MADDALONI. Intestazioni fittizie al clan Belforte, 3 condanne e un’assoluzione. TUTTI I NOMI
3 Maggio 2019 - 17:54
MADDALONI/TRENTOLA DUCENTA (Tina Palomba) – Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Napoli Battinieri, nella tarda mattinata, ha emesso la sentenza a seguito di giudizio abbreviato per 4 imputati. Due anni pena sospesa per Giampiero Vegliante di Maddaloni (difeso dall’avv. Mario Corsiero), due anni a Vincenzo Diana di Trentola (difeso dall’avv. Giuseppina Pirozzi), assolto Marciano Vincenzo di Maddaloni (difeso dall’avv. Danilo Di Cecco) e quattro anni a Antonio Mastropietro di Maddaloni (difeso dagli avv. Romolo Vignola e Stefano Lombardi). Il PM della DDA, dr Luigi Landolfi, ha richiesto al termine della requisitoria: l’assoluzione di Marciano Vincenzo, e la condanna ad anni otto di reclusione per Diana Raffaele e per Vegliante Giampiero, ed anni quattro di reclusione per Antonio Mastropietro. A Diana e Vegliante erano contestati i reati di intestazione fittizia di beni, di tentativo di estorsione e di illecita concorrenza, per avere imposto l’uso di slot machine sul territorio maddalonese, mentre al Mastropietro era contestato il reato di tentativo di estorsione. A tutti, poi, era contestata l’aggravante del metodo e dell’agevolazione mafiosa del clan Belforte, fazione Maddaloni, di cui sono ritenuti espressione i componenti della famiglia Marciano, che hanno deciso di affrontare il giudizio ordinario, che pende dinanzi al Tribunale di S. Maria C.V. Le indagini presero il via dalla denuncia di tale Esposito, che si recava presso il Comando Compagnia G. di F. di Marcianise per denunciare i componenti della famiglia Marciano che, secondo lui, avvalendosi di soggetti prestanome, avevano imposto sull’intero territorio maddalonese l’utilizzo di slot machine fornite dalle ditte fittiziamente intestate a Vegliante Giampiero e Diana Raffaele che, di fatto, erano gestite dai Marciano. A seguito di intercettazioni telefoniche e di serrate indagini condotte dai militari, veniva emessa, in data 19 aprile 2018, da parte del GIP distrettuale di Napoli, ordinanza di custodia cautelare nei confronti, tra gli altri, di Vegliante e Diana , agli arresti domiciliari, e di Mastropietro in carcere, mentre per Marciano Vincenzo non veniva adottata alcuna misura cautelare. Dopo le discussioni del PM e dei difensori, il Gup ha emesso oggi la sentenza, assolvendo Marciano da tutto, Vegliante (per il quale erano stati richiesti anni otto di reclusione) è stato assolto dai reati di tentativo di estorsione e di illecita concorrenza , escludendo che il predetto potesse avere agevolato il clan Belforte o di avere assunto comportamenti tali da configurare il metodo mafioso, condannando l’imputato per il solo reato da lui riconosciuto, e cioè l’intestazione fittizia della ditta individuale a suo nome alla pena di anni due di reclusione. Lo stesso ragionamento avveniva per Diana Inoltre, il gup ha accolto la richiesta di condanna di Mastropietro al quale è stata inflitta la pena di anni quattro di reclusione. Al Vegliante ed al Diana è stato riconosciuto il beneficio della sospensione condizionale della pena e sono stati, pertanto, immediatamente rimessi in libertà.