MADDALONI. Altobelli resta in carcere, la sua compagna scagionata…in parte
5 Giugno 2019 - 17:26
MADDALONI (red.cro.) – Luca Altobelli, 31 anni, e Maria Carmina Diodato, 36 anni, furono tra gli oltre 60 personaggi coinvolti nella maxi retata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia all’interno della Procura della Repubblica di Napoli, responsabili a vario titolo dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (QUI TUTTI I NOMI).
Con la decisione dell’8 novembre 2018, il Tribunale di Napoli, respingendo le istanze di riesame proposte da Altobelli e Diodato, accusati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, aveva confermato le misure (la custodia cautelare per il primo, gli arresti domiciliari per la seconda) disposte dal Gip nell’ottobre scorso. Un’ordinanza, quella della corte napoletana, contro cui il legale dei due indagati ha fatto ricorso in Cassazione, deducendo, così si legge nelle motivazioni della sentenza, una “violazione della legge sostanziale e vizio di motivazione per essere stata riconosciuta la gravità indiziaria quanto ai reati ipotizzati.”
Per Maria Carmina Diodato, secondo la tesi difensiva, era stata dedotta la sua conoscenza dell’associazione criminale dedita allo spaccio attraverso l’intercettazione di tre telefonate tra l’indagata e Altobelli, con cui conviveva. Troppo poco, per i legali della donna, per ritenerla consapevole e facente parte del mondo dello spaccio.
Invece, per la posizione di Luca Altobelli, l’avvocato si lamenta che la gravità indiziaria sia stata ravvisata per il solo fatto che questi avesse telefonate con Eduardo Somma, sul presupposto che il rapporto tra i due fosse una prova “dell’appartenenza all’associazione“, invece che semplice consumatore di cocaina.
Per i giudici della Cassazione, Luca Altobelli deve restare in carcere. Come si legge nel testo della sentenza, sono diverse le “telefonate dalle quali emerge un linguaggio criptico e convenzionale indicativo della stabilità dei rapporti tra Altobelli e Eduardo Somma“, e viene aggiunto che in una delle telefonate, Somma abbia riferito ad Altobelli di vendere la droga in una determinata zona, “venditela là“, e quest’ultimo abbia definito il suo interlocutore come “capo“.
Buone notizie per la Diodato, invece, visto che per gli ermellini il suo ricorso è da ritenersi fondato. Dalle telefonate in cui la donna ha fatto “occasionalmente” da tramite tra il convivente ed altri personaggi, non appare nell’ordinanza il concorso materiale nell’attività di illecita detenzione a fini di spaccio della cocaina.
I giudici dell’ultima istanza hanno quindi annullato con rinvio al Tribunale di Napoli la decisione nei confronti della Diodato, mentre resta la custodia cautelare per Luca Altobelli.