Terroristi islamici chiesero armi al CLAN DEI CASALESI. Parla il pentito

26 Settembre 2018 - 10:59

TRENTOLA DUCENTA – Nelle motivazioni della sentenza di condanna a 8 anni di carcere per Mohamed Kamel Eddine Khemiri, l’uomo accusato di terrorismo islamico nell’agro aversano, sono riportate delle dichiarazioni importanti del pentito Salvatore Orabona, ex capozona degli Schiavone a Trentola Ducenta.

Mi sono incontrato con tunisini e algerini – spiega Orabona – davo già delle auto a Trentola a un certo Massimo che in realtà è algerino e mi fece incontrare altri connazionali che, dopo le auto, mi hanno chiesto le armi ma non le ho voluto dare a quelle persone“.

Il gruppo islamico, insomma, voleva dal clan 5 kalashnikov.  La vendita fu portata a termine solo per alcune auto. Khemiri era stato prima arrestato e poi scarcerato per falsificazione di documenti. Dopo il primo arresto, Orabona vide la sua foto sui giornali e lo riconobbe come l’uomo della richiesta dei kalashnikov.

Il rifiuto, secondo quanto scritto dai giudici nella motivazione, sarebbe nato dal fatto che Orabona avrebbe “compreso i gravi scopi illeciti per i quali potevano essere utilizzati i kalashnikov“.