AVERSA. Mobbing, stalking, atti illeciti: la segretaria comunale De Chiara, sorella di un notissimo giudice dell’A.N.M, ha scritto la lettera di dimissioni. ECCO I MOTIVI

27 Settembre 2025 - 19:16

Il sindaco Matacena deve firmare per accettazione. Non lo ha fatto ancora e fa finta di volerla convincere a restare. Ovviamente da parte dei dirigenti Accardo, Gangi e anche Oro, la segretaria ha visto di tutto e di più

AVERSA (g.g.) Quando è stata nominata segretaria generale del comune di Aversa, questo giornale ha espresso qualche perplessità. Nel senso che, la dott.ssa Emanuela De Chiara, appartiene ad una famiglia molto rigorosa, attenta alle ragioni di diritto, che vive sostanzialmente svolgendo il mestiere di vigilante della legge.

Lei è segretaria generale del secondo comune della provincia di Caserta, dunque rappresenta la punta avanzata, l’avanguardia della funzione di controllo del Governo nazionale, all’interno di un’ente locale qual è sicuramente quello di Aversa.

Il fratello di Emanuela De Chiara occupa una posizione ancora più avanzata, ancora più vicina al punto di confine, da lui presidiato insieme a tanti altri suoi colleghi, che suddivide lo spazio di ciò che è legale da quello che legale non è, ed è quindi illegale.

Marcello De Chiara, è infatti uno dei giudici per le indagini preliminari più esperto e più apprezzato dell’intero Tribunale di Napoli. Autorevole al punto da essere entrato, non molti mesi fa, per elezione nella giunta esecutiva dell’Associazione Nazionale magistrati. Ossia in quello che viene definito, non sappiamo se propriamente o impropriamente, ma questo è un altro discorso, il sindacato delle toghe.

Insomma, Marcello De Chiara è un giudice conosciuto in tutta Italia dai suoi colleghi.

Lo schema che vi abbiamo esposto rappresentava lo status quo, già al momento in cui Emanuela De Chiara si è insediata. Lei stessa può testimoniare, sperando che li abbia letti, che nei nostri articoli dubitavamo del fatto che un know-how di legalità, non proferita ma vissuta concretamente attraverso atti quotidiani, potesse entrare in sintonia e in armonia con un postaccio, con una Suburra dell’immoralità, quale è il comune di Aversa.

Che, inutile che storciate la bocca, voi quattro politicanti da strapazzo, è un luogo dove si pratica l’illegalità, che non è solamente rappresentata dalla violazione diretta e palmare di una legge, ma è costituita anche da tutti quegli atti, quegli artifizi che professionisti della burocrazia puzzolente conoscono bene, e che sono finalizzati ad aggirare la legge per raggiungere degli obiettivi che hanno a che fare sempre e comunque con interessi personali, di questo o di quell’assessore, di questo o di quell’altro consigliere comunale, desiderosi di produrre ricotta in favore di tutti quelli che li hanno votati.

Perché parliamoci chiaro, non vogliamo neanche fare nomi, ma quelli che comandano ad Aversa lambiscono tutti o quasi tutti l’analfabetismo, quello di andata e quello di ritorno. Ora, perché un cittadino, chiamiamolo così, deve votare per uno di questi? Lo vota per la ricotta, lo vota per ottenere una prebenda, un affidamento di lavori realizzato senza alcun rispetto dell’imparzialità, delle procedure.

Quando, verso il 20 agosto, abbiamo letto la manifestazione d’interesse di sei nuovi vigili urbani a tempo determinato 3 mesi, ma ovviamente destinati ad essere prorogati, e ad orario pieno, ossia 36 ore alla settimana, abbiamo pensato che chi non avesse lo stomaco di acciaio che noi ci siamo costruiti nel tempo, venendo a contatto con ogni tipo di nefandezza nei vari comuni della provincia di Caserta, avrebbe vomitato immediatamente.

Lì praticamente ci mancano solo i nomi scritti, poi francamente tutto è già definito con il sistema delle graduatorie di idonei, incardinati da altri comuni, e con l’incredibile chiosa finale che in pratica rende il tutto irrilevante, come i posizionamenti delle medesime graduatorie, perché poi la commissione seleziona chi gli pare. Una vergogna totale, un vero e proprio letamaio della potestà amministrativa (CLICCA E LEGGI).

Possiamo ben immaginare, dunque, cosa abbia pensato una persona che ama il diritto, ama la legge, che porta avanti con grande dirittura morale, leggendo quella porcheria. Non sappiamo se sia stata quella la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Fatto sta che la De Chiara non ne può più.

Nei giorni scorsi ha preparato una comunicazione attraverso cui intende risolvere il suo rapporto con il comune di Aversa. Vuole scappare, non ce la fa più. Francesco Matacena, che la deve piantare di fare lo gnorri e il furbetto, perché lui sa bene come è nata la sua coalizione e con quali figuri pescati nei peggiori bar di Caracas, e mettiamoci pure Medellin, ora sembra cascare dalle nuvole e al momento non avrebbe apposto la sua firma sotto al documento di risoluzione tra la De Chiara e il Comune di Aversa.

Una firma per accettazione. Vorrebbe convincerla a rimanere, e questo francamente fa ridere, in considerazione del vero e proprio giardino zoologico che Giovanni Zannini gli ha messo su, mettendo lui a fare il gregario. Perché molto più di Matacena, sulle questioni di Aversa, contano lo stesso Zannini e il suo appendente capo Giovanni Innocenti.

A quanto pare, la segretaria comunale Emanuela De Chiara avrebbe addirittura lamentato azioni di mobbing, di stalking e soprattutto molte illiceità. E qui, però, bisogna fare un discorso anche a lei.

Ha spedito documenti, comunicazioni, alla Procura di Aversa-Napoli Nord? Può darsi anche di sì, e non ci stupirebbe se questi documenti siano rimasti lettera morta. Non ci stupirebbe e ciò renderebbe opportuno un bel racconto davanti alla tavola familiare che la segretaria De Chiara dovrebbe fare a suo fratello, il giudice Marcello De Chiara, magari per dire che posto è Aversa e soprattutto per dire che a fronte di decine e decine di notizie di reato, segnalate anche da questo giornale, sarebbe opportuno se si eccettuasse quella storia dei cartellini e qualche blitz realizzato al millesimo reato compiuto nell’ufficio tecnico, poiché sul fronte delle indagini dei reati della pubblica amministrazione non è successo nulla o quasi nulla.

Ad esempio, quell’indagine che aveva coinvolto anche l’assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica, nonché vicesindaco Marco Villano, insieme a Giovanni Innocenti e ad altri, dopo aver conquistato qualche apertura di giornale, si può sapere che fine abbia fatto? Se è stata sotterrata in qualche in cassetto?

L’altra cosa che ci strappa un sorriso è rappresentata dalla presa d’atto, da parte della segretaria Emanuela De Chiara, di comportamenti diciamo così inadeguati, dei diversi dirigenti. I quali, eccetto l’ufficio tecnico della D’Angelo e di Graziano, dove non sono mancate le nefandezze e tante gare aggiudicate con il 2-3% di ribasso, sono stati bloccati dal rigore della segretaria comunale.

Personaggi di grande estro, che in passato erano stati molto attivi, con procedure a dir poco discutibili e che ci fa piacere che sono considerati, a questo punto, tali non solo da noi ma da un’ufficiale di governo autorevole come Emanuela De Chiara. La quale ha tentato in tutti i modi di far capire che lei ha un’altra impostazione, ma che alla fine è rimasta fiaccata dai tentativi costanti e continui, propinati dalle varie Gemma Accardo, da Mr. Giovanni Gangi – che ben conosciamo al pari della Accardo e che ad Aversa arrivò da Giugliano grazie al suo rapporto con Graziano – e a quanto si dice dalla signora Paolo Oro, quella delle indennità d’Oro al sindaco e agli assessori.

Durante l’ultima seduta del consiglio comunale di Aversa sono stati superati tutti i limiti, e Matacena era presente per evitare che tutto questo accadesse, perciò la sua posizione oggi è ipocrita. Lui, quella lettera della De Chiara, non vede l’ora di firmarla, ma deve far vedere che sta tentando di farla rimanere perché sa che la De Chiara è la sorella di un autorevolissimo magistrato ed è una persona che racconterà, giustamente, a tutti quelli che incontrerà, in che merdaio ha dovuto lavorare in questo anno e mezzo di amministrazione targata Zannini-Innocenti.

E per favore smettiamola con questo Matacena, che conta meno del due di coppe alla briscola.

Ritorniamo all’ultimo consiglio comunale, in cui si doveva votare una scandalosa modifica della convenzione con l’università riguardante la zona PIP. La De Chiara si è fatta sostituire dalla Oro, di cui probabilmente ancora si fidava.

Un’operazione molto dubbia, relativamente alla dazione gratuita del terreno per pubblica utilità. Quando è rientrata, la De Chiara ha trovato lo sperpetuo. Cercheremo di seguire nei prossimi giorni questi fatti. Noi ci teniamo a scrivere già oggi che Francesco Matacena, che non a caso molto raramente definiamo sindaco, è complice perché perfettamente consapevole del mondo trash di cui si è circondato. Ma evidentemente, quella che lui espone come la sua storia di integerrimo professionista, non deve essere tanto autentica se non trova la forza per prendere le distanze da certe azioni.

E la segretaria generale si è stufata, perché non può rischiare lei di essere messa sotto inchiesta, beffardamente, per coprire le schifezze di questa amministrazione. Questo è tutto per il momento, ma l’argomento è, a nostro avviso molto importante, se si riesce naturalmente ad entrarci dentro molto di più di quanto non siamo riusciti a fare in questo articolo.