MARCIANISE. Indagato il sindaco Velardi per il post contro la prof Sabrina Gresini. Ma il problema è un altro
1 Ottobre 2018 - 16:52
MARCIANISE – Il pubblico ministero Mariangela Condello, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di S. Maria Capua Vetere ha fatto notificare al sindaco di Marcianise Antonello Velardi un avviso di conclusione delle indagini preliminari, ai sensi dell’articolo 415 bis del codice di Procedura Penale, atto che formalizza ufficialmente a Velardi l’avviso di garanzia, sul post pubblicato diversi mesi fa da quest’ultimo in risposta, si fa per dire, ad un commento pubblicato all’interno del suo profilo dalla professoressa Sabrina Gresini, che ha presentato, a suo tempo, querela di parte, accusando il primo cittadino di aver compiuto reato di diffamazione.
Siccome noi siamo esperti della materia, anche se i nostri querelanti sono sempre e comunque politici come Velardi e non certo docenti scolastici o comuni cittadini, diciamo che l’oggetto della querela, e cioè il post del sindaco, si muove attorno al crinale che discrimina le espressioni che dalla giurisprudenza vengono considerate diffamatorie da quelle che diffamatorie non sono.
Al di là di una possibile richiesta di rinvio a giudizio a cui potrebbe far seguito un vero e proprio rinvio e dunque un processo, ci appare difficile ipotizzare una condanna per Velardi.
Chi pensa che siccome questo giornale avversa la sua politica debba dargli sempre e comunque torto, dimostra di non conoscere la nostra tempra di liberali, che poi è quella che ci consente, partendo sempre da una manifestazione del pensiero, connotato da una ricerca costante dell’onestà intellettuale, di scrivere quello che scriviamo nei confronti di questo amministratore pubblico.
Se, dunque, c’è da parte nostra, un dubbio sulla condannabilità di Velardi per questo post, dubbi non ne abbiamo sul fatto che lo stesso meriti una condanna politica, etica e morale.
Perchè è grave che i cittadini di Marcianise possano ancora tollerare, sul piano della mera percezione della democrazia, che un sindaco si esprima come l’ultimo dei bulli di un bar delle borgate.
La professoressa Gresini avrà scritto, forse, ma non è così, le più grandi corbellerie di questo mondo. Ma il suo diritto di critica, il diritto di critica di un cittadino di Marcianise che si rivolge al suo sindaco, merita una replica di profilo istituzionale.
Nel senso che il rispetto per la dialettica delle idee, vero sale della democrazia, deve indurre il sindaco, prima ancora di esprimere qualche valutazione salace e un po’ polemica, di rispondere nel merito alle contestazioni che un cittadino gli muove.
Se occorre usare l’alambicco di tante giurisprudenze per comprendere se esista o meno il requisito costitutivo del reato di diffamazione, non c’è alcun dubbio sul fatto che nel post non venga applicata una sola sillaba che risponda nel merito ai rilievi posti dalla professoressa Gresini.
Ma questa non è una novità. Avete mai letto o ascoltato il sindaco Velardi rispondere nel merito ad un attacco ricevuto? Mai. Se lo attacchi, lui ti risponderà affermando che tu sei un ladro, un camorrista e nel caso della professoressa, a figlia raccomandata di un sindacalista maneggione.
Il tutto condito da spruzzatina ripugnante di minacce più o meno larvate. Perchè cos’è, se non una minaccia, l’affermare che il sindacato di Ciccio Gresini che dovrebbe essere più realista del re
Questo è un avvertimento.
Il problema di Velardi non è quello di arricchire se stesso e la propria funzione pubblica delle critiche e dei rilievi da cui trarre spunto per migliorare il proprio agire. Velardi, col suo proverbiale equilibrio psico-fisico stile Filais Fog ne “Il giro del mondo in ottanta giorni” (proprio uguale) canta ogni giorno il suo delirio di onnipotenza, che lo induce a ricorrere all’insulto, alla calunnia più o meno mascherata, alla diffamazione più o meno protetta dai rigori del Codice Penale, quando qualcuno lo contesta per qualcosa. Sembra una fissazione, soprattutto sulla piazza di Marcianise, quella di chiedere o di appurare, da parte sua, la paternità o la maternità di chi lo attacca.
Ritiene, evidentemente, per aver lui utilizzato questi strumenti nella vita, che il più pulito abbia la rogna e che in ogni famiglia alligni una storia fatta di accomodamenti, raccomandazioni, che poi gli consentono di marchiare di infamia ogni erede, ogni figlio, ogni nipote che osa criticarlo.
Pensateci bene: questa vicenda della Gresini non è importante per quelli che potranno esserne gli esiti giudiziari, ma mette nero su bianco una caratterizzazione dell’attuale quadro istituzionale di Marcianise che, ormai, prescinde da ogni valutazione positiva o negativa sulla qualità dell’attività di governo e investe, invece, il terreno di un carattere umano, che diventa l’unica struttura dell’espressione amministrativa.
Un carattere umano che diventa azione di governo.
A pensarci bene, escludendo i soliti paragoni, il caso paragonabile ha il nome e la fisionomia complessa dell’imperatore Nerone. Al riguardo, i marcianisani sono autorizzati a presidiare di notte le loro case, per evitare che qualche fiammella sparsa possa provocare l’incendio di quelle abitate da chi ritiene Velardi un pessimo sindaco.