CASERTA seconda provincia in Italia per omicidi in famiglia
12 Ottobre 2019 - 14:10
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CASERTA – In Italia nel 2018 un omicidio su due (il 49,5%) e’ stato commesso in famiglia. Il 39,9% delle volte con una arma da fuoco per la quale l’assassino – nel 65% dei casi, spesso per motivi di lavoro – deteneva un regolare porto d’armi. Secondo i dati dell’ultimo Rapporto Eures, gli omicidi in famiglia dal 2000 sono stati oltre 3.500 e la loro incidenza sul totale degli omicidi non e’ mai stata cosi’ alta come l’anno scorso: dato probabilmente destinato ulteriormente a crescere nel 2019 visto che nei primi cinque mesi di quest’anno il loro numero e’ salito del 10,3% rispetto allo stesso periodo del 2018. Il 67% delle vittime e’ costituito da donne (109 su un totale di 163): l’83,4% delle 130 donne uccise in Italia l’anno passato ha trovato la morte per mano di un familiare o di un partner/ex partner. Nel 2018 le vittime degli omicidi familiari sono cresciute al Sud (+14%) e al Centro (+7,1%) e diminuite al Nord (-16): al Sud resta l’indice di rischio piu’ alto (3,14 vittime per milione di residenti).
A livello regionale, la Lombardia, con 29 omicidi in famiglia nel 2018 (+11,5%) si colloca al primo posto per numero di vittime, davanti a Lazio (17), Campania (17), Sicilia (16) e Calabria (11). Tra le province e’ Roma a registrare il triste primato degli omicidi in famiglia nel 2018 (11) seguita da Caserta
Nel 2018 gli ‘omicidi di coppia’ complessivamente considerati risultano in crescita del 5,3%, con un incremento del 9% delle vittime donne. Valori sempre piu’ allarmanti anche per i figlicidi: sono i 31 figli uccisi dai genitori nel 2018, con una crescita del +47,6% sull’anno precedente (21). I 31 figlicidi censiti sono stati commessi in 20 casi dai padri (pari al 64,5%) e in 11 casi dalle madri (35,5%). In diminuzione, invece, il numero dei genitori uccisi dai figli (-34,4%). Dati alla mano, una vera emergenza sembra essere legata al possesso di armi da fuoco: l’incidenza (39,9%) delle vittime di omicidi in famiglia uccise con armi da fuoco nel 2018 risulta molto superiore alla media dell’intero periodo 2000-2018 (32,2%) e fa registrare un ulteriore, impressionante aumento (+97%) rispetto all’anno precedente. Nel 64,6% dei casi in cui le vittime sono state uccise con armi da fuoco, l’assassino risultava in possesso di un regolare porto d’armi (in diversi casi per motivi di lavoro), confermando quindi “la necessita’ di controlli piu’ accurati, soprattutto in presenza di situazioni stressanti o comunque a rischio (ad esempio una separazione o la grave malattia di un familiare stretto)”. In particolare, le armi da fuoco hanno rappresentato lo strumento principale di morte nei figlicidi (51,5% delle vittime) e negli omicidi di coppia (36,3%, in tutti i casi vittime femminili).