MONDRAGONE. Concessione demaniale rilasciata a società: l’opposizione accende i fari sull’affidamento
25 Agosto 2025 - 11:39

Il consigliere di opposizione, Achille Cennami, contesta la concessione demaniale da 2.400 mq. “Atto illegittimo che espone il Comune a ricorsi e infrazioni Ue”
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MONDRAGONE – È scontro politico a Mondragone dopo la concessione temporanea di un’area demaniale marittima di circa 2.400 metri quadrati alla società Caos Eventi srl. A sollevare il caso è stato il consigliere di opposizione Achille Cennami, che in una nota ha accusato duramente l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Lavanga, definendo il provvedimento “del tutto illegittimo”.
Al centro della contestazione vi è la determina comunale firmata dal responsabile dell’Area VII, l’architetto De Michele, che ha autorizzato l’utilizzo provvisorio dello spazio costiero. Secondo Cennami, l’atto si fonderebbe su un’interpretazione impropria dell’articolo 10 del Dpr 328/1952, che consente concessioni provvisorie soltanto in attesa di un titolo definitivo. Ma, alla luce delle norme vigenti, ogni nuova concessione su beni demaniali può essere rilasciata solo a seguito di gara pubblica.
L’opposizione richiama infatti la Direttiva Bolkestein e il nuovo quadro normativo europeo e nazionale, che sanciscono l’obbligo di procedure competitive per l’assegnazione delle spiagge, anche a carattere temporaneo. “Le spiagge libere sono una risorsa limitata – afferma Cennami – e non possono essere affidate senza una procedura che garantisca trasparenza, concorrenza e non discriminazione”.
L’attacco non risparmia né il sindaco né il consigliere regionale Giovanni Zannini, accusato da Cennami di essersi espresso su una materia di competenza esclusivamente comunale: “Arroganza e confusione – scrive – hanno caratterizzato questa vicenda, che espone il Comune non solo a ricorsi, ma anche al rischio di nuove procedure di infrazione europea”.
Cennami cita inoltre una lunga serie di riferimenti giurisprudenziali: dalla sentenza Promoimpresa della Corte di Giustizia Europea del 2016, fino alle più recenti decisioni del Consiglio di Stato, dei Tar e alla legge 166 del 2024, che ha ribadito in maniera “definitiva
“Il sindaco e i suoi sostenitori – conclude – si assumano la responsabilità politica e giuridica di questa scelta, che rappresenta l’ennesimo schiaffo alla legalità e alla comunità mondragonese”.