MONDRAGONE. Investito e ucciso con sentenza mite. Parla il padre di Cosimo Sarnataro: “Tante ombre e misteri sulla morte di mio figlio”
3 Marzo 2020 - 20:48
MONDRAGONE (Maria Assunta Cavallo) – Dopo la sentenza di condanna con pena sospesa per il centauro che investì e uccise Cosimo Sarnataro il 14 Agosto 2018, papà Antonio non ci sta, e dà sfogo a tutta la sua rabbia nel commentare una sentenza, a suo dire, inaccettabile.
“Sono il padre di Cosimo e chiedo giustizia per mio figlio, un ragazzo di soli 25 anni strappato all’affetto dei suoi cari. Visti i capi d’imputazione a carico del Rivetti, il PM aveva chiesto una condanna a 4 anni, il giudice invece lo ha condannato ad un anno e 4 mesi con pena sospesa, nonostante le aggravanti. Mettersi alla guida in stato di alterazione psicofisica è un aggravante di non poco conto ma alla fine per qualcuno si trattava solo di uno spinello, e che vuoi che sia?. Ci sono tante ombre sulla morte di mio figlio come ad esempio la sparizione dei rilievi effettuati dai carabinieri subito dopo l’incidente costato la vita a mio figlio, e la sparizione delle immagini catturate dai sistemi di videosorveglianza dei negozi prossimi al luogo della tragedia. Per non parlare dell’assenza dei testimoni anche se pare che più di una persona abbia assistito, suo malgrado, al sinistro stradale. Mio figlio venne soccorso da due persone mentre era agonizzante sull’asfalto, due concittadini che non si sono mai fatti vivi né con me né con le forze dell’ordine. Insomma – continua Antonio – davvero tanti dubbi rimasti ancora senza risposta. E mentre mio figlio moriva, il suo investitore si dileguava tra la folla di curiosi, senza chiamare i soccorsi. Mi appello al senso civico e morale dei miei concittadini chiedendo loro di parlare, e di riferire alle forze dell’ordine qualsiasi notizia utile riguardo quel maledetto giorno in cui mio figlio ha perso la vita. Purtroppo in mancanza di testimoni oculari, dei rilievi effettuati dai cc, tutta la dinamica dell’incidente è stata ricostruita dal tecnico del tribunale. È inutile negare che la dinamica dei fatti andrebbe ulteriormente chiarita e approfondita, ecco perché faccio leva sulle coscienze altrui. Voglio concludere precisando due cose per me importantissime, la prima riguarda le analisi effettuate sul corpo di mio figlio che non hanno rilevato nessuna traccia nel sangue di sostanze stupefacenti, la seconda riguarda il valore di una vita umana che per taluni vale davvero poco, se si considera che ai ladri vengono date pene maggiori rispetto agli assassini“.
Crediamo che nn vi sia più nulla da aggiungere alle parole di un padre e di una madre che vivono un dolore senza fine, precisando inoltre che le dichiarazioni di Antonio Sarnataro debitamente virgolettate non sono frutto della fantasia di una cronista ma da dichiarazioni che questo padre addolorato, ha rilasciato senza nessun timore ospitandoci nella sua abitazione.