LE FOTO. Il ranch della sottosegretaria Pina Castiello. Quei sottotetti in zona agricola, il quagliodromo e la mega piscina da misurare

7 Dicembre 2018 - 19:10

CASERTA – Il papà di Pina Castiello, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, titolare dell’importantissima delega al Mezzogiorno, è sicuramente un uomo che si è fatto da sé.

Ha lavorato con durezza e umiltà, costruendo il benessere della propria famiglia grazie a idee vincenti e a canali sempre più ampi di commercializzazione dei suoi prodotti.

Il papà di Pina Castiello, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, titolare dell’importantissima delega al Mezzogiorno, è un esempio da seguire.

Da piccolo allevatore di porci è diventato un grande, anzi grandissimo allevatore di porci.

Questo gli ha permesso di mettere in condizione la figlia di compiere una brillante carriera politica, che l’ha portata a ricoprire, da pupilla di ingegno e di sicurissimo talento di Enzo Nespoli, prima la carica di consigliere regionale di Alleanza Nazionale, poi quella di deputato della Repubblica Italiana, sempre con An, poi ancora quella di senatrice della Lega, partito a cui ha aderito nell’ultima fase della scorsa legislatura, infine sottosegretario, in quanto leader regionale di fatto del partito di Salvini, coadiuvata dalle premure politiche di Gianluca Cantalamessa, anche lui parlamentare, ma anche e soprattutto coordinatore regionale di quello che alle prossime elezioni europee diventerà, con ogni probabilità, il primo partito della Campania.

Quando il papà di Pina Castiello ha dovuto decidere come utilizzare, con un sagace investimento tipico del suo bagaglio di uomo concreto, i frutti di tanti anni di duro lavoro, è riuscito a trovare un punto di equilibrio tra la sua professione, che affonda evidentemente le radici in una vera passione per la razza suina, e le esigenze di rappresentanza di una famiglia agiata, che annovera al suo interno una donna in politica e nelle istituzioni di tale lignaggio.

La risultante di questa combinazione di spinte e motivazioni è stato un mega ranch costruito nella natia Caivano, in una zona ovviamente isolata ma collegata attraverso buone strade.

Insomma, un “buen retiro” all’interno del quale Pina Casiello si ritempra dopo le massacranti giornate romane, trascorse a elaborare strategie vincenti per il riscatto del meridione d’Italia, per fare ciò che non sono riusciti a fare e ottenere Gaetano Salvemini o Benedetto Croce.

La Castiello preferisce di gran lunga questa location alla sua pur significativa residenza in quel di Formia, anche perché in quella casa vive suo figlio insieme ai nonni.

Tutto bene se non fosse per qualche situazione dubbia in termini di rispetto delle leggi in materia urbanistica.

Una roba che riguarda decine di migliaia di persone.

Però, si sa, se una diventa sottosegretario alla presidenza del consiglio un minimo deve dar conto anche sulle attività dei propri congiunti, come si è ben capito al tempo di Matteo Renzi e del giglio magico e come si è capito ultimamente con la storia del papà di Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio.

Dalle foto si vede che la cubatura del ranch non ha più aree vuote, non utilizzate. Soprattutto si capisce che i sottotetti sono diventati altro, cioè aree domestiche di tipo residenziale.

Embè? Dove sta il problema? Ci sta, ci sta, perché noi che abbiamo un senso un po’ teatrale nell’esposizione di alcuni fatti, quando questi riguardano politici di grido, abbiamo volutamente omesso, all’inizio di questo racconto, l’elemento essenziale dello stesso: il papà di Pina Castiello ha costruito il suo ranch in forza di un permesso a costruire rilasciato in zona agricola.

Essendo tale, le aree della struttura, cioè le cubature, non possono non essere in netta prevalenza pertinenze agricole, ovvero stalle, stanze per gli attrezzi, luoghi di conservazione dei prodotti.

Siccome in zona agricola si danno concessioni per aziende agricole, la legge si è posta anche il problema di chi ci lavora, dentro a queste aziende.

E per questo motivo ha dato la possibilità di costruire alcuni spazi di tipo residenziale, per riparo, ristoro e residenza dei titolari o di qualche dipendente.

Leggi e soprattutto giurisprudenza consolidata sanciscono che un sottotetto può essere trasformato in un appartamento, in una camera da letto, in una cucina, in un bagno, in un soggiorno, solo e solamente quando l’insieme della cubatura esprime una prevalenza delle aree residenziali che, magari, con una famiglia che cresce possono non essere più sufficienti e possono necessitare di un’espansione in questi spazi particolari della casa.

Ma se uno ha avuto, come è successo nel caso del papà di Pina Castiello, un permesso a costruire in zona agricola, non è possibile a monte, figuriamoci se lo è a valle, trasformare in appartamenti i sottotetti, mancando il presupposto essenziale, e cioè l’identità residenziale di quella data cubatura.

Dalle foto si vede anche una piscina.

Non partiamo subito in quarta dicendo che un ranch che è agricolo per definizione non può contenere una piscina per lo svago, perché questo non è vero.

La piscina ci può stare, ma deve essere di una misura che sia la risultante della somma di tanti 0,003 metri quadrati per ogni metro quadrato di cubatura esistente.

Per cui sulla piscina il giudizio è sospeso. Se la senatrice e sottosegretario Castiello ci permetterà di andarla a misurare con metro e rullina, Dio l’abbia in gloria e in segno di contrizione manderemo in rete per un mese consecutivo un estratto dei suoi tuffi dal piccolo trampolino, per il sollazzo degli appassionati della pruderie spiona.

Penultima questione. Il papà della Castiello deve essere un patito della caccia. Per questo motivo ha costruito un quagliodromo, ‘fanculo gli animalisti rompicoglioni, noi siamo gente di destra che prevede per gli uccelli pochi e ben definiti utilizzi.

Sempre questa scassaminchia di legge si è andata a inventare che per tenere un impianto del genere uno deve essere dotato di teli speciali che raccolgono i pallini sparati, dato che non tutti raggiungono le povere quaglie tenute in cattività.

Il piombo, si sa, non è il massimo per la salute biologica di un terreno.

Domanda: nel ranch Castiello, questi teli esistono o non esistono?

Ultimo busillis: sempre dalle fotografie si vede una strada strutturata. Non sappiamo se è una strada provinciale, una comunale di tipo interpoderale.

Sappiamo, invece, che è sicuramente una strada pubblica, finanziata cioè con i soldi dei contribuenti meridionali, che dovrebbero essere il pensiero del mattino, del mezzogiorno e della sera della sottosegretaria Castiello.

Questa strada pubblica, nel suo ultimissimo tratto, devia ed entra nello spazio privato del ranch.

Anche per questo ci saranno delle motivazioni logiche le quali dimostreranno che non c’è nulla di irregolare.

Ma noi, che siamo peccatori come lo fu San Tommaso, attendiamo di toccare con mano.