Ordine Provinciale Infermieri, i dirigenti tengono famiglia: tutti gli incarichi e i soldi intascati da Gennaro Mona, Luigi Giannini e Mario Bergaro

4 Dicembre 2018 - 17:34

CASERTA(g.g.) Quanto conta, per la credibilità di un Ordine professionale, il fatto che chi lo rappresenta, attraverso l’esplicazione delle cariche amministrative, esprima un’idea di sobrietà, di dedizione tali da non ingenerare in nessuno il dubbio che quell’assunzione di responsabilità possa essere finalizzata ad ingrossare le proprie tasche?

Conta, conta molto. Anzi conterebbe se non ci trovassimo in una provincia in cui la cosa pubblica è una mucca da mungere. Chi è più furbo conquista la carica di sindaco, di assessore, di consigliere comunale, provinciale, di presidente di un carrozzone di sottogoverno, di presidente, come nel nostro caso, di un Ordine professionale, peraltro neonato. E avendo dovuto apprestare la dote della furbizia al raggiungimento dell’obiettivo, non può esserci alcun dubbio sull’identità del medesimo: farsi i cazzi propri, sistemare con un posto di lavoro o con una prebenda un paio di generazioni, e soprattutto garantirsi una vita agiata.

Nel gruppone delle istituzioni munte come vacche svizzere, abbiamo inserito anche un Ordine professionale cioè quello degli infermieri di nuovo conio, che ha sostituito, da quasi un anno, l’antico collegio conosciuto con la storica sigla di Ipasvi.

Perchè ritorniamo sulla gestione del presidente Gennaro Mona a 10 giorni di distanza? Per lo stesso motivo per il quale affrontammo, per la prima volta, il tema della sua gestione. Se, infatti, in redazione arriva una lettera, una denuncia, una segnalazione, e ancora un’altra lettera, un’altra denuncia, un’altra segnalazione, che, univocamente sostengono sempre la stessa tesi e dettagliano quella che, a loro dire, è la mala gestione dell’Ordine

degli infermieri di Caserta, presentando gli stessi esempi, le medesime questioni, allora è, quantomeno dovere di un giornalista fare le opportune verifiche.

E noi le abbiamo fatte. E’ uscito fuori che i dirigenti dell’Ordine degli infermieri hanno una giornata a dir poco infernale, densa di impegni, tutti debitamente e significativamente remunerati.

Partiamo dal presidente Mona. Da guida dell’Ordine, intasca 250 euro forfettarie come indennità di carica. A questi, vanno aggiunti tutti gli altri gettoni (100 euro a botta) per le presenze durante le riunioni degli organi istituzionali, consigli, commissioni, assemblee. E ancora, un’altra settantina di euro puliti puliti, vengono intascati per la formazione professionale degli infermieri. Poi ci sono quelli per le consulenze esterne, dove su 6 mila iscritti, 5 mila 985 rimangono a bocca asciutta, essendo il giro è sempre lo stesso, cioè quello del “cerchio magico” di Mona, continuamente toccato dalla grazia.

Tutti, manco a dirlo, unitariamente, coralmente, unanimemente iscritti al sindacato Fials dei “soliti” Salvatore e Peppe Stabile e tutti coralmente, univocamente, unanimemente Rsu di questa sigla sindacale, dunque fiduciari diretti di Salvatore Stabile ed esecutori delle direttive di quest’ultimo nelle trattative con le dirigenze.

Mona ha anche un lavoro: è infermiere presso l’Unità operativa assistenza sanitaria di base del distretto 12, cioè di quello della città capoluogo e di San Nicola, che si trova proprio al confine tra questi due comuni, nel palazzo della salute, all’interno dell’ex area Saint Gobain. E lì naturalmente, e ben legittimamente, Mona intasca lo stipendio che però va ad aggiungersi ai quasi mille euro al mese, garantiti dagli appena citati gettoni forfettari e gettoni di presenza, consulenze eccetera. Rendite esistenti in quanto Mona è dirigente dell’Ordine degli infermieri.

Ora, proprio per stare dentro a quel perimetro di sobrietà, di buon senso, per dare un’immagine di se che non collega il proprio impegno nella attività di rappresentanza della propria categoria professionale, ad una volontà di espandere la cifra del proprio lucro personale, ci si dovrebbe fermare qui.

Campa cavallo: Mona non lascia nulla di intentato. Di mattina presto, va a far prelievi nelle abitazioni dei pazienti non autosufficienti, nell’ambito di una convenzione stipulata tra alcuni infermieri e il distretto 16. Insomma, un pagamento a prestazione che permette al nostro di far crescere ulteriormente le proprie entrate.

Ora, un presidente dell’Ordine professionale degli infermieri dovrebbe tenere a cuore il futuro dei giovani, la possibilità che questi comincino a guadagnare qualche soldo. E allora che cosa ci perde, presidente Mona, a mollare ad un giovane questo lavoro mattutino di prelievo domiciliare? Badi bene, questo non è un appello personale al buon cuore di un infermiere esperto, qual è lei, ma un invito istituzionale ad una figura che rappresenta 6 mila infermieri casertani e che dunque dovrebbe dare l’esempio rispetto ad una politica di valorizzazione, di inserimento nel lavoro delle giovani leve.

Per quanto riguarda gli obiettivi politici, a Mona sta stretta la prospettiva locale del comune di San Nicola, ma ora che dice di poter contare su 6 mila infermieri, pronti, a suo avviso (?), a gettarsi nelle fiamme per lui, ha già proposto al governatore De Luca un suo possibile impiego da candidato al consiglio regionale.

Insomma, si tratta di un soggetto veramente dedito alla causa della categoria che rappresenta.

Secondo personaggio degno di valutazione: Luigi Giannini. Si tratta di una vecchia conoscenza dell’Ipasvi, visto che nei tre consigli che hanno preceduto quello attuale, è stato dentro alla partita direttamente e a pieno ritmo.

Nell’ultima tornata, proprio perchè una quarta candidatura avrebbe dato nell’occhio, ha fatto un passo indietro, o meglio, ha fatto finta di fare un passo indietro, visto che il presidente Gennaro Mona lo ha chiamato e gli ha offerto, riscontrando ovviamente il suo consenso, un posto da consulente esterno addetto alla formazione del cosiddetto comitato tecnico scientifico, che a scriverlo così, sembra una cosa molto seria ed autorevole, in realtà non lo è, ma è solo un modo per creare un altro meccanismo trita-quattrini, visto che al buon Giannini vengono dati 70 euro a presenza.

Controllando un pò i documenti contabili, andrebbe detto meglio, quel poco che si può controllare da un albo pretorio, autentico porto delle nebbie, nel quale non c’è un atto amministrativo che si apra alla visione di un cittadino, Giannini ha incassato circa 1.500 euro nell’arco di 6 mesi, quasi 300 euro ogni 30 giorni che non è una cifra enorme ma neppure una sciocchezzuola.

Sicuramente un buon arrotondamento per uno che nel lavoro quotidiano, svolge la funzione di coordinatore o caposala, che dir si voglia, al Sert di Caserta, settore tossicodipendenza, con tanto di riconoscimento di posizione organizzativa, con 8 reperibilità all’ospedale di Maddaloni. In più, si occupa dell’assistenza dei detenuti-pazienti del carcere di San Tammaro-Santa Maria Capua Vetere.

Numero di molliche di pane finite a terra, zero.

Clamoroso a Caserta: ahhhhh…vi sarebbe piaciuta la novità?! E no, anche in questo caso, tutto “nella norma”: il signor Giannini è Rsu della Fials al servizio di Salvatore Stabile.

Ultimo caso di giornata, Mario Bergaro. Anche qui, si tratta di un pupillo di Mona e dunque uno che sta nella stessa catena del presidente dell’Ordine professionale degli infermieri di Caserta. La catena del potere della Fials, una roba che tutto è fuorchè un sindacato, ma un evidente gruppo di interessi, una lobby che come tale sarebbe legittima qualora non si nascondesse dietro alle insegne e dietro alle possibilità, alle facoltà e ai diritti derivanti dalla patente di sigla sindacale.

Ma se la Fials facesse solo il sindacato, non avrebbe neppure un decimo degli iscritti che ha. Facendo la lobby, invece, gli elenchi crescono, perchè dentro ad una lobby, gli obiettivi sono ben diversi e si può sperare in cose che un sindacato vero non può darti per statuto.

Aperta e chiusa la parentesi, ritorniamo a Mario Bergaro. Lui svolge, nell’Ordine degli infermieri di Caserta, il compito di responsabile della trasparenza, con 150 euro di compenso forfettario, più altri compensi collegati alle presenze e alle funzioni di cui abbiamo già scritto precedentemente.

Un vero successo è stato, fino ad ora, il lavoro di Bergaro: il sito dell’Opi di Caserta, riesce a battere finanche quello del comune capoluogo, una vera “eccellenza” in questo campo, in quanto ha opacità e inespugnabilità dell’80-90% degli atti amministrativi.

Ora, noi vorremmo anche fermarci sulle vicende Opi e sulle relazioni assolutamente improprie tra l’Ordine professionale e un sindacato che diventa a sua volta Ordine, con l’Ordine che diventa sindacato. In pratica, fondendosi in quello che è un unico soggetto, il cui motore è rappresentato dalla Fials e la cui sigla istituzionale di diritto pubblico, cioè quella di Opi, è solamente una struttura di apparenza.

Ma siamo sicuri che dovremo tornare su questi argomenti, perchè alla luce dell’articolo di oggi, ci arriveranno sicuramente altre segnalazioni e altre denunce con circostanziata documentazione. E noi, saremo, non costretti, ma obbligati, per etica e cultura, a non tirarci indietro.