CASERTA. Solita barzelletta dei revisori dei conti: il bilancio di “dissesto” è un disastro ma noi lo approviamo con riserva

9 Novembre 2018 - 19:12

CASERTA (gianluigi guarino) – La dottrina è sempre la stessa, cioè quella del “Giusto tra le Nazioni

“, Gino Bartali, il quale, da buon toscanaccio impenitente, spesso escalmava: “E’ tutto da rifare“. Ma mentre quello di Ginettaccio era uno sfogo, l’atteggiamento dei revisori dei conti del comune di Caserta è semplicemnte una furbata. Della serie, noi scriviamo una relazione da cui emerge che il bilancio stabilmente riequilibrato è una schifezza, ma alla fine diamo parere favorevole, con riserva. Uno si aspetterebbe rilievi su poche cose da aggiustare. No, il documento fa acqua da tutte le parti, è bacato dalla necessità di far quadrare conti che non potranno mai quadrare. Per cui, l’elenco delle doglianze, espresso dai revisori, è più lungo di una pergamena vergata dai frati emanuensi di un convento del Medio Evo. Alla fine, tutto è sbagliato, ma il parere è favorevole. Così non ci inimichiamo l’amministrazione comunale e continuiamo a incassare le nostre spettanze.

Come si suol dire: una soluzione “all’italiana”, tipica di un paese come il nostro che poi si lamenta se tedeschi, francesi o inglesi ci guardano un po’ schifati per la nostra eterna e inscalfibile capacità di edificare un Diritto, un corpo di leggi scritte, addirittura sovradimensionato, esagerato, pantagruelico e poi di coglionarlo allegramente con manovre di aggiramento che se da un lato sono utili a soddisfare voglie e piaceri di singoli individui o di gruppi d’interesse, cancellano ogni prospettiva di costruire, su una comunità civile credibile, un paese vero.

Naturalmente, quando questa schifezza di riequilibrio arriverà sul tavolo della sezione del ministero degli Interni addetta alla verifica degli atti contabili dei comuni italiani, sarà rimandata indietro con disonore. Così come è successo quasi sempre a Caserta, comune in cui, badate bene, la dichiarazione di dissesto è stata utilizzata per evitare (a dirlo veramente non ci si crede) di presentare un bilancio consuntivo, quello relativo all’anno 2017 che mai e poi mai coevi e posteri potranno consultare per capire come il governo locale ha speso i soldi dei cittadini. Questo aspetto, insieme a tanti altri, è stato duramente censurato dei revisori nella loro relazione.

Tra questi, c’è un evergreen, un classico della mala gestio casertana, la cancellazione, la rimozione della presenza del comune di Caserta del Consorzio intercomunale Asi. Nel QUADRO F del bilancio riequlibrato non viene indicata la quota di partecipazione. Per cui, il buon Giovanni Comunale ha nominato, dopo aver “purgato” Carmine Bevilacqua, è un semplice ologramma, non esiste, è un’illusione ottica poichè, come scritto nel bilancio, il comune di Caserta non fa parte nell’Asi.

Poi i revisori lamentano la mancanza di diversi documenti e l’inesistenza, nei capitoli di spesa, di un fondo di compensazione per i crediti di dubbia esigibilità (Fcde), il che la dice lunga sul quanto tengono i vari Carlo Marino, Girolamo Santonastaso e il sempre più stralunato e trasognato Professore Pica al bene della comunità.

Ovviamente, questa appena illustrata è una piccola parte delle magagne che abitano questo documento assolutamente impresentabile e che i cosniglieri comunali di Caserta, la maggior parte dei quali sa leggere la targa della propria auto, approveranno senza neppure rendersi conto di ciò che fanno. Tanto quello che conta è tirare a campare ed è stare lì, la mattina, per sgraffignare qualche favore o qualche prebbenda.