S.MARIA C.V. L’avvocatessa di Emilio Lavoretano: “Una giornalista Mediaset mi ha spinta e mi si è rotto un braccio”

19 Dicembre 2019 - 11:52

S.MARIA C.V. – Di seguito il post dell’avvocatessa Ilaria Labate, pubblicato sulla pagina Facebook “Ciò che vedo in città – SMCV”:

“Questo braccio ingessato oltre alle contusioni plurime refertate dal pronto soccorso sono il risultato degli spintonamenti di una giornalista di Mediaset la quale non mi ha nemmeno aiutata a rialzarmi dopo avermi fatta cadere perché non doveva perdere di vista Emilio Lavoretano.
Mi chiedeva insistentemente una dichiarazione e ci rincorreva. Insistentemente.
Dopo diverse gomitate nel tragitto tra la Corte d’assise e il parcheggio ha pensato bene di fermarmi.
E l’ha fatto così.
Queste sono le conseguenze.
Un braccio rotto.
Possibile che in un paese che dovrebbe essere civile all’alba del 2020 sia questo il modo di fare informazione?
Un imputato e qualsiasi altro soggetto ha il diritto di restare in silenzio in questo paese?
Ognuno di noi ha o non ha diritto di non voler apparire in telecamera e cercare i riflettori?
Questo comportamento non integra quanto meno il reato di molestia?
Non è biasimevole il comportamento di colui che a tutti i costi pretende, con la forza, una dichiarazione da un soggetto sí imputato, sí condannato, ma a cui, anche dinanzi alla giustizia, è concesso di non rispondere avendo preso atto da parte dei magistrati della sentenza emessa?
Il reato di molestie previsto dall’art. 660 del codice penale punisce “chiunque in luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo” con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a 516 euro.
Possibile che da avvocato e da cittadina di un paese “civile” come l’Italia all’alba del 2020, nell’esercizio del mio lavoro, abbia dovuto subire tutto questo?”