MARCIANISE. Bohhh: che fine hanno fatto le firme di Orgoglio Marcianisano? Ecco chi è Aniello Bruno, mini boss della droga, che ha firmato (o non firmato) per Velardi
4 Ottobre 2019 - 12:05
MARCIANISE – (g.g.) Nel mare di pagine che leggiamo ed approfondiamo, elaborando attraverso nostre riflessioni, il lavoro enorme compiuto dalla magistratura inquirente della dda, ci imbattiamo spesso in fatti ed episodi che, pur incrociando bene la nostra attenzione, decidiamo di non pubblicare in quanto meno significativi nell’economia generale della trattazione in atto e pure perchè ridondanti rispetto a cose di cui già abbiamo trattato e che abbiamo già illustrato in altri articoli.
Spesso e volentieri è capitato di non dare grande spazio al materiale investigativo e a strutture di imputazione relative ad Aniello Bruno. Nell’ultimo anno e mezzo lo abbiamo anche fatto per evitare che la pulizia, la limpidezza con la quale abbiamo affrontato l’incredibile vicenda delle firme apposte sotto alla lista Orgoglio Marcianisano, cioè quella principale, costruita nella primavera del 2016 da Antonello Velardi in persona, potesse essere, seppur leggermente, inquinata dalla malevolenza di qualcuno che magari gli articoli su Aniello Bruno avrebbe potuto definire come strumentali.
Perchè Aniello Bruno è la vergogna delle vergogne in quell’elenco di firme. La sua è presente in calce alla lista Orgoglio Marcianisano. E non c’è dubbio che si tratti dello stesso Aniello Bruno del clan Belforte. Torna tutto, a partire dalla data e dal luogo di nascita.
Aniello Bruno, quando Velardi faceva raccogliere le firme per la lista Orgoglio Marcianisano, era indubbiamente in carcere. Per questo motivo e anche perchè decine e decine di altri presunti firmatari che quella manifestazione di volontà hanno disconosciuto al cospetto dei carabinieri di Marcianise, abbiamo sostenuto che quella raccolta fosse stata falsificata.
E d’altronde, delle due, l’una: o quelle firme sono false, oppure dal carcere, chissà come, in una sorta di scena surreale da film, Aniello Bruno ha consumato la sua burla apponendo il suo segno identitario sull’elenco dei presentatori della lista Orgoglio Marcianisano.
Guardate, qui tutti fanno finta di non capire. Che lo faccia il sindaco Velardi, ci sta perfettamente, ormai anche tanti altri ci fanno compagnia nella comprensione di chi sia veramente questo politico che, non a caso, il sottoscritto contestava quando il suo nome cominciò solo a balenare come ipotesi di candidato a sindaco di Marcianise, nell’inverno tra il 2015 e il 2016.
Ma che anche altre entità facciano finta che esista una terza via diversa dalla considerazione di falsità, oppure da quella di autenticità collegata inscindibilmente al fatto che un camorrista di “serie A” abbia apposto la sua firma, e beh, questo amareggia molto. Perchè una terza via non esiste, a meno che l’illogico soppianti la logica o che la disonestà intellettuale spiazzi l’onestà intellettuale.
E allora, oggi, è arrivato il momento di presentare l’ospite d’onore di quell’elenco di firme. Abbiamo sempre scritto di questo Aniello Bruno, definendolo genericamente un esponente del clan Belforte.
Ma chi è veramente Aniello Bruno? Quale ruolo ha svolto all’interno della camorra dei vincitori, in quel di Marcianise? Indubbiamente, una funzione non secondaria, non ausiliaria. Lo stralcio dell’ordinanza sulla droga targata Belforte, ce lo definisce chiaramente come un coordinatore dello spaccio. Lui la droga non la vende al dettaglio, ma approvvigiona direttamente coloro che approvvigionano i pusher. Per cui, la relazione tra Aniello Bruno e la cabina di comando dei Mazzacane non può che essere diretta, in quanto dagli ordini di Bruno dipende la distribuzione di chili, se non quintali di sostanze stupefacenti e dunque lo spostamento finanziario di decine e decine di milioni di euro.
Lo schema descritto dallo stralcio è chiaro ed è ben compreso dal giudice per le indagini preliminari che l’ordinanza ha firmato: Aniello Bruno, detto Nello, Nicolino e Marchino. Sembra un gruppetto di amici della domenica, in realtà è il sistema razionale, stabile di distribuzione della droga. Aniello Bruno la consegna a Nicolino o Marchino Viciglione. Questi la danno ai pusher i quali hanno a che fare con loro e non con Aniello Bruno che dunque esprime un rango nettamente superiore nella gerarchia camorristica.
Questo è Aniello Bruno, il firmatario della lista Orgoglio Marcianisano.
Delle due, l’una, ripetiamo. Purtroppo in questa terra le modalità spesso flessibile con cui viene considerata la legge, porta, ad oggi, all’affermazione di una terza possibilità, che non esiste e che consente al sindaco di Marcianise di non rispondere nè del fatto che un camorrista abbia firmato una sua lista, nè del fatto che quella firma, unita alle altre, sia patentemente falsa.
Al di fuori di queste ipotesi, è impossibile andare. Eppure, a Caserta, ci si va.
QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA SULLA DROGA DEI BELFORTE