Dopo tanti ostacoli burocratici, il viaggio dell’artista Rosaria Iazzetta dovrebbe ripartire
4 Ottobre 2018 - 12:39
CASERTA- (tp) Rosaria Iazzetta ha percorso oltre 12,000 mila chilometri ad oggi, partendo da Napoli, e stabilendo la prima tappa a Casal di Principe, per il suo lavoro di documentario che sta portando avanti viaggiando in moto in solitaria. Da giorni è ferma in Corea del sud, paese che paradossalmente sembra essere la patria dell’emancipazione
culturale, il luogo per eccellenza di crocevia tra la cultura antichissima della Cina e il Giappone, isola con una crescita
culturale moderna e diversa.
Iazzetta, infatti, in attesa di ricevere la sua moto, spedita via container dalla Cina, perché via nave era l’unica modalità possibile, per esportare una merce non acquistata in territorio cinese, continua a portare avanti le sue interviste, a donne in vario ambito, creativo, culturale e sociale, ma questa volta con un simulacro, in forma fotografica a grandezza naturale della moto.
Dop l’Italia, attraversa la Slovenia, la Croazia, la Bosnia-Erzegovina, La Serbia, L’Ungheria, l’Ucraina, La Russia,
il Kazakhstan, la Mongolia, e la Cina. In Corea del sud, esattamente al Porto di Incheon, il container con la moto
è fermo per rallentamenti alle procedure di sdoganamento, e il suo progetto si assesta prima di giungere all’ultima tappa del suo progetto in Giappone.
Pare, a detta del servizio doganale, che una donna in moto, non abbia mai scelto questa via per raggiungere il Giappone. La complessità dello sdoganamento, sembra aver preso a complicarsi, quando si è saputo dell’intento dell’artista-Professoressa Iazzetta.
Ostacolare le donne sembra essere da queste parti uno stato di diritto. Le statistiche, come racconta la Iazzetta, che nel frattempo continua ad intervistare attiviste e artiste coreane, parlano chiaro; l’ 80% degli uomini ammette di aver aggredito la sua compagna o la sua consorte, per futili motivi, e in un anno oltre 7.000 di esse hanno ricorso a prognosi riservate o incontrato la morte.
Il numero degli uomini che pagano le pene, dopo atti ignobili sono veramente pochi e le allerte per evitare rapimenti, attentati e registrazioni segrete, anche in bagni pubblici, è veramente alta.
Come se una cultura maschilista, da queste parti, sia crescita per conto suo, in forme patriarcali sempre più grette,
indebolendo la volontà delle donne di affermare diritti e sogni. Le donne oggetto, sono dovute diventare sempre più esili, sempre più delicate, per rispondere ad un modello maschilista, che in assenza di potere, compie abusi e soprusi.
In questo contesto, si inserisce la volontà di Iazzetta, che da pioniera di un tragitto che in realtà supera lo stesso itinerario all’epoca attuato da Marco Polo con la via della Seta, per avere una chiara e lucida visione dell’intero passaggio tra Occidente e Oriente. Se di norma, i motociclisti per raggiungere in maniera più comoda il Giappone, attraversano la Russia e poi si imbarcano per l’isola, Iazzetta, ha voluto fronteggiare strade impervie, dal punto di visto geografico, culturale e sociale, per avere una visione globale dei passaggi culturali, attraversando oltre venti frontiere.
Il nostro augurio è che presto riprenda e termini il suo viaggio, perché il suo sforzo è la voce di tante, e che il sostegno che l’Ambasciata Italiana a Seoul, dell’Istituto Italiano di Cultura di Seoul, come l’attenzione posta al Progetto dell’Onorevole Antonio Del Monaco, siano fruttiferi ai suoi intenti.