Due casertani coinvolti nell’inchiesta su false pensioni d’invalidità (e non solo) in cambio di soldi

10 Dicembre 2019 - 16:37

CASERTA – Salvatore B., 60enne originario di Santa Maria a Vico, e Salvatore P., 60enne nativo di Sessa Aurunca, sono i nostri due conterranei finiti sotto indagine dopo l’operazione compiuta questa mattina dai NAS Carabinieri di Latina, coadiuvati dai militari della Specialità e dell’Arma territoriale. Infatti, come raccontato stamane (I PRIMI DETTAGLI), è stata data esecuzione a 11 ordinanze di custodia cautelare, di cui 9 in carcere e 2 agli arresti domiciliari, ed altrettanti decreti di sequestro preventivo emessi dal G.I.P. del Tribunale di Latina, dott. Giuseppe Cario. I provvedimenti sono relativi agli esiti dell’indagine condotta dal citato NAS e coordinata dalla locale Procura della Repubblica – Procuratore Aggiunto dott. Carlo Lasperanza e Sost. Procuratore dott. Giuseppe Miliano – che ha consentito di individuare e disarticolare un consolidato sistema di corruzione asservito al rilascio di certificazioni mediche compiacenti finalizzate ad ottenere indebitamente una pluralità di benefici non solo circoscritti a pensioni di invalidità e ovvero alla L.104/1992 ma estese anche al rilascio di licenze di polizia (porto d’armi) a soggetti potenzialmente privi del necessario profilo psicologico e all’elusione delle misure restrittive carcerarie per pregiudicati con passaggio a regimi più blandi.

Al riguardo, gli arrestati sono ritenuti responsabili delle ipotesi delittuose di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, falso in atto pubblico e truffa.


L’attività investigativa, avviata nel 2018, si è originata da verifiche sulle procedure adottate in occasione di visite mediche ambulatoriali erogate a carico del SSN e/o in regime di libera professione da parte di medici
esclusivisti in servizio presso l’ospedale “San Giovanni di Dio” e, in particolare, del C.S.M. (Centro di Salute Mentale) di Fondi
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Gli accertamenti, svolti attraverso servizi di osservazione, attività tecniche ed analisi dei sistemi di videosorveglianza, hanno fatto emergere, quale vertice di un radicato e diffuso sistema corruttivo la figura di un dirigente medico psichiatra in servizio presso il C.S.M. dell’A.S.L. di Latina, con sede in in Fondi.
Il predetto, in violazione dei doveri di pubblico ufficiale e dei principi di imparzialità ed indipendenza, riceveva indebitamente somme di denaro per compiere atti contrari ai propri  propri doveri.

Tra questi, nello specifico, ha assunto particolare rilievo il rilascio sistematico di certificazioni psichiatriche e medico-legali finalizzate a far ottenere ai pazienti (tutti consapevoli e interessati a fruire surrettiziamente dei benefici di legge) punteggi aggiuntivi per il raggiungimento di pensioni di invalidità o per il loro aggravamento, concessioni o benefici attribuiti dalla legge 104/1992 e per il rilascio o rinnovo del porto di fucile ad uso caccia. In tali condotte, il medico si avvaleva della complicità di un avvocato del Foro di Latina, di alcuni responsabili operanti presso patronati dell’area pontina nonché di intermediari, tutti destinatari di misure cautelari personali.
Innumerevoli episodi sono stati oggetto di documentazione da parte del NAS in cui il citato dirigente medico, previo indebito compenso (mediamente 100 euro a pratica), redigeva false certificazioni senza l’esecuzione della visita al paziente, certificando false patologie o fittizi aggravamenti di malattie, agevolando anche la scarcerazione di detenuti o legittimando l’allontanamento dagli arresti domiciliari di soggetti sottoposti a tali misure. Nel medesimo contesto, sono stati rilevati casi di assenteismo da parte dello stesso sanitario che, in più occasioni, dopo avere abbandonato il posto di lavoro, disimpegnava incombenze di natura personale, attestando lo svolgimento dell’intero l’orario di lavoro e determinando sia il turbamento della regolarità di un pubblico servizio che un’indebita percezione stipendiale stimata in circa 2.000 euro.