S.MARIA C.V. Un distributore IP a pochi metri dall’Anfiteatro, monumento offeso e bistrattato

20 Febbraio 2020 - 14:00

Santa Maria Capua Vetere – (pm) I lettori del nostro giornale ricorderanno sicuramente la parlamentare pentastellata Margherita Corrado, componente della commissione dei beni culturali del Senato della Repubblica, perché, come scrivemmo a suo tempo, essa contestò pesantemente il suo compagno di partito ed allora ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli per la nomina a neodirettore della Reggia di Caserta di Tiziana Maffei, a discapito di un altro candidato, Antonio Tarasco, a suo giudizio maggiormente meritevole. Il quale ultimo ricorreva – si ricorderà – anche al tribunale amministrativo, ma senza risultati, perché il giudice adito, riservandosi di decidere nel merito nei tempi biblici giudiziari, reputava prevalente e conforme all’interesse pubblico la scelta dell’amministrazione.

Ora, la senatrice Corrado torna ad occuparsi del nostro territorio con riguardo alla controversa vicenda del distributore di carburanti che la IP Service s.r.l. vorrebbe realizzare in Via dei Romani limitrofa all’Anfiteatro Campano in violazione dei vincoli amministrativi che lo tutelano.

Pubblichiamo il comunicato stampa da essa diramato in proposito, che si connota  per la dovizia delle argomentazioni e per l’azione svolta direttamente sul campo, laddove si apprende che ha fatto accesso agli atti di pratica direttamente presso la soprintendenza di palazzo reale. Prima, sia consentito ricordare come Casertace.net si sia interessato alla questione più e più volte sostenendo sempre la illegittimità della autorizzazione comunale a suo tempo rilasciata alla IP Service s.r.l. per la realizzazione dell’impianto.

E qui, in relazione al contenuto del vincolo che dal 1998 tutela il monumento romano, apposto per “… la piena visibilità e godibilità, con lo sfondo del Monte Tifata, senza l’interposizione di architetture moderne che contrasterebbero fortemente con l’edificio antico” e per salvaguardarne le “…condizioni di prospettiva, luce, cornice ambientale e decoro”, ci viene da chiederci come la si mette con l’orrida ed imponente canna fumaria innalzata nella pena visuale dell’Anfiteatro dal locale Amico Bio Spartacus Arena per le esigenze delle sue cucine, ristorante, questo, sorto per concessione (ora in regime di proroga?) nell’area archeologica nell’ambito dei cosiddetti servizi aggiuntivi in favore dei visitatori del museo e che agisce come esercizio pubblico a tutti gli effetti.

Nelle foto, la canna fumaria del ristorante dell’area archeologica e la stessa abbattuta dal vento 

 a febbraio del 2019 in seguito al maltempo.

 

Della questione, per noi inspiegabile, ci siamo occupati diverse volte e non da soli, poiché essa è stata anche oggetto di una interrogazione parlamentare nel 2016, rinnovata nel 2018, che finora non ha avuto risposta.

Speriamo che la senatrice Corrado possa mettere mano anche a questa vicenda.

 

                                                                                                                                                                          COMUNICATO STAMPA
Rispettare il vincolo che dal 1998 tutela l’Anfiteatro Campano (fine I-metà II sec.) significa principalmente preservare il contesto in cui ricade lo splendido edificio per spettacoli dell’antica CAPUA, oggi S. Maria Capua Vetere.
L’accesso agli atti condotto ieri a Caserta, nella sede della Soprintendenza ABAP in Palazzo Reale, mi ha consentito di leggere, fra gli altri, i documenti più recenti sull’ormai annosa vicenda del distributore di carburanti che IP Service s.r.l. vorrebbe realizzare in Via dei Romani, a distanza ma in vista di uno dei gioielli del patrimonio culturale del Paese.
Con un recentissimo provvedimento di sospensione dell’autorizzazione, già più volte ritirata e poi nuovamente concessa, il Comune di S. Maria Capua Vetere ha bloccato, per il momento, un’operazione che la Proprietà pervicacemente cerca di portare a buon fine smontando o tentando di smontare le obiezioni formulate dall’Ufficio Tecnico sulla base di interpretazioni diverse delle molte norme nazionali e regionali che intervengono nel caso di specie, compreso il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D. Lgs. 4272004).
Nel merito, non mancherò di dettagliare, scrivendo al Sindaco di S. Maria C.V., le perplessità che personalmente nutro rispetto al parere favorevole effettivamente espresso, nel 2012 e poi nel 2018, dall’ufficio territoriale del Ministero Beni Culturali oggi a guida Franceschini, pronuncia che però espressamente attiene, si badi, nel secondo caso, solo all’aspetto archeologico.
Non basta sostenere che l’impianto della IP è compatibile con il dettato del vincolo perché ricade nel settore dell’area perimetrata dove non è interdetta la costruzione di nuovi edifici ma questi sono ammessi purché non superino l’altezza di 7 metri. A leggere il decreto di vincolo, infatti, è evidente che all’allora Direttore Generale, Mario Serio, premeva soprattutto affermare la “necessità di idonee misure che consentano di continuare a goderne la piena visibilità e godibilità, con lo sfondo del Monte Tifata, senza l’interposizione di architetture moderne che contrasterebbero fortemente con l’edificio antico”. Il vincolo, in altri termini, nasce dalla volontà di salvaguardare, oltre al monumento in sé e al contesto archeologico in cui è inserito, preoccupazione ovvia, anche le “condizioni di prospettiva, luce, cornice ambientale e decoro”.
Il parere del settembre 2018 a firma dell’ex soprintendente ABAP Salvatore Buonomo, del resto, limitato com’è all’aspetto archeologico (e favorevole perché i saggi di scavo del 2012-13 diedero esito negativo), NON esime il Comune, nel decidere se rilasciare il Provvedimento Autorizzativo Unico, dal tenere conto del dettato del suddetto Codice in materia paesaggistica (parte II e III del D.Lgs. 42/2004), come espressamente suggerito nell’atto citato.
Lo spirito del vincolo, e la sua efficacia legale, sono ancora validi e a mio avviso devono essere condivisi e riaffermati dalle Amministrazioni locale e nazionale, chiamate entrambe a fare innanzi tutto gli interessi della comunità. Ben venga, dunque, la richiesta di chiarimenti che la Soprintendenza ABAP per le province di Benevento e Caserta ha inviato al Comune il 10 febbraio u.s.

 18 febbraio 2020                                                                                                                                                                                                                                                                                      Margherita Corrado