ELEZIONI EUROPEE. La missione di ‘Polpetta’ e ‘Polpettina’: fottere Martusciello. In vista accordo tra Giggino e Aldo Patriciello

23 Ottobre 2018 - 17:25

CASERTA (G.G.) – Luigi Cesaro, cioè ‘Giggin a purpett’, dovrà rassegnarsi all’idea che il figlio non potrà correre per le prossime elezioni europee, così come lui aveva desiderato.
Anche la presenza di Antonio Tajani, Presidente di quel Parlamento al vertice di Forza Italia, non è compatibile infatti con la riproposizioni con le cose accadute tranquillamente quando un sempre più stranito Silvio Berlusconi ha consentito a Francesca ‘calippo’ (citazione dalla famosa foto che lei stessa si fece fare) Pascale

Francesca ‘calippo’ Pascale

Adele Vairo

di scegliere i candidati in Campania, affidando completamente il partito, o meglio, quel poco che ne restava, proprio alla famiglia Cesaro, che la Pascale conosce sin dai tempi in cui la Polpetta la nominò assessore provinciale a Napoli aderendo ad una richiesta dello stesso Berlusconi all’indomani del primo contatto tra lui e la bella ‘guagliona’ napoletana durante un evento politico svoltosi nel capoluogo partenopeo.
Quello che però Cesaro può fare, almeno fino a quando la sua controfigura Domenico

De Siano manterrà la carica di coordinatore regionale, è cercare di fregare Fulvio Martusciello, che, beninsteso, non è che abbia in questi cinque anni dato grandi notizie di sè sul territorio regionale fornendo idee e contributi dalla sua comoda  postazione di Bruxelles e Strasburgo ma che, vista la situazione in cui versa Forza Italia, sarebbe in caso di brillante rielezione, il leader designato del partito visto e considerato che Antonio Tajani, in questi anni, condividendo con Martusciello l’esperienza europea, lo ha sempre considerato l’uomo a cui far riferimento nella nostra regione.
Dinanzi ad una prospettiva del genere ai Cesaro non resta altro da fare se non far perdere Martusciello, schierandosi con il suo più forte competitor, cioè Aldo Patriciello, il quale non si è mai immischiato nelle beghe politiche degli azzurri campani e mai lo farà, limitandosi volta per volta a stipulare accordi politici provvisori e riguardanti solo la campagna elettorale in modo da consentirgli l’elezione a deputato europeo. In poche parole, un’elezione di Patriciello ed una non elezioni di Fulvio Martusciello consentirebbe ad Armandone Cesaro di rimanere il leader di fatto di Forza Italia.
Siccome anche stavolta Patriciello si muoverà in questa maniera, e siccome i sondaggi di Forza Italia rendono complicata la conquista anche di un terzo eletto, i Cesaro si schiereranno dalla parte di Patriciello. Beninteso, senza esporsi più di tanto, perché proprio nei mesi che precederanno le elezioni si celebrerà, nel Tribunale di Aversa-Napoli Nord, il processo che vede imputati Luigi Cesaro ed il figlio Armando, accusati di voto di scambio (ecco perché Tajani non può candidare il ‘buon Armandone’) relativo alle elezioni regionali del 2015.
Difficile ritenere, peraltro, che in Campania si crei una situazione come quella che si è creata, in questi giorni, in Puglia, dove Tajani ha nominato il suo fedelissimo Mario D’Attis alla carica di coordinatore regionale. Qui da noi, probabilmente, si aspetterà l’esito di questi famosi congressi provinciali che scaturiranno dal tesseramento in atto. E ci sarebbe da aprire una parentesi ampia per dimostrare che se i congressi di Forza Italia non hanno contato nulla ai tempi in cui il partito era al 30%, non si capisce perché debbano contare oggi, allorquando i sondaggi lo danno al massimo tra il 7 e l’8%, in pratica in punto di morte.
Siccome oggi non vogliamo realizzare analisi sulla condizione e sulle prospettive dei berlusconiani nazionali e regionali, ci limitiamo, per rientrare subito in tema, a citare qualche presenza casertana ai funerali, svoltisi nei giorni scorsi, della madre di Luigi Cesaro. C’erano Donatella Cagnazzo, il marito Adolfo Russo, il cognato Eugenio Russo, che sulla carta è ancora il coordinatore cittadino del partito, e c’era infine la preside del Manzoni Adele Vairo. Dovrebbero essere loro a profondere il maggior impegno a favore della candidatura di Aldo Patriciello, ma soprattutto contro la candidatura di Fulvio Martusciello.
Qualcuno ora potrebbe chiederci: ma Giorgio Magliocca, commissario provinciale, ed il consigliere regionale Massimo Grimaldi, saranno impegnati anche loro nella battaglia per annientare il mitico ‘fulvietto’?
Si tratta di un quesito un po’ complicato, che riguarda anche le mosse che condurrà l’ex governatore Stefano Caldoro, che come sempre eterodirigerà le azioni di Grimaldi, mentre per quel che riguarda Magliocca il suo comportamento dovrà essere rapportato alle prospettive che gli saranno offerte per le sue non moderate ambizioni proiettate verso le prossime elezioni regionali, nelle quali, però, uno tra lui e Grimaldi (il Presidente della Provincia è stipendiato nello staff del consigliere regionale) sembra essere di troppo almeno nella lista di Forza Italia, così come abbiamo spiegato in un precedente articolo dedicato alle virtù delle cosìdette liste ‘fai da te’ specificatamente versate per il format delle elezioni regionali e che potrebbero rappresentare uno strumento utile per far coesistere sul territorio le candidature di Grimaldi e di Magliocca.
Staremo a vedere.