UN’ESTATE DA RE. Il salernitano non bada a spese: un milione di euro di soldi pubblici per 6 serate. E la gara della Regione di stamattina per il palco suscita già molti dubbi

19 Agosto 2019 - 11:48

CASERTA(g.g.) Sei serate di indubbio valore culturale. Grandi firme della musica lirica e, più in generale della musica classica, a partire dal maestro Zubin Mehta che condivide con Riccardo Muti la palma di bacchetta più celebre del globo. Ed è proprio il direttore d’orchestra indiano a rappresentare il clou di Un’estate da Re, sei date, concentrate tra la fine di agosto e la fine di settembre che daranno luogo ad altrettanti eventi all’interno della Reggia di Caserta.

Mehta chiuderà la rassegna con due serate in sequenza, sabato 28 e domenica 29 settembre. Dirigerà l’orchestra del teatro San Carlo di Napoli e avrà al suo fianco Stefano Bollani,

uno dei più grandi pianisti viventi.

Ma anche la serata del 17 settembre, quella di David Garrett, nome d’arte di David Christian Bongartz, violinista tedesco trapiantato negli Stati Uniti, avrà l’imprimatur di Mehta, visto che David Garett riscuote da anni l’apprezzamento e anche l’ausilio artistico del direttore d’orchestra indiano.

Si inizierà il prossimo 28 agosto, di mercoledì, quando a Caserta tornerà (un ritorno è anche quello di Stefano Bollani) l’altro grande pianista Ezio Bosso, che dirigerà nell’occasione l’orchestra filarmonica del teatro Giuseppe Verdi di Salerno.

Il resto del cartellone, e cioè le altre due date, quella dell’8 settembre e del 13 settembre la potete consultare nella locandina che pubblichiamo in calce.

Era giusto iniziare questo articolo con una premessa ortodossa, perchè questo meritano la qualità e la cifra culturale che questi artisti sono in grado di esprimere.

La locandina dell’edizione 2018

Detto questo, la domanda sorge spontanea e va rivolta al signor Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania. Con tutto l’amore che si può avere per il maestro Zubin Mehta, noto al grandissimo pubblico anche per le ripetute esibizioni dal palco della Filarmonica di Vienna in occasione del concerto di Capodanno, con tutta l’ammirazione che si può nutrire per Bosso, David Garrett, Bollani, per l’orchestra del San Carlo e finanche per quella del teatro Verdi Salerno, rispetto alla quale però non abbiamo una controprova relativa alla reputazione, nel caso in cui al comando della Regione non ci fosse il salernitano De Luca, che ha fatto del teatro Verdi un centro di organizzazione di eventi in grado di muovere cifre impressionanti, beh, ripetiamo, con il rispetto e l’ammirazione che meritano queste fulgide firme dell’arte contemporanea, De Luca ci deve spiegare come cavolo fa a spendere un milione di euro per 6 serate di musica classica, quand’anche contaminata dalle sperimentazioni e dalle invenzioni più o meno contemporaneiste di Bollani, ma soprattutto di David Garrett.

700mila euro costano solamente gli artisti. Ora, non ci vuole una speciale abilità per stilare un cartellone come quello di Un’Estate da Re, avendo una valanga di soldi da gestire. Oltre 700mila euro, ci sono spese che si avvicinano alla cifra di un milione, a partire dai 100mila euro previsti per il palco e per le sue attinenze.

Troppo, decisamente troppo. Nessuno si permette di avanzare dubbi e perplessità perché bisognerebbe guardare bene la filiera delle relazioni tra chi organizza gestendo questo fiume di denaro pubblico, e i vari rappresentanti, procuratori, impresari e chi più ne ha più ne metta.

Però una cosa si può dire: si tratta di una cifra pazzesca, che di questi tempi andrebbe chiaramente moderata.

Prendiamo la storia del palco, per esempio. La società Costruzioni Generali con sede a Marano di Napoli si occupa degli allestimenti da tre anni. Nella prima edizione, tra palco e tutto il resto, furono spesi 300mila euro, consegnati a questa società che li rendicontò. In quel caso, fummo distratti noi a non trovare questa nota di rendiconto.

L’anno dopo, utilizzando un service locale, la stessa Costruzioni Generali, spese 30mila euro, cioè solo il 10% di quello che alle casse pubbliche della Regione Campania erano costati gli allestimenti della prima edizione.

E non ci risulta che il palco fosse decrepito, pericolante. Non si notò alcuna differenza tra l’allestimento del primo anno e quello dell’anno successivo, se non per il fatto che questo costò 10 volte in meno rispetto al primo.

In queste ore, è in atto, a Napoli, una gara per l’aggiudicazione dei servizi palco e allestimenti di questa edizione di Un’Estate da Re. Il soggetto appaltante è la Scabec, cioè la Regione Campania, quella società di scopo  che De Luca controlla in maniera ferrea, avendone affidato il controllo di potestà a soggetti salernitani di sua stretta fiducia e di sua stretta osservanza.

Il prezzo previsto quest’anno è di 100mila euro. Il termine per la presentazione delle offerte è scaduto stamattina alle 10, mentre le buste saranno aperte, in modo da aggiudicarle, almeno sulla carta, in base al massimo ribasso, a mezzogiorno in punto.

Domanda alla Scabec: che ci facevano nei giorni scorsi gli operai della Costruzioni Generali, con tanto di maglietta aziendale, nella zona dell’Aperia della Reggia, a compiere lavori? A che titolo si occupavano della gestione di quei luoghi, visto che la gara non è stata ancora aggiudicata?

Riminiscenze, cose rimaste non definite l’anno scorso? Sembra difficile pensarlo perché quel pacchetto è chiuso e riteniamo pure che la Costruzioni Generali abbia già ricevuto i soldi per i servizi del 2018.

Vediamo a mezzogiorno chi vince la gara e poi magari facciamo un “ritornino”sulla vicenda.

 

LA LOCANDINA DI UN’ESTATE DA RE 2019