MARCIANISE. Ora Velardi si sente Shakespeare: “Siamo tutti morti”. Ma lui, in un anno e mezzo da presidente dell’Ato rifiuti, cosa ha fatto?
3 Novembre 2018 - 19:47
MARCIANISE – (g.g.) Poche parole, perchè, onestamente, applicarci quotidianamente all’esegesi dello sciocchezzaio, erogato dalle dozzinali analisi del sindaco Velardi, rappresenta, e lo stiamo comprendendo ogni giorno di più, una perdita di tempo.
Noi pubblichiamo tutto, perchè è giusto dar conto sempre del punto di vista del sindaco pro tempore della terza città della provincia di Caserta. Se poi questo si chiama Velardi, è un problema non nostro, ma dei marcianisani che ancora una volta, leggendo il post, da noi integralmente riportato in calce a questo articolo, incrociano di nuovo il pathos tipico di una teatralità che appartiene al tessuto biologico degli individualisti a sangue freddo.
Pathos che si configura quale strumento apparentemente contraddittorio di affermazione di un ego che domande vere sul destino della comunità, sulla salute pubblica, in realtà non se ne pone mai, perchè se così fosse, farebbe meno parole e più fatti, invece che tante parole e zero fatti.
Le sue, insomma, sono parole suggestive, demagogiche, da improbabile arruffapopolo.
“Non siamo vivi…siamo morti…“, dice lo Shakespeare de’ noartri, in relazione all’ultimo incendio dei rifiuti, quello dello Stir di Santa Maria Capua Vetere.
Noi, che non siamo nati ieri e che abbiamo assistito alle parabole di tanti venditori di fumo, cerchiamo, al contrario, di rimanere saldamente ancorati alla concretezza logica che discende dalla conoscenza e da un’analisi il più possibile razionale dei fatti accaduti.
Ha ragione Velardi a prendersela con i politici incapaci, ma il suo, dovrebbe essere un atto di auto accusa perchè lui si è dimostrato il più politicante tra i politicanti, adattandosi subito alle caratteristiche tipiche che connotano la gestione del potere in questa terra e nelle altre di un sud sempre più martoriato da una classe dirigente, prima di tutto incapace, e poi costantemente tesa a coltivare interessi personali o attinenti a piccole oligarchie.
Antonello Velardi è stato, per un anno e mezzo (e ci ha impiegato un anno e mezzo a dimettersi) presidente dell’Ato dei rifiuti. E come gli altri politici di questa provincia, è stato capace di mostrare un’inconcludenza veramente fuori dal comune. Cosa ha fatto in un anno e mezzo, lì pietrificato, avendo la possibilità di assumere iniziative concrete per intraprendere quel viaggio verso il cambiamento, verso l’innovazione dei metodi e delle prassi a cui, con parole più terra terra di queste, si richiama, un giorno sì e l’altro pure?
QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DEL POST DEL SINDACO VELARDI
+++ DISASTRO AMBIENTALE +++
POLITICA INCAPACE E COMPLICE
ONORE AI VIGILI DEL FUOCO!
Sta ancora bruciando lo Stir di Santa Maria Capua Vetere, a fuoco con i suoi rifiuti dalle 21 di stasera. E brucerà per diversi giorni: le dimensioni sono vaste,
I soccorritori sono in difficoltà. È un grande disastro ambientale. Vi sono timori anche per il carcere che è di fronte, la nube tossica si è finora spostata in un’altra direzione ma i venti cambiano con il passare delle ore.
Ciò che sta accadendo è una grande tragedia. Con responsabilità chiare: la classe politica della provincia di Caserta. Tutta. Tutti coloro che hanno gestito il potere e non hanno mai voluto, e ancora oggi non vogliono, che il ciclo dei rifiuti sia moderno e funzionale, non più gestito dalle organizzazioni criminali. La vecchia politica è complice degli interessi sporchi, la nuova invece è completamente incapace. I nuovi parlamentari a me sembrano come quei camerieri che girano a vuoto tra i tavoli del ristorante perché non capiscono che cosa gli hanno ordinato e che cosa devono portare a tavola. Cioè girano a vuoto, come tante marionette.
È notte mentre scrivo questo post, ho una grande rabbia dentro. È l’ennesima tragedia per la mia terra, anche per la mia Marcianise che conta ancora i danni dell’incendio allo stabilimento Lea: doloso quello e doloso questo. Nessuno ci dirà un giorno chi ha appiccato il fuoco, nessuno ci spiegherà che cosa bisognava fare per prevenire questa tragedia. Ci racconteremo chiacchiere tra noi.
Ma scrivo questo post per lodare, ancora una volta, i Vigili del Fuoco. Ci sono una decina di squadre sul posto, per loro sarà una notte di lavoro impossibile mentre noi staremo al caldo nel letto. Sono loro gli unici veri protagonisti di questa battaglia contro il male. Gli unici, e noi non li meritiamo.
Onore ai Vigili del Fuoco, l’unica luce nel buio pesto di questa terra che vanta istituzioni ridicole e politici cialtroni. Onore a loro, eroi di questo nostro tempo triste.
È il 2 novembre, commemoriamo i nostri defunti. Ma noi non siamo vivi, ci illudiamo di essere vivi: ci hanno ucciso, siamo morti che camminano. Siamo morti.
#disastroambientale