CASERTA. Lo schifo finale: la nipote di Peppe Casella e altri due conquistano un contratto di 6 mesi, 40 giorni prima della scadenza di quello in atto
28 Settembre 2018 - 12:32
CASERTA – (g.g.) Amministrativamente spregiudicati. Né al sindaco Carlo Marino, né ai dirigenti, né alla maggior parte dei suoi assessori, né alla maggior parte dei consiglieri di maggioranza e mettiamoci anche quelli dell’opposizione, interessa un fico secco dell’obiettivo di rispettare la legge in maniera totale e intransigente, ponendo questa causa al di sopra di tutte le altre.
Fanno esattamente il contrario, in una sorta di ribaltamento etico che avrebbe necessità, purtroppo, di un intervento deciso dell’autorità giudiziaria, visto che Caserta è l’esempio incontestabile di una politica che non riesce a rigenerare se stessa e che purtroppo necessita che un’altra istituzione svolga un potere di supplenza.
Scrivere questo, per un liberale che vede nella separazione dei poteri una sorta di stella polare su cui le istituzioni dovrebbero costituire il loro cammino, è una sorta di sconfitta, di dolore, ma questo è. Per cui leggete questo articolo. Tra chi lo farà, qualcuno si indignerà e si incazzeranno sicuramente quelli che vorrebbero fare pure loro ciò che fanno i beneficiati da questa procedura amministrativa. Ma tutto finirà per rimanere come è.
A nessuno è venuto in mente che i 12 anni di reclusione chiesti dalla dda per l’ex sindaco, nonchè dominus dei servizi sociali, Enzo Ferraro, e gli 8 chiesti per il suo “aiutante di campo”, Pino Gambardella, rappresentano un marchio d’infamia.
E a nessuno viene in mente che cose apparentemente meno dirompenti, rispetto a quelle che stanno dentro al processo penale appena citato, hanno sempre rappresentato l’humus affinchè, poi, si compissero nefandezze più grandi.
Marcello Iovino è un altro emblema di questo regime stabile, immutabile, fondato sulla spregiudicatezza amministrativa.
Sta per andare in pensione e, giustamente, dal suo punto di vista, resta coerente con il proprio modello di azione, fino all’ultimo giorno, fino alla sua messa in quiescenza, fino al pensionamento, che arriverà di qui a un mese.
Sta concludendo da par suo, scrivendo un nuovo contratto di 6 mesi, sostanzialmente una proroga, alle operatrici di supporto all’Ufficio di Piano dell’ambito C1 dei Servizi Sociali, un mese e mezzo prima della scadenza del loro contratto, che cade il prossimo 31 ottobre.
Mai vista una cosa del genere. Se non ci credete, leggete la determina in basso. Ce la siamo dovuta far dare in versione cartacea, perchè questi qui del comune di Caserta, violando ogni norma sulla trasparenza, non l’hanno messa, di proposito, all’interno dell’albo pretorio perchè è fin troppo chiaro che questo è l’ennesimo atto da non far vedere perchè a qualcuno potrebbe venire in testa di mettere in relazione l’incredibile tempistica di questo rinnovo di contratto e il fatto che, andando in pensione, in tempi coincidenti con la scadenza dello stesso, magari Iovino avrebbe avuto difficoltà a garantire il detto rinnovo nei giorni normali in cui una cosa del genere si fa.
Una determina che, in qualsiasi altro posto della certo non pulitissima Italia, avrebbe creato un vero e proprio pandemonio. Ma lui l’ha fatto. Perchè poi, andando in pensione, si riducono certi rischi, come ha insegnato un altro grande maestro, un altro grande chef della cucina degli orrori del comune di Caserta, Carmine Sorbo.
E allora, vediamolo questo ultimo “colpo di classe” di Iovino. Nella determina, si fa riferimento a una manifestazione di interesse riattivata per l’attribuzione dei servizi attraverso il percorso, sulla carta, ortodosso e legale di una gara. Ma non si fa riferimento al fatto che Iovino, appoggiato da altri due sodali, primo dei quali capo di gabinetto del sindaco Marino, ha annullato la prima gara, dopo aver aperto le buste con l’offerta economica. Roba che non sarebbe successa neanche sotto la dittatura del cannibale Amin. Non fa riferimento al fatto che lui non ha pubblicato un solo documento sull’albo pretorio, relativo all’annullamento della citata gara. Annullamento i cui motivi, restano ignoti e che dunque potrebbero essere ascritti alla non soddisfazione della commissione per le cifre lette all’apertura delle buste.
Insomma, uno schifo totale. Risultato: dal primo novembre al 30 aprile, le signore Rosamaria Ramella, Paola Calabrese e Filomena Casella, quest’ultima nipote dell’ex consigliere comunale Peppe Casella (a dimostrazione di quanto conti l’ultrasettantenne Biagio Esposito e di quanto conti il suo modello di partecipazione alla politica e al governo della città) saranno in servizio, lavoreranno 13 ore alla settimana, in pratica 2 ore e tre quarti al giorno, per una somma complessiva di 312 ore. E per due ore e tre quarti al giorno, prenderanno uno stipendio di 1.300 euro al mese.
Così si va avanti (si fa per dire) a Caserta e in provincia di Caserta. Non vogliamo fare i demagoghi, ma questa è veramente un’offesa per i tanti disoccupati, giovani e meno giovani, di questa terra. Che vergogna!
QUI SOTTO LA COPIA DELLA DETERMINA A FIRMA DI MARCELLO IOVINO CHE SIAMO STATI COSTRETTI A FOTOGRAFARE NELLA SUA VERSIONE CARTACEA