CORONAVIRUS. CARCERE DI S.MARIA, anche un infermiere è positivo. E 70 operatori interni aspettano, da 5 giorni, gli esiti dei tamponi. Disastro organizzativo
23 Marzo 2020 - 11:47
SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Coronavirus al carcere di San Tammaro-Santa Maria Capua Vetere. Da 24 ore a questa parte abbiamo affiancato un’altra mission a quelle, tutt’altro che leggere, che ci siamo accollati, per amore della professione che svolgiamo e per il rispetto sacrale che nutriamo nei confronti dei nostri lettori, da quando l’emergenza coronavirus è iniziata e da quando abbiamo compreso che un’informazione, limitata solo alle news nude e crude, non avrebbe reso giustizia, non avrebbe ricalcato la storia editoriale di CasertaCe.
Di qui, lo sforzo importantissimo che stiamo compiendo sul fronte dell’analisi e dell’interpretazione dei fatti, che non volendo noi recitare la parte dei tanti apprendisti stregoni che inq eusto periodo ne scrivono e ne dicono di cotte e di crude, presuppone un lavoro improbo di ricerca e di verifica documentale.
Ciò per un giornale importante ma a Caserta piccolo come il nostro, significa lavorare 14 o 15 ore al giorno.
Da 24 ore, giusto per gradire, ci siamo messi ad osservare anche ciò che compare, diciamo così, genericamente, nei media, social o non social che siano. Prendiamo delle situazioni particolarmente delicate e andiamo a verificare il coefficiente “fakismo” e di inesattezze contenute.
Siccome noi non siamo un alta magistratura di controllo, men che meno possediamo il verbo della verità, questa diventa un’altra verifica faticosa per risalire alle fonti dei fatti e delle situazioni.
Stamattina, per esempio, siamo in grado di chiarire una volta e per tutte cosa è avvenuto e cosa stia ancora avvenendo all’interno del carcere di San Tammaro-Santa Maria Capua Vetere. Si è detto fino ad oggi che ad essere contagiato sia stato solo un medico, per intenderci quello di Teverola che nel suo paese fa anche la mutua e per il quale mezza amministrazione comunale si è dovuta mettere in isolamento dopo aver partecipato ad una riunione i cui anche questo medico era presente.
Invece, non è così. Positivo è risultato anche un infermiere del carcere, residente a Gricignano di Aversa. Ovviamente, sia del medico che dell’infermiere, noi abbiamo nome e cognome, ma non pubblicheremo neppure le iniziali. Una volta appurate queste positività, è stata attivata la procedura di controllo di ben 70 dipendenti e consulenti del carcere, che, direttamente o indirettamente hanno pertinenza con l’area sanitaria e gli ambulatori.
In tutto, una 70ina di persone. I tamponi sono stati fatti giovedì e a stamattina, lunedì 23 marzo, i risultati non sono ancora arrivati. Anzi, non si sa bene se quei tamponi sono ancora conservati in qualche frigorifero o se sono stati inviati nel luogo di prima analisi. Men che meno si sa se andranno all’ospedale di Caserta o al Cotugno di Napoli o in altro luogo di collocazione del servizio.
Questo fatto dimostra ancora una volta, ed è l’ennesimo esempio che facciamo negli ultimi giorni, che la macchina sanitaria dell’asl di Caserta (noi ci soffermiamo su questa, perchè questa riusciamo ad esaminare nel dettaglio) funziona male, al di la degli sforzi, dell’abnegazione e della grande disponibilità personale che ognuno degli operatori, dai dirigenti in giù, sta mostrando in quest’ora fatale.
Ma la buona volontà, gli slanci altruistici non bastano. Come in una sorta di castigo divino, è arrivato un fatto senza precedenti quasi a voler evidenziare, mettendolo davanti agli occhi di tutti quelli che colpevolmente non leggono questo giornale quando, in tempi ordinari, pubblica sue inchieste (ne sono uscite a centinaia) sulla mala sanità casertana.
Nessuno mette in discussione, dunque, la disponibilità al sacrificio di ogni dirigente e di ogni dipendente dell’asl. Nessuno mette in discussione che il 118 sta facendo i salti mortali. Affermiamo solo che questa vicenda, questo virus epocale, dovrebbe determinare una grande presa di coscienza per riempire di aria nuova gli uffici che contano dell’asl di Caserta.
Tra poco un altro caso, questa volta con un che di spassoso.