PROCESSO OMICIDIO TONDI. Il consulente di parte civile: “Ho pedinato Lavoretano e scattato foto dell’arma del delitto”

4 Febbraio 2019 - 17:58

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Nell’udienza del processo per l’omicidio di Katia Tondi, la giovane madre uccisa il 20 luglio 2013 nella sua casa di Parco Laurus di San Tammaro, che si sta svolgendo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, oggi è stato ascoltato il consulente della parte civile Denti che ha presentato una ricostruzione tridimensionale a video dell’uccisione della donna. Nella video-story Katia e Emilio Lavoretano, marito della donna e unico indiziato per l’omicidio, avrebbero litigato e l’uomo l’avrebbe uccisa strangolandola con un porta badge. Il consulente avrebbe poi affermato di aver pedinato, su incarico della famiglia della moglie, Emilio e di aver notato il giovane proprio con lo stesso porta badge al collo e di aver scattato anche alcune foto. I fotogrammi, però, sarebbero venuti poco nitidi e quindi non portati all’attenzione dei giudici. Affermazione, questa, contestatissima in aula dall’avvocato difensore di Emilio Lavoretano, anche perché, di questo porta badge, durante le fasi d’indagine, non se ne hanno traccia.

Nel corso del processo è stato poi ascoltato l’amministratore del condominio Laurus di San Tammaro dove è avvenuto l’omicidio che raccontato di alcune lamentele dei condomini relativamente al cattivo funzionamento del portoncino esterno che era stato più volte riparato. Ha poi chiarito di non aver mai avuto modo di vedere Katia Tondi.