LE FOTO. BRACCATI. Hanno truffato per un milione di euro 300 persone pretendendo caparre lucrose per pellets che non sarebbero…
22 Ottobre 2018 - 13:17
CASERTA – (g.g.) Fino a qualche anno fa le persone erano molto diffidenti nel decidere di utilizzare la rete, gli strumenti del cosiddetto e-commerce, per acquistare beni e servizi su internet.
Oggi, non solo questa diffidenza è caduta, ma le persone cercano l’affarone relazionandolo ai beni più impensati, quelli che verrebbe naturale comprare al dettaglio, guardando in faccia il commerciante, il venditore.
Anche i pellets si comprano attraverso i siti internet. E’ diventato, questo, un dato acquisito alla luce di quanto è successo a circa 300 persone, di cui 100 casertani, per lo più residenti nell’agro aversano, i quali sono stati fregati da un uomo e due donne.
La maggior parte di loro ha incrociato un annuncio, probabilmente da facebook, per la vendita a prezzi convenienti di pellets. Poi si sono incrociate tante vicende singole o collettive che tutte insieme hanno costituito la base per una truffa mastodontica che si può riassumere nei contenuti di una denuncia, presentata da 4 truffati alla Guardia di Finanza.
Questo in sintesi il racconto: “Ci siamo recati il 9 giugno scorso, a Frattamaggiore, per acquistare 10 bancali di pellets.” Merce che non hanno portato a casa, limitandosi ad incassare una bolla che avrebbero poi dovuto utilizzare per ritirare la merce in un deposito, il Center
Per questa operazione i 4 hanno versato 3.295 euro, precisamente 329 euro per bancale. L’interlocutore degli acquirenti è stato un certo signor Matteo Chiacchio, cognome abbastanza tipico nel nord Napoletano, soprattutto in quel di Caivano, che ha garantito ai 4 la consegna entro la prima settimana di ottobre.
Trascorso questo tempo e non essendo stato consegnato alcunchè, sono partite le telefonate presso la sede dell’azienda, dove a rispondere è stata una certa signora Francesca, la quale, a sua volta ha garantito la consegna entro il 15 ottobre.
Scavallata anche questa data, le telefonate hanno avuto un esito diverso: tutti i numeri irraggiungibili e l’ufficio di Frattamaggiore dove era avvenuta la transazione, era desolatamente chiuso e abbandonato. A quel punto, i 4 hanno capito che forse erano stati truffati e hanno deciso di rivolgersi alla Guardia di Finanza. Per intanto, grazie ad altre denunce, anche la polizia di stato si era messa all’opera ed ha scovato il capannone dove i pellets erano stati nascosti nella città di Mondragone, così come abbiamo scritto stamattina.
Inutile dire che nelle ultime due settimane si è scatenato un autentico putiferio su facebook, con la costituzione di una sorta di comitato spontaneo a cui hanno partecipato tantissime delle persone che hanno subito la frode.
C’è da augurarsi che i responsabili vengano, al più presto, assicurati alla giustizia.