TEVEROLA IN SUBBUGLIO. Si è costituito il cugino diretto del sindaco Barbato. Da esponente del clan dei Casalesi, ora vuole collaborare

8 Ottobre 2019 - 10:51

TEVEROLA (Gianluigi Guarino) – Nessuno può scegliere il proprio padre, il proprio zio, il proprio cugino e le scelte di vita dei propri congiunti non possono, in linea di principio, condizionare, inquinare a monte con un pregiudizio la valutazione che si fa di una persona, anche quando questa ricopre uffici pubblici più o meno importanti.

Per cui, il fatto che Giovanni Improda di Teverola sia il cugino diretto dell’attuale sindaco Tommaso Barbato è significativo solo per quel che riguarda un tratto identificativo più marcato, più agibile, che porta poi ad una più agevole conoscenza di informazioni riguardanti la persona oggetto di un fatto di cronaca.

Perché se si costituisce alle forze dell’ordine un cittadino che non vanta parentele con uomini e donne conosciuti, sarà difficile conoscere la notizia se questa non verrò annunciata ufficialmente in un comunicato stampa di una Procura o di un Corpo di Polizia.

Mentre se si costituisce il cugino diretto del sindaco la notizia automaticamente passerà di bocca in bocca e diventerà il segreto di Pulcinella in pochissime ore.

Altro, rispetto alla parentela di Giovanni Improda con il sindaco Tommaso Barbato non è serio, equo e giusto affermarlo.

Improda è una persona che ha compiuto scelte sue, peculiari e in piena autonomia; suo cugino Tommaso Barbato, figlio di un fratello della madre di Improda, ne ha compiute altre del tutto differenti fino a prova contraria.

Teverola, stamattina, è piena di questo racconto sorprendente: Giovanni Improda si sarebbe consegnato alle forze dell’ordine e lo avrebbe fatto con l’idea maturata e, a quanto pare, stimolata da un atto intimidatorio o da un attentato alla sua vita subito nei giorni scorsi, di collaborare con la giustizia, raccontando quello che sa sul clan a cui dice di esser appartenuto.

Stiamo parlando del clan dei Casalesi e del gruppo Schiavone in particolare.

Quello che abbiamo appreso dall’ampio chiacchiericcio teverolese, lo abbiamo scritto. Altro, al momento, non è noto, e sarebbe un errore professionale lanciarsi in congetture.