La Campania punta sulle nuove tecnologie
12 Marzo 2019 - 10:59
È facile perdersi nella miriade di termini tecnici che costituiscono la mappa concettuale dell’odierno spazio digitale. Hardware, software, cloud e app; le differenze tra realtà virtuale e quella aumentata; reti 4G e reti 5G; domotica e IOT. Un mondo tanto intangibile quanto potrebbe esserlo lo spazio fatto di bite e silicio nel quale si muove Neo, l’eroe di Matrix.
Eppure, così come la realtà messa in scena dalle sorelle Wachowski, agli albori della rivoluzione digitale, le nuove tecnologie attuali non fanno altro che integrare spazio fisico e spazio digitale; veicolando contenuti, offrendo opportunità di lavoro e crescita economica. In un rapporto sinergico ben più positivo e incoraggiante di quanto il film di fantascienza del 1999 lasciava supporre.
In Campania sono molti i progetti innovativi che hanno trasformato ad esempio l’accesso ai contenuti culturali veicolandoli in maniera innovativa; molto più coinvolgente e appassionante per il pubblico attuale, fortemente digitalizzato. Pensiamo al MAV di Ercolano che ha sviluppato un intero museo basato sulle moderne tecnologie, capaci di offrire un’esplorazione virtuale dell’antica città; rendendo possibile un’interazione dell’utente con quegli stessi contenuti. Cosa accade al visitatore dopo il suo accesso al Museo? Compie un viaggio indietro nel tempo grazie a ricostruzioni scenografiche, ologrammi e proiezioni virtuali per un maggiore coinvolgimento nella visita. Al centro della quale, ovviamente, troviamo il patrimonio storico e culturale del sito archeologico.
Un obiettivo, questo, di cui si fa promotore lo stesso DATABENC il Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali nato da una idea progettuale promossa dalle Università degli Studi di Napoli “Federico II” e di Salerno. Con i due progetti CHIS e SNECS intende valorizzare il territorio in maniera sostenibile, per rendere i beni culturali fruibili attraverso le nuove tecnologie. I risultati di una mission di questo tipo si sono tradotti in alcuni progetti a forte componente di innovazione come il RIPA per la realizzazione di un Parco Archeologico Urbano della Città di Napoli o il SIBILLA, un sistema integrato cloud-based per la salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali.
Ci sono poi eccellenze napoletane che hanno impiegato le moderne tecnologie con scopi medici come lo psichiatra Antonio D’Ambrosio. Il progetto, in questo caso, nato da una startup all’interno della Facoltà di Medicina dell’Università di Napoli, impiega le nuove tecnologie, come i visori VR, per superare la paura di volare. Progetto che molto appropriatamente si chiama Volo anch’io.
Applicazioni di questo tipo hanno trovato fin dall’inizio un’ampia diffusione nel settore del gaming, dove in Campania da anni operano sia a livello formativo che rispetto alla creazione di contenuti, centri di alto valore come lo IUDAV di Solofra in provincia di Avellino. Una delle prime e più accreditate scuole italiane per diventare esperti di videogame. Un settore, quello videoludico, che sfrutta da sempre le tecnolgie più avanzate per sviluppare contenuti che oggi trovano applicazioni in un’area estremamente ampia e diversificata che va dal marketing (vedi gamification) al all’intrattenimento.
Cinema e televisione, infatti, si stanno trasformando sempre più in canali che sfruttano innovazioni tecnologiche di questo tipo per veicolare contenuti. Ne è un esempio recentissimo il film Bandersnatch trasmesso da Netflix. Un complesso lungometraggio che integra al proprio interno strumenti interattivi che consentono allo spettatore di scegliere il percorso narrativo che preferisce, proprio come in un videogame. O in una storia a bivi, per i più tradizionalisti. Interazioni di questo tipo sono state sviluppate anche da piattaforme di gaming online come Unibet che è riuscita a far convergere gioco online ed eventi sportivi attraverso soluzioni innovative come la Unibet TV con promozioni e scommesse che l’utente può gestire in diretta live assistendo a partite di calcio o basket. I futuri ecosistemi digitali, su cui la Campania sta puntando con progetti come quelli sviluppati dal DATABENC, trasformeranno dunque il nostro accesso ai contenuti che diventeranno sempre più interattivi e multimediali. Un esempio recente in termini di innovazione applicata all’arte e alla cultura è stata la mostra multimediale dedicata a Klimt dal titolo evocativo di Klimt Experience. Esplorazione fisica e suggestioni virtuali si sono incontrate nello spazio più che reale della Basilica dello Spirito Santo a Napoli in un viaggio immersivo tanto stupefacente quanto coinvolgente.
E tanto altro è presente in Campania in termini di innovazione e nuove tecnologie. Dalle visite virtuali di Palazzo san Teodoro, a quelle della Reggia di Caserta, a Storie Sonore del Museo Irpino di Avellino che consente di visitare le sale con un’innovativa audiogiuda multimodale. Esempi di come la Campania stia puntando sulle nuove tecnologie per una più coinvolgente diffusione di contenuti culturali e non solo.