risponde al nome di Pascarella M.Cars. Dunque può fissare qualsiasi prezzo gli venga in mente, perché si tratta di una questione relativa alla domanda e all’offerta.

La questione, però, cambia nel momento in cui ci si sposta di cinquanta metri, andando a gravare sui titolari dell’Hotel dei Cavalieri, i quali, nelle loro inserzioni su Booking e sul sito ufficiale, comunicano ai potenziali clienti il prezzo di 12 euro per usufruite del parcheggio di Sparaco in forza di un voucher da loro rilasciato all’atto del check-in.

Questo si chiama contratto d’albergo. Non è scritto nel Codice Civile, ma è uno dei contratti atipici più noti e ricorrenti. Da una parte c’è la figura dell’albergatore, dall’altra quella del cliente. L’albergatore offre il servizio fondamentale della camera, spesso con colazione inclusa, ed eventualmente altri servizi accessori che, nel contratto atipico, diventano obbligazioni a tutti gli effetti.

Stamattina, invece di impiegare cinque minuti — come altri avrebbero fatto — abbiamo dedicato tutta la mattinata a mettere a fuoco la questione. Questo, a tutela dei diritti del signor Sparaco, che non stimiamo, ma che resta pur sempre un cristiano. E se noi lo prendiamo, ovviamente in senso metaforico, a calci nel sedere, lui deve anche capire il perché.

Ma poi, a dirla tutta, se l’Hotel dei Cavalieri ha preso una fregatura, è colpa sua. Sapeva bene che il signor Sparaco non avrebbe firmato neppure la propria carta d’identità, e ha comunque concluso un accordo — presumibilmente — solo verbale.

Il signor Sparaco, che di mestiere fa il signor Sparaco, ci ha detto — direttamente o indirettamente, non sappiamo se al telefono fosse lui o un suo collaboratore — che la convenzione con il Cavalieri è “sospesa” per quattro serate. Neanche a dirlo, proprio quelle dei concerti di punta di settembre: quello di Ligabue, i due di Giorgia e quello di Gianna Nannini.

Qui, il signor Sparaco — ce lo conceda — ha commesso una sciocchezza, ammettendo che esiste una convenzione. Un giudice civile non avrebbe difficoltà a riconoscere l’esistenza di un contratto, anche solo verbale, specie considerando che coinvolge due società di capitali: l’albergo e il parcheggio.

Ma ve lo immaginate il signor Cavalieri che si presenta da Sparaco o da un suo collaboratore a battere i pugni sul tavolo? Difficile.

Questa storia finirà così: chi ha prenotato una stanza all’Hotel dei Cavalieri pagherà quanto concordato, e se qualcuno dei clienti dovesse contestare la differenza tra i 12 euro promessi e i 40 effettivi, chi ce la metterà, la differenza? Il signor Cavalieri? Perché nella vita, prima o poi, trovi sempre qualcuno puntiglioso che ti denuncia per inadempienza contrattuale, avendo acquistato un pacchetto che includeva il parcheggio a 12 euro, non a 40.

La verità è che Caserta è una città desertificata dall’incapacità totale di creare fatti, eventi, situazioni che abituino gli operatori economici a ragionare tra loro e a concordare prezzi e trattamenti che possano, magari, spingere qualche sardo, romano o piacentino — venuto per il concerto di Ligabue — a ritornare.

E invece, quando se ne andranno la mattina dopo, diranno: “Speriamo che Liga metta una croce definitiva sulla location di Caserta”, perché già immaginano le bottiglie d’acqua vendute a 10 euro, com’è tipico di una città che non sa convivere con il turismo né trarne vantaggio. Gli assatanati.

Ma sono del mestiere, questi qua?

No, non lo sono. E in omaggio a Liga, diciamo in conclusione:
“Certe notti”, qui da noi, sono dolorose, costose e moleste.