L’highlander Nicola Cristiani è andato in pensione, ma lui dice di no e continua a fare il sindacalista contro lo statuto della Cisl

12 Settembre 2025 - 19:22

CASERTA – Non immaginate neppure quanto vorremmo, dopo anni e anni, non occuparci più di Nicola Cristiani, una persona che abbiamo avuto l’onore di non conoscere né direttamente né indirettamente, attraverso telefonate, e-mail e messaggi.

Però, cosa possiamo fare? Il personaggio fa notizia, perché si tratta di una persona che da 40 anni svolge attività sindacale. Affermare ciò significa onorare l’aspetto formale di questa condizione, ma i nostri lettori sanno bene che Casertace ha sempre espresso un’opinione diversa nel rispetto della persona, su cui non possiamo dire alcun giudizio, prima di tutto perché non si fa a prescindere, poi perché lo conosciamo solo attraverso le fotografie che lo effigiano.

La nostra opinione è articolata: Nicola Cristiani non è che svolga male la funzione sindacale, ma, a nostro avviso, con migliaia di motivazioni espresse negli articoli che negli anni gli abbiamo dedicato, la funzione sindacale non la svolge proprio. Fa altro.

Ed è proprio questo “altro” che è interessato a non perdere, dato che la funzione sindacale è stata da lui vissuta sempre come uno strumento per perseguire obiettivi personali, clientelari, familistici e nemmeno lontanamente assimilabili a quelli definiti dalla Costituzione Italiana.

Ed ecco che arriviamo alla stretta attualità: a quanto ci risulta, stiamo acquisendo proprio in questi giorni i documenti, Cristiani avrebbe utilizzato la sua firma definendosi responsabile provinciale della funzione pubblica-sanità della Cisl.

E qui nasce il primo dubbio: a noi risultava che il formale segretario provinciale della Cisl Fp fosse Francesco Della Rocca. Non ci sembra, ma magari ci sbagliamo, che nell’ambito dei dipartimenti confederali della Cisl la funzione pubblica sia ulteriormente spacchettata ufficialmente in una derivazione seconda definita Funzione Pubblica-Sanità. Già questo va chiarito.

Magari Della Rocca, com’è altamente probabile, occupandosi lui soprattutto della materia della rappresentanza all’interno degli enti locali, ha delegato Cristiani, che in questa maniera sarebbe uscito dalla porta e rientrato dalla finestra.

Ma esiste statutariamente la carica di segretario provinciale Fp-Sanità? È vero che noi apparteniamo a quel terzo degli italiani che, secondo il rapporto, ha difficoltà a leggere e comprendere un testo elementare, però questa storia della FP trattino Sanità ci sembra una invenzione, che renderebbe di per sé carta straccia i documenti firmati da Cristiani sotto questa definizione.

Ma ovviamente, quando di mezzo c’è questo infermiere aversano che da più di 30 anni fa il bello e cattivo tempo con la Cisl, entri in una sorta di mood del “no limits”, si può dire che questo appena presentato è il problema minore.

Nicola Cristiani ha compiuto da qualche tempo 67 anni, per cui è arrivato, finanche per lui, highlander del sindacato della pagnotta, il momento della “giusta pensione”.

In verità, Cristiani ha chiesto di usufruire della norma estrema che consente di rimanere in servizio fino ai 70 anni, ma ha incrociato il parere negativo dell’Asl.

Per cui non c’è altra strada se non quella della pensione. I 67 anni sono stati compiuti e ci sarebbe, anche questo è in via di acquisizione da parte nostra, una disposizione dell’Asl che sancisce indiscutibilmente la sua entrata in quiescenza dallo scorso primo settembre.

I sindacati confederali, sicuramente la Cisl, hanno uno statuto nazionale che prevede che tu possa fare il sindacalista fino a 65 anni, mentre dai 65 anni in poi puoi fare il rappresentante dei pensionati, meglio dire del club dei pensionati.

Non c’è dubbio che nel periodo tra i 65 e i 67 anni Cristiani ha continuato a rappresentare i lavoratori. Lui dirà per giustificarsi che a sua volta era ancora un lavoratore in servizio in distacco sindacale, ma quella norma statutaria della Cisl è molto chiara sul limite dei 65 anni.

Ma adesso non esistono più margini. L’Asl ha messo in pensione Cristiani, che si è dovuto recare all’Inps per le incombenze del caso. In questi giorni, però, diremmo stranamente, se di mezzo non ci fosse uno come Cristiani, lui sta continuando a comportarsi come se fosse un sindacalista in piena carica, che rappresenta lavoratori in servizio.

È stato avvistato anche nelle stanze dei direttori dell’Asl, impegnato in contrattazioni, dove ha anche alzato la voce. Francamente, il problema del distacco dal lavoro, in questo caso altro che lavoro, ma grande sudore nei distacchi sindacali, può creare dei compensi e da questo punto di vista non possiamo far altro che esprimere compatimento per Cristiani, che si comporta un po’ come Ugo Fantozzi (al secolo Paolo Villaggio), nel primo giorno della sua pensione, quando in automatico guizza dal letto, entra in bagno, si prepara e si appresta a tuffarsi dal balcone sull’autobus di passaggio per recarsi al lavoro al cospetto dei megadirettori.

Salvate, dunque, il soldato Cristiani e qualcuno gli dica che, purtroppo, la biologia fa il suo sporco lavoro e che lui oggi è un pensionato che non può più sedere al cospetto dei direttori generali.

Glielo si può dire con garbo, battendogli la mano sulla spalla e ricordandogli che tante tracce di sé, della sua famiglia, dei figli, dei nipoti, dei generi, dei cognati, preservano l’indelebile memoria sua e del modo in cui ha svolto l’attività di omissis (la parola “sindacalista” non riusciamo proprio a dirla). Comprendiamo che 2.600 euro circa di pensione possano rappresentare per lui una cifra infima rispetto a una linea di bilancio e ai guadagni che magari in passato erano molto più ingenti, solo lui sa come.

Ma come dicono i francesi, c’est la vie.