LA NOTA S.MARIA C.V. Ma che bambinone ‘sto Mirra: scippa l’idea del mercato agricolo a Gabriella Santillo e baudiamente fa capire che l’ha inventato lui

7 Settembre 2018 - 19:55

SANTA MARIA CAPUA VETERE (gianluigi guarino) – Nel corso del tempo abbiamo modificato il nostro punto di vista sul sindaco Antonio Mirra. Non quello sull’amministrazione comunale che in città non ha ancora lasciato traccia di sé e che è perennemente impegnata in defatiganti attività che potremmo definire di “poltronismo”, incubando in questo termine sia il concetto di “Poltrone del Potere” che quello di “Pigrizia cronica” nella capacità di mettersi veramente al servizio della città, di rimboccarsi le maniche e di dare ad ogni giornata un senso unico: quello che percorre la strada dello sviluppo, del progetto, della visione di una Santa Maria Capua Vetere da far evolvere rispetto a quello che oggi è diventata.

Se la nostra valutazione sul governo sammaritano non ha potuto, dunque, né involvere e né evolvere, diverso è il discorso riguardante quella relativa alla personalità del sindaco Mirra.

Parliamo del sindaco e non della persona, rispetto alla quale non possiamo certo permetterci di andare troppo al di là nei giudizi valutativi.

Prendete, ad esempio, questa vicenda, innescata stamattina, dal comunicato stampa in cui Mirra annuncia l’evento del Mercato Agricolo a Km 0, messo a punto in sinergia con la Coldiretti Caserta.

Un sindaco, non ci permettiamo di scrivere un uomo, non ha la necessità di banalizzare il suo ruolo fino al punto di appropriarsi smaccatamente di un’idea e di un’iniziativa, che non sono sue, perché una politica seria e che quindi deve essere fondata anche sulla costante manifestazione del principio e dell’umana attitudine dell’onestà intellettuale, si connota, in questa maniera, di un provincialismo

che non lascia speranze, perché se la guida di una città importante qual è senz’altro Santa Maria Capua Vetere prima concepisce e poi occupa tempo impegnativo per le proprie meningi,  non per realizzare un processo diabolico e machiavellico attraverso il quale scredita politicamente una consigliera della sua maggioranza che ha osato criticarne l’operato ma per consumare ai suoi danni un ben più prosaico dispettuccio, ce lo consenta, sindaco Mirra, con tutto il rispetto, da asilo infantile, allora come si può ritenere che questo stesso sindaco possa guidare dei processi in cui l’elemento emotivo dev’essere quantomeno mascherato, se non addirittura neutralizzato per il bene dell’istituzione e per quello del consesso dei cittadini?

L’idea del mercato agricolo a km 0 è stata tutta della consigliera Gabriella Santillo. Il dato di fatto è questo, a riguardo sono usciti decine e decine di articoli quando questa manifestazione fu pianificata e messa nel programma dei nuovi eventi della città.

Ora, della Santillo si può pensare tutto il bene, male e il medio del mondo; per la Santillo si può nutrire stima o disistima; con la Santillo si può essere arrabbiati, come ha dimostrato di essere il sindaco Mirra quando la consigliera lo ha, democraticamente, criticato per aver reso insignificanti le proprie deleghe consiliari; alla Santillo si può rispondere legittimamente come lo stesso Mirra ha fatto; ma la Santillo, ma questo varrebbe anche per il signor Rossi e per la consigliera Tal Dei Tali, non può essere fatta fuori attraverso una bugia, attraverso una manipolazione della realtà tanto rozza da suscitare addirittura un sorriso. Quel sorriso che poi ti porta a dire, quasi con indulgenza, che quello del sindaco è un atteggiamento quasi teneramente puerile.

Questo è: far politica, amministrare una comunità, significa mettere in sottordine ogni propria pulsione.

Il sindaco avrebbe dovuto fare buon viso a cattivo gioco, organizzando una conferenza stampa, mettendosi a suo fianco una consigliera, alla quale avrebbe dovuto riconoscere la primogenitura e la validità dell’idea del mercato agricolo. Questo l’avrebbe dovuto fare dandosi un pizzico sullo stomaco perché la politica quest’è: tu puoi colpire un avversario o chi ritieni non sia più in linea con le posizioni della maggioranza, ma lo devi fare utilizzando ed esponendo delle ragioni e dei comportamenti, che siano quanto meno discutibili, nel senso che possono essere considerati accettabili per taluni e sbagliati per altri.  Ma non lo puoi fare con una bugia infantile talmente clamorosa, smaccata da risultare quasi disarmante.

Il sindaco Mirra non rifletterà, some al solito, su queste nostre parole, liquidandole superficialmente con qualche frasetta rituale che non riguarderà assolutamente il merito, il contenuto delle opinioni da noi espresse. Perché, diciamocela tutta, non rifletterà perché non gli ha fatto bene diventare primo cittadino. Non gli ha fatto bene perché gli ha tolto, ammesso e non concesso che ce l’abbia mai avuta, una qualità fondamentale per chi vuole essere leader di qualcuno o di qualcosa: la capacità di mettersi in discussione.

Perché solo chi possiede questa capacità può avere il coraggio di leggere questo articolo dalla prima all’ultima sillaba cogliendo per intero il suo senso altamente costruttivo, evitando di girarsi dall’altra parte, come fanno tutti quelli che non passeranno alla storia.