CASERTA. Emendamento Luserta. Zannini e Caputo gli autori. Ma è il percorso logico che cancella il ruolo della Zac, a rendere folle il progetto

29 Luglio 2019 - 13:34

CASERTA – E menomale che c’è questo giornale perchè altrimenti il sindaco di Caserta Carlo Marino, che fino a venerdì cascava letteralmente dal pero, nulla avrebbe capito e nulla avrebbe saputo dell’emendamento diciamo così, appoggiato nella zona posteriore dei cittadini casertani e che in sostanza lega, onestamente non si sa perchè, il destino temporale delle cave e della loro attività, a quello del policlinico.

Stamattina, il sindaco Marino ha scritto una lettera a De Luca e al suo braccio destro e anche sinistro, Bonavitacola, per chiedere un immediato incontro, finalizzato, sostanzialmente, a cancellare dal provvedimento che dovrebbe andare in aula tra mercoledì e giovedì prossimi, questa modifica al testo originario che per per semplicità definiamo “emendamento Luserta”.

Ci permettiamo, per quel poco di esperienza che abbiamo in questa materia, a chiedere, fin da ora, di evitare di “buttare avanti” la storia della riqualificazione. Stando alla lettera della norma, quello che dovrebbe accadere di qui a 8 anni, perchè secondo noi il policlinico tra 8 anni non aprirà, è un’attività di riqualificazione. Ma per riqualificare, come abbiamo più volte spiegato, bisogna anche cavare, adattare, modellare le montagne.

Insomma, il business non si fermerebbe. Occhio, la zona di Caserta e i Monti Tifatini, è classificata da anni come Zac,

che non è il famoso diminutivo del grande segretario nazionale della Dc, Benigno Zaccagnini, ma l’acronimo di zona altamente critica.

domanda: se il cronoprogramma di riqualificazione e di dismissione definitiva aveva stabilito dei punti fermi temporali, ciò era avvenuto proprio perchè la zona di Caserta era stata definita altamente critica. Per cui, il policlinico rappresentava indubbiamente un elemento aggiuntivo molto importante, rispetto ad una situazione, ad un’emergenza che era tale per motivazioni di ordine generale, relativi ad un’emergenza ampia a ormai totalizzante, indipendentemente anche dalla vicenda policlinico che magari diventava un motivo per elevare alla seconda, alla terza o alla quarta potenza, la citata Zac.

Insomma, quello che è stato realizzato dal consigliere regionale Giovanni Zannini, e dall’ex parlamentare europeo, da poco delegato di De Luca per l’agricoltura, Nicola Caputo, è un’operazione corsara, realizzata anche male. Tanto male da sembrare, in considerazione del grosso appoggio che l’imprenditore Antonio Luserta ha fornito alla causa elettorale di Caputo alle ultime elezioni europee, un’operazione ad personam. Magari non lo è, ma credeteci, amici miei, Zannini e Caputo, lo sembra e lo sembra tanto.

CasertaCe, in passato non ha mai assunto, lo ripetiamo ancora, posizioni fondamentaliste. Il cronoprogramma esistente appariva una soluzione equilibrata. Ora, però, bisogna smetterla con questa storia della riqualificazione, usata strumentalmente ogni volta a sostegno della vera intenzione sottesa a queste azioni sottobanco: garantire gli interessi,di uno o più imprenditori, che saranno anche legittimi, per cairtà, ma che non possono prevalere sulla necessità ormai ineludibile che l’attività di cavazione abbandoni definitivamente Caserta e la sua conurbazione.

Magari Luserta andrà a cavare altrove. Noi saremo qui a difendere i suoi diritti di imprenditore. Ma a Caserta la partita deve essere chiusa una volta e per tutte.